L’Italia del vino dal punto di vista dei francesi Philippe Gilbert e François Gilbert, fondatori di Gilbert & Gaillard – Wine Blog Roll

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Se c’è un termine di raffronto enoico per l’Italia del vino esso è sempre stato quello con la vicina Francia e – non nascondiamolo – in alcuni casi la comparazione soffre di una sorta di malcelata sudditanza psicologica che, per fortuna, negli ultimi anni è andata scemando trovando equilibri nuovi dovuti alla maggior consapevolezza di quanto le unicità storico-enoico-culturali, la pluralità territoriale e varietale e le differenze interpretative possano diventare valori aggiunti per il nostro paese. Per questo quando, oltre un lustro fa, mi fu chiesto di scrivere degli approfondimenti di ca. 2500 parole sui diversi areali del vino italiani da uno dei più importanti magazine enoici francesi ho accolto con grande positività la cosa. Nulla a che fare con guide e valutazioni (che, come sapete, ho scelto di evitare dacché scrivo di vino) ma liberi focus che possano offrire un punto di vista più interno sullo stato dell’arte del mondo del vino italiano, partendo dalle più importanti denominazioni fino ad arrivare alle più piccole e, magari, meno note realtà territoriali. (Qui trovate alcuni esempi di focus pubblicati: Piemonte, Prosecco, Soave, Umbria ed Emilia-Romagna, Franciacorta, Sicilia e Sardegna ecc…)

A chiedermi di raccontare fu Gilbert & Gaillard, uno dei nomi più noti nel panorama internazionale del vino.

Fondato nel 1989 da François Gilbert e Philippe Gaillard, il brand è nato con l’obiettivo di raccontare e valorizzare le eccellenze enologiche mondiali, partendo dalle guide regionali e arrivando a una presenza globale attraverso il magazine con il quale collaboro e il Gilbert & Gaillard International Challenge.

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Per ringraziare i cugini d’Oltralpe per la fiducia e la redazione per avermi permesso di scrivere lunghi articoli su territori a me cari, ho reputato opportuno condividere una mia intervista ai fondatori della testata. Nel botta e risposta che segue Philippe Gaillard e François Gilbert ripercorrono i momenti salienti di una carriera che dura da oltre 35 anni, raccontando l’evoluzione delle loro attività, l’importanza del legame con la viticoltura e il ruolo cruciale dell’innovazione nel settore. Con una visione internazionale che abbraccia vigneti di ogni angolo del globo, Gilbert & Gaillard condivide riflessioni profonde sull’industria del vino, sulle differenze e somiglianze tra Italia e Francia e sull’importanza strategica del vino italiano nelle loro pubblicazioni.

Vi lascio all’intervista a Philippe Gaillard e François Gilbert:

Quando è nata Gilbert & Gaillard?

 Philippe Gaillard: Gilbert & Gaillard è nato nel 1989 con la redazione e la creazione di guide regionali sul vino, dedicate a Bordeaux, Alsazia, Languedoc, ma anche ai vini californiani!

 François Gilbert: La vera nascita di Gilbert & Gaillard risale al 1989, ma ci eravamo incontrati più di dieci anni prima. Questa data rappresenta una pietra miliare che segna l’inizio di questa avventura comune, che dura ormai da 35 anni!

Quali sono le attività svolte da Gilbert & Gaillard?

 F. G.: Il nostro settore storico è la stampa, con il magazine Gilbert & Gaillard (The French Experts on Wine), pubblicato in inglese e dedicato ai vigneti di tutto il mondo: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Ungheria, Moldavia, Libano, Argentina, Cile, Sudafrica…

 P. G.: Ma siamo anche viticoltori, nel sud della Francia (Saint-Chinian) e nella valle della Loira (Touraine-Chenonceaux). Io rappresento l’ottava generazione di viticoltori nella mia famiglia.

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Questo ritorno alle origini, intrapreso nel 2012, ci permette di comprendere a fondo le problematiche della professione in termini di produzione e vendita, soprattutto per l’export.

 F. G.: Inoltre, abbiamo creato il Gilbert & Gaillard International Challenge, che ci consente di degustare vini francesi, europei e di tutto il mondo. Abbiamo aperto uffici in Italia, Spagna, Portogallo, Sudafrica e Argentina per coprire l’intera America del Sud. Stiamo implementando una struttura simile per la Cina.

Cos’è la Gilbert & Gaillard International Challenge?

 P. G.: E’ un concorso enoico internazionale. Basta registrarsi online (https://www.gilbertgaillard.com/en). Ogni anno degustiamo tra i 12.000 e i 15.000 vini provenienti da tutto il mondo.

 F. G.: Inoltre, offriamo questo servizio durante tutto l’anno, senza scadenze. L’obiettivo è fornire una degustazione affidabile e riconosciuta a livello internazionale entro tre settimane, garantendo la massima reattività ai produttori, importatori e distributori di tutto il mondo.

 P. G.: Crediamo fermamente nella nostra industria e nella sua resilienza. È parte del DNA dei viticoltori di tutto il mondo: l’adattamento è la chiave. Per questo il nostro Challenge è aperto a tutti i tipi di prodotti: vini, distillati e, più recentemente, prodotti no-low e oli d’oliva. Adattarsi alle nuove tendenze dei mercati è essenziale per il successo.

Qual è la vostra opinione sui vini italiani?

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 F. G.: L’Italia è il paese del vino tanto quanto la Francia. È una straordinaria mosaico di terroir, con vitigni autoctoni che conferiscono ai vini un carattere e uno stile inimitabili.

 P. G.: Gli italiani lavorano i loro vini nel legno in modo molto diverso dai francesi, conferendo loro una brillantezza e un’espressione uniche.

 F. G.: I vini italiani riescono a combinare tradizione e modernità in modo magistrale. Ad esempio, i Moscato d’Asti sono un classico perfetto per avvicinarsi al mondo del vino: freschi, espressivi, con più o meno residuo zuccherino, sono un prodotto ideale, e tradizionale!

Che importanza date al vino italiano nelle vostre pubblicazioni?

 F. G.: Un’importanza rilevante. Sia nel magazine cartaceo che online, diamo sempre spazio ai produttori italiani di ogni genere.

 P. G.: Non dimentichiamo che ogni anno l’Italia compete con la Francia per il primato di maggiore produttore di vino al mondo. Inoltre, come già accennato, le due nazioni si assomigliano molto nella struttura aziendale. Per noi è fondamentale dare visibilità alle “grandi maison” insite nelle più note denominazioni, ma anche a piccole realtà virtuose che coltivano poche manciate di ettari in territori meno conosciuti.

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Dove si può trovare il vostro magazine?

 P. G.: Distribuiamo selettivamente il magazine inviandolo a tutti i professionisti del settore: produttori, buyers, importatori ecc…

 F. G.: Siamo anche molto presenti in tutti i saloni internazionali e negli hotel vicini, dove i magazine sono messi gratuitamente a disposizione dei professionisti.

Italia e Francia sono riferimenti globali per la produzione di vino. Quali sono le principali differenze e somiglianze tra le due nazioni vitivinicole?

 P. G.: La struttura del settore è molto simile in entrambi i paesi: proprietà familiari di dimensioni varie, grandi gruppi multiregionali e cooperative. Anche il consumo pro capite è quasi identico. Le differenze si trovano principalmente nello stile dei vini.

 F. G.: Gli italiani producono, ad esempio, vini rossi frizzanti o appassimenti, praticamente assenti in Francia.

 P. G.: Entrambe le nazioni eccellono nell’export e trasmettono un’immagine di lusso che si traduce in un posizionamento commerciale elevato. Tuttavia, le differenze principali si trovano nella gastronomia: un Pommard e un Brunello, o un Riesling e un Fiano di Avellino, non possono accompagnare gli stessi piatti.

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Qual è la percezione del vino italiano in Francia?

 F. G.: Per molto tempo, i vini italiani erano relegati a pizzerie o ristoranti italiani in Francia, con le classiche bottiglie “fiasco” di Chianti o Bardolino Chiaretto e Lambrusco.

 P. G.: Questi tempi sono passati. Il mercato e la distribuzione sono cambiati, anche grazie a Internet e molte denominazioni ne hanno giovato. Il fenomeno più importante degli ultimi dieci anni è senza dubbio il “tsunami” del Prosecco, che ha rivoluzionato il mondo degli spumanti! Ora è facile trovare Prosecco di alta qualità, come i Rive, per chi cerca con attenzione.

 F. G.: Tra i professionisti del settore, i vini italiani sono chiaramente visti come “l’altro” grande paese del vino, sia in termini di volume che di valore. Molti produttori francesi invidiano le quote di mercato italiane in paesi come gli Stati Uniti o la Germania.

Il nostro settore sta attraversando un periodo complesso, segnato da nuove sfide: calo dei consumi, cambiamento delle abitudini di consumo e crisi multiple nel mondo vitivinicolo. Mai come oggi, siamo al vostro fianco per sostenere, accompagnare e valorizzare i vini che ci vengono affidati per la degustazione. È il momento della solidarietà e della collaborazione tra tutti gli attori della nostra filiera, dal vivaista fino all’ultimo dei distributori, per affrontare insieme queste sfide. Il nostro vantaggio, come viticoltori, è di poter vivere in prima persona ciascuna delle fasi e delle sfide che interessano la nostra filiera.

Ringrazio vivamente Philippe e François per la disponibilità e per aver risposto in maniera schietta e diretta alle mie domande, raccontandosi e dando una visione chiara e senza fronzoli del loro approccio al vino italiano. Da par mio, confido di poter approfondire ancora gli areali del nostro paese, dando la possibilità alle migliaia di lettori del magazine internazionale di poter conoscere ancora meglio l’enografia italica e le dinamiche produttive, stilistiche e le prospettive di mercato delle denominazioni che potrò trattare nel 2025.

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