COSENZA Un «calvario» che dura «da oltre cinque anni» raccontato nelle 10 pagine (e 28 allegati) che formano la querela presentata al procuratore della Repubblica di Cosenza da P. A., insegnante cosentina, contro Municipia Spa – concessionario per la riscossione coattiva delle entrate locali per il Comune –, Comune di Cosenza – nella persona del sindaco – e i tre responsabili dei settori 3, 11 e 14 di Palazzo dei Bruzi. La richiesta è che «siano perseguiti penalmente per i reati di falso materiale, falso ideologico, minacce, stalking, molestie, estorsione e truffa, reati aggravati dalla continuazione e dal concorso di persone».
«Nonostante tutto sia nella norma – si legge nell’atto firmato dall’avvocato Giovandomenico Gemelli – sono molestata da innumerevoli richieste di pagamenti non dovuti, fondate sulla falsa dichiarazione da parte degli uffici comunali e di Municipia S.p.A. di consumi idrici inesistenti». La cifra totale indebitamente richiesta è stata calcolata in circa 2mila euro e questa storia è esemplare, comune com’è a molti altri cittadini nelle stesse situazioni.
«Vessata da cinque anni»
Le «vessazioni hanno avuto inizio nell’ormai lontano 2019» riporta l’insegnante tramite il legale, ricostruendo la vicenda attraverso i continui solleciti di pagamento, che già a inizio 2020 avevano portato a un primo ricorso al giudice di pace di Cosenza (Galasso): di qui l’annullamento del sollecito con relativa condanna del Comune di Cosenza al pagamento delle spese processuali. «I consumi addebitati non erano reali – si legge nella querela – e il giudice ha annullato il sollecito di pagamento, statuendo che “l’addebito deve essere commisurato al reale consumo effettuato dall’utente per cui non può ammettersi nessun calcolo presuntivo (…) ciò per scongiurare un indebito arricchimento dell’Ente erogatore del servizio”».
Passaggio che tuttavia non servirà a far cessare, negli anni a seguire, l’invio di fatture, solleciti e avvisi di accertamento in cui, per tramite di Municipia, il Comune riportava stime presunte puntualmente superiori ai consumi reali certificati dalle autoletture.
Una seconda causa civile (giudice Marisa Bonacci) porta all’annullamento di un’altra intimazione di pagamento notificata stavolta dall’Agenzia delle Entrate Riscossione Spa, sempre per conto del Comune, riferita al canone idrico del 2009: ingiunzione annullata e Agenzia delle Entrate condannata al pagamento delle spese processuali.
«Esasperata e spaventata, ma il Comune non risponde»
«In data 28.11.2022, ormai esasperata dal comportamento del Comune di Cosenza e spaventata per le continue richieste illegittime di pagamento effettuavo una nuova autolettura del contatore idrico»: cristallizzato a quello stesso giorno, il consumo idrico effettivo è pari a 1690 mc eppure, un mese e mezzo dopo (11.01.2023) alla donna viene notificata da Municipia un’altra «ingiunzione di pagamento per l’importo di € 782,14 riferita a presunti consumi idrici già dichiarati inesistenti con la sentenza n. 1880/2022, emessa dal Giudice di Pace di Cosenza, dottoressa Galasso». A marzo 2023, proprio in virtù di quella sentenza, l’insegnante ha inviato richiesta di annullamento in autotutela tramite pec al Comune di Cosenza ma «il Comune nemmeno rispondeva» (nel marzo 2024 arriva comunque la sentenza di annullamento dell’ingiunzione di pagamento).
Le continue richieste assumono toni grotteschi come quando, poco tempo dopo, le viene richiesto «il pagamento della somma di € 209,88 per il servizio idrico integrato per il periodo 01.01.2020 – 31.12.2020, dichiarando un consumo presunto di 1829 mc, consumo che ancora oggi, a distanza di oltre 4 anni, non è stato raggiunto»: all’11 dicembre 2024, la lettura del contatore idrico riporta un consumo effettivo di 1723 mc. E così si arriva all’ennesima opposizione davanti al giudice di pace Bonacci (prossima udienza ad aprile 2025) mentre una terza azione legale (giudice di pace Lanzillotti) sospende l’efficacia del preavviso di fermo amministrativo sull’unica auto di proprietà della contribuente notificato da Municipia nel settembre 2023…
Si chiude un altro anno di «calvario»
Il 2024 si apre con la lettura del contatore idrico (è il 28 marzo) da parte di un tecnico incaricato da Municipia, quindi P. A. ha ragione di sperare che il calvario sia finito, ma per sicurezza fotografa in due occasioni (29 marzo e 3 aprile) il contatore, attestando un consumo idrico effettivo di 1711 mc: calvario tutt’altro che finito, però, visto che lo scorso 27 novembre il Comune di Cosenza (Settore 14 – Tributi e Riscossione) le notifica una «fattura per il consumo idrico riferito all’anno 2023 – I trimestre 2024, con la ennesima falsa indicazione». La donna decide di riprovarci, inviando per la seconda volta via pec al Comune di Cosenza istanza di annullamento in autotutela, con tanto di foto della lettura reale ed effettiva del contatore idrico alla data del 12 dicembre 2024.
«Il comportamento messo in atto dal comune di Cosenza – si sfoga la donna – è molesto e persecutorio, ma anche fraudolento ed illegale. Sono vittima di vessazioni oramai da anni. Sono terrorizzata ogni volta che il portalettere mi consegna la posta. Sono terrorizzata dal fatto che Municipia S.p.A. possa iscrivere al P.R.A. il fermo amministrativo della mia unica autovettura. In questi anni per difendere il mio patrimonio da richieste di denaro illegittime ed illecite ho dovuto affrontare numerose cause civili. Ho speso centinaia di euro e centinaia di ore della mia vita. Ma quello che è ancora più grave è che negli anni la lettura del contatore è stata rilevata più volte dagli addetti inviati da Municipia S.p.A., ma nonostante ciò subisco continue richieste di pagamenti non dovuti».
«Così si falsificano i bilanci del Comune?»
E ancora: «Il Comune di Cosenza e Municipia S.p.A., da anni, dichiarano il falso per estorcermi denaro non dovuto, attestando falsamente, in diversi periodi consumi reali maggiori rispetto a quelli effettivi ed inesistenti. Da ultimo, quindi, il 27 novembre 2024 il Comune dichiara un consumo reale al 28/3/2024 (data della lettura dell’incaricato di Municipia, ndr) di 2022 mc, quando ad oggi (12 dicembre 2024) il contatore attesta un consumo reale di 1723 mc», vale a dire ben 300 metri cubi in meno.
La donna e il suo legale, avvocato Gemelli, segnalano anche un altro profilo della vicenda, per così dire politico: «Il Comune di Cosenza e per esso anche i dirigenti preposti ai vari settori preposti e Municipia S.p.A., con tutti i dipendenti che hanno avuto un ruolo attivo nella vicenda, attestano falsamente consumi idrici inesistenti pur di far confluire indebitamente nelle casse comunali e nelle casse di Municipia S.p.A. (che ha una provvigione sui crediti riscossi, anche se questi non sono dovuti dai contribuenti) somme di denaro. L’attestazione di falsi consumi idrici costituisce reato e merita punizione. E non è tutto. Il Comune di Cosenza, attraverso le false attestazioni di consumi inesistenti, falsifica i bilanci dell’Ente pubblico. Infatti, grazie a questa pratica illegittima ed illecita, nel bilancio vengono indicati crediti che non possono e non debbono esseri riscossi. Ed anche i bilanci di Municipia S.p.A. sono “viziati” a causa di tali procedure illegali». (euf)
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