Mente raffinata, spirito green e cuore rivolto alle problematiche sociali. Questo il mix di ingredienti che fanno di Antonio Fischetto l’inventore più famoso d’Italia, massimo esperto in ambito di innovazione sostenibile grazie a trovate visionarie adottate in tutto il mondo. Torinese d’origine, classe 1973, il suo operato si svolge a Roma città che l’ha adottato come una sorta di “cervello in prestito” durante la settimana ma, ogni weekend, Fischetto torna sotto la Mole per amore di sua moglie e dei suoi due figli. Un inventore vero e proprio, seguito anche sui social dove vanta migliaia di follower, Antonio Fischetto è meglio conosciuto come “l’uomo dei mozziconi”, ossia, come l’ideatore del Progetto Isabel volto a combattere l’inquinamento provocato dagli scarti di sigaretta trasformandoli in acetato di cellulosa, materiale usato nella produzione tessile. Formatosi al Politecnico di Torino, Fischetto ha poi intrapreso studi legati a tecnologia e innovazione. Tra le sue tante certificazioni, spicca quella in Ecologia Integrale alla Pontificia Università Gregoriana del Vaticano. Attualmente ricopre il ruolo di Key Account Energy Manager presso l’azienda ucraina Prana Italia Srl.
La sua ultima trovata?
«La App Family Sostenibile – ci racconta -, ossia, una piattaforma pensata per supportare famiglie e le amministrazioni locali nella fatidica transizione ecologica che avverrà tra il 2025 e il 2026 grazie all’integrazione di blockchian e intelligenza artificiale».
Un giochetto da ragazzi per uno cresciuto a pane e tecnologia.
«Sarà una manna per quanti si troveranno da qui a breve a redigere bilanci di sostenibilità territoriali, garantendo trasparenza e affidabilità. Si tratta di una app unica almeno per quanto riguarda l’Europa. L’anno nuovo la presenterò alle istituzioni».
Il cittadino come può agire in maniera più sostenibile?
«È possibile adottando sistemi smart e innovativi. Come, per esempio, il mio Pyppy Free Energy For All, il sistema brevettato che permette la produzione di energia elettrica anche in spazi alternativi ai tradizionali tetti, i balconi, per esempio. Questo brevetto è andato a ruba chissà quanti lo possiedono sulle proprie terrazze, lo vendono ovunque. E ancora, le Veneziane Fotovoltaiche: un sistema rivoluzionario che consente di trasformare semplici finestre in generatori di energia elettrica, la giusta alternativa ai pannelli solari tradizionali molto più facili da sistemare, adatti a qualsiasi tipo di appartamento».
Parliamo, invece, dei mozziconi di sigaretta e della sua idea di riciclo che è diventato, anche in questo caso, un brevetto: il Progetto Isabel.
«Quello dei mozziconi di sigaretta gettati ovunque è sempre stato un problema sottovalutato che in realtà provoca ingenti danni all’ambiente. Così, qualche anno fa, ho sviluppato una tecnologia in grado di trasformare i filtri di sigaretta in acetato di cellulosa, usato per la produzione di materiale tessile. Il progetto non solo riduce l’impatto ambientale, ma incarna anche l’essenza dell’economia circolare, trasformando un rifiuto altamente inquinante in una risorsa utile».
Antonio, come si diventa inventori?
«Non si diventa, si nasce. Io ho sempre avuto la passione per i marchingegni, per la sostenibilità e per la tecnologia digitale. Per questa ragione mi sono iscritto a Ingegneria e per la stessa ho scelto tematiche energetiche e ambientali. I progetti legati alla sostenibilità sono la mia passione più grande, insieme con gli aspetti sociologici. Non a caso sto affrontando un nuovo corso universitario presso Sociologia dell’Innovazione a Roma».
È vero che lei viaggia sempre e ogni weekend torna a Torino?
«E non c’è nulla che me lo possa impedire, ogni venerdì chiudo l’ufficio e torno a casa, con qualsiasi mezzo: in aereo, in treno e in autobus. Spesso viaggio tutta la notte, non importa quanto sacrificio mi costi, io il sabato voglio essere a casa da mia moglie Roberta e dai miei figli Damiano e Carolina».
Perché Roma e non Torino?
«Perché rappresenta il centro nevralgico per la partenza di qualsiasi progetto ed è qui che ci sono gli addetti ai temi di cui mi occupo. Per una persona che svolge un lavoro come il mio, è molto più semplice operare da Roma. Torino, in ogni caso, rimane la mia città, qui risiede la mia famiglia, qui stanno crescendo i miei figli ed è qui la mia squadra del cuore: la Juventus. Certo, la vita del pendolare non è semplice ma sono io che ho scelto così. Roma è fantastica, si vedono persone, si conosce gente. L’altra sera passeggiavo con Carlo Verdone e a un minuto dal mio ufficio c’è il Parlamento».
In un momento così importante, si parla molto di transizione energetica, cambiamenti climatici e sostenibilità. Come descrive il suo operato?
«Negli ultimi anni, ritengo che si sia fatto poco e dato troppo spazio all’ideologia, con poca concretezza nell’affrontare temi così rilevanti. Io, come sicuramente altri che si occupano di ricerca e sviluppo per la sostenibilità ambientale, ne siamo l’esempio. Operiamo in modo pragmatico e concreto per una transizione che porterà a una vera sostenibilità».
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