Da Milano a Livigno, come stanno crescendo i Giochi 2026

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Dall’esempio virtuoso della pista di bob alle infrastrutture già concluse, fino alle nuove strutture che stanno ridisegnando alcune zone del capoluogo lombardo. Il punto sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina a poco più di un anno dal via


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A Livigno c’è tanta neve. Per strada, sopra le macchine, figurarsi sulle piste. È facile immergersi nell’atmosfera natalizia, ma esiste un orizzonte più ampio. Lo si nota dai cantieri sparsi. Qualche mese fa erano di più, ora alcuni sono già finiti. Sono quelli delle Olimpiadi del 2026. “Milano-Cortina” è un brand prestigioso, ma i prossimi Giochi saranno un’esperienza diffusa che coinvolgerà altre località in Trentino, Alto Adige e in Lombardia. Tra cui Livigno, il posto dove più si respira l’atmosfera olimpica. Non potrebbe essere altrimenti: qui è stato consegnato ufficialmente, mercoledì 11 dicembre, il primo impianto da gara pronto, la pista “Aerials e Moguls” di sci freestyle o acrobatico, che dir si voglia.

I lavori, iniziati il 30 maggio e finanziati per circa 4,7 milioni di euro, prevedevano la consegna il 21 dicembre. Invece si è giocato d’anticipo, un segnale importante per una rassegna di cui finora si era parlato soprattutto in ottica ritardi, extra-costi e nomine. Il trend sembra essersi invertito e non solo per la benedizione del parroco di Livigno al momento del taglio del nastro, affidato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini assieme ad altre autorità locali e regionali. “Ne avete bisogno anche voi”, ha scherzato il prete mentre dispensava acquasanta sulla neve.

“Livigno è il paradigma dell’Olimpiade, c’è stata subito comprensione delle possibilità connesse all’evento e un lavoro costante”, ha raccontato l’architetto Fabio Massimo Saldini, commissario e amministratore delegato di Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina). Nella città della Valtellina si attendono 10 interventi per un totale di circa 166 milioni investiti tra impianti da gara (82 milioni) e infrastrutture varie (84 circa). Alcuni sono già conclusi: la pista dedicata alle gobbe (Moguls) e ai salti (Aerials), realizzata sul versante Carosello 3000, è il futuro paradiso dei freestyler, pronti a evoluzioni acrobatiche sfruttando dossi e trampolini innevati. Sono stati sistemati i tracciati, le piste di trasferimento e costruiti nuovi impianti di risalita per gli atleti. A marzo è atteso il Test Event con la coppa del mondo di specialità. Lo sci freestyle, pur rappresentando una disciplina di nicchia in Italia, rientra nella tradizione livignasca e strizza l’occhio al turismo straniero, dagli Usa alla Cina, Paesi con molti più praticanti. Si sposa alla perfezione con lo snowboard, altra disciplina coreografica di base sempre a Livigno, nello Snowpark del Mottolino, sull’altro versante della vallata, pronto entro settembre da crono-programma.

A Livigno c’è davvero voglia di Olimpiade. Chiacchierando con albergatori e ristoratori, qualcuno ironizza sul fatto che non sarebbe affatto dispiaciuto lo spostamento delle gare di bob, slittino e skeleton a Saint-Moritz (distante appena 60 km). La pista da bob di Cortina si sta però trasformando da oggetto della discordia a esempio virtuoso, con lavori che procedono spediti e un risparmio del 40 per cento sul taglio degli alberi originario. Assieme al Palazzo del ghiaccio per il curling e alla pista delle Tofane per lo sci alpino femminile, non sembra più esserci il rischio che il ruolo della città sia secondario.

A Milano i progressi dei lavori stanno ridisegnando alcune zone della città. Impossibile ignorare le palazzine del villaggio olimpico nell’ex scalo di Porta romana e la nascente arena coperta nel quartiere Santa Giulia. Strutture ormai evidenti, che necessitano però delle ultime accelerazioni per rispettare le scadenze nel 2025. E di soldi. Gli investitori privati che si sono assunti l’onere di costruire queste nuove opere richiedono un supporto economico dal governo. A Livigno Salvini ha teso la mano a metà: “Loro chiedono X, noi offriamo Y, si troverà un punto d’incontro. In medio stat virtus”.

La prima consegna, a poco più di un anno dall’inizio delle Olimpiadi (partenza il 6 febbraio 2026), è una simbolica iniezione di ottimismo. La dislocazione nel territorio rappresenterà una grande novità, forse il modello più adatto in futuro a una manifestazione che richiede enormi sforzi economici, infrastrutturali e logistici. L’evento si sta inoltre rivelando un traino per interventi attesi da tempo dalle comunità. A Livigno è stata inaugurata a fine novembre la nuova cabinovia del Mottolino grazie al partenariato pubblico-privato, si sta costruendo un parcheggio di tre piani completamente interrato da oltre 500 posti per rendere il centro free-car e si attende con ansia il collegamento dei comprensori del Mottolino e del Carosello attraverso una funivia che, garantisce il commissario Saldini, sarà pronta per l’inizio dei Giochi. Nel centro di preparazione olimpica in altura dell’Aquagranda c’è già una mostra di torce olimpiche. Più che alle luci di Natale, il pensiero è già a fiamme, bracieri e medaglie. Nella sola Livigno se ne assegneranno 26 d’oro.
 





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