Il vicesindaco Gandi e l’assessore Valesini: «I tempi saranno rispettati. Gli aumenti? Il costo totale resta di 18 milioni»
Non solo consentirà di alleggerire la quota del mutuo contratto dal Comune, abbassandolo da 6 a 4,5 milioni di euro. Ma, in questo modo, permetterà anche di sbloccare le risorse necessarie a finanziare la realizzazione della nuova piazza esterna al museo (sostanzialmente spostandole da un capitolo di spesa a uno differente). Risorse a cui Palazzo Frizzoni dovrà aggiungere un ulteriore contributo, ma dall’importo minimo se paragonato al valore globale dell’infrastruttura.
Genererà un duplice effetto positivo, quindi, il contributo pari al milione e mezzo di euro in arrivo dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo e destinato al cantiere che sta cambiando il volto dell’ex palazzetto dello sport, in via di trasformazione nella futura sede della Gamec. Un finanziamento annunciato al Comune lo scorso aprile, «a dimostrazione dell’attenzione e della sensibilità che la stessa Fondazione ha voluto riconoscere a quello che rappresenta senz’altro il più importante progetto culturale dei prossimi anni, di una città che sta fortemente puntando su questo suo rinnovato ruolo», puntualizzano Sergio Gandi, vicesindaco e assessore alla Cultura, e Francesco Valesini, assessore alla Rigenerazione urbana. E non, quindi, secondo Palazzo Frizzoni, un aiuto per un aumento complessivo dei costi. Ma un aumento, su singole e importanti parti dell’opera (come lo scalone centrale del futuro museo) c’è stato. La giunta confida che potranno essere assorbiti nel conto finale.
L’opera pubblica, da preventivo, costerebbe 18 milioni di euro, suddivisi in quote da 6 milioni ciascuna ripartite fra Palafrizzoni, Intesa Sanpaolo e fondi garantiti dal Pnrr (ragion per cui il termine del cantiere è fissato al 9 marzo 2026). Tuttavia, dalla data di inizio lavori (21 settembre 2023), la pugliese Manelli Impresa Spa, società appaltatrice generale del progetto, avrebbe manifestato più volte la necessità di ritoccare i costi di specifici interventi, in conseguenza dei rincari di alcuni materiali e di prestazioni d’opera che si sono rivelate più complesse del previsto. Un capitolo in cui rientra la costruzione dello scalone centrale attorno a cui si svilupperanno gli spazi espositivi della Galleria. Bisogna rinforzarne la struttura per garantirne la staticità e per farlo servirebbero alcune centinaia di migliaia di euro in più rispetto al budget iniziale.
Invece che di aumento dei costi, Gandi e Valesini parlano di un «fisiologico confronto tra l’impresa, la direzione lavori e i responsabili del procedimento su una serie molto articolata e complessa di lavorazioni, alcune delle quali hanno portato fino ad ora a un risparmio mentre altre ad aumenti, ma contenuti in ogni caso negli importi messi a disposizione». Ad esempio, alcuni risparmi deriverebbero dalla bonifica dell’amianto che si stimava fosse nelle coperture (e per la quale era stata accantonata una cifra significativa). Gli assessori rassicurano anche sul rispetto del cronoprogramma: «È del tutto rispettato, come la data di fine lavori per marzo 2026». L’unica sospensione, di una ventina di giorni, è avvenuta dopo l’alluvione del 9 settembre «con la conseguente interruzione delle lavorazioni all’interno del canale della Morla per il consolidamento della sua copertura, ma senza fermare le altre attività in corso». Tuttavia, in diverse fasi dei lavori una mediazione tra Comune e appaltatore è stata necessaria (nonché una pressione perché, nelle prime settimane, l’organico in cantiere fosse all’altezza dei lavori).
Quanto alla nuova piazza esterna, costerà 2 milioni e non verranno ridotti i posti auto in strada: 1,5 milioni deriveranno dall’effetto del contributo della Fondazione, mentre gli altri 500 mila euro saranno fondi comunali.
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