Maurizio Gasparri, capogruppo in Senato di Forza Italia, in Campania ci sono state molte frizioni in questi mesi nel centrodestra in vista delle prossime Regionali. Ci sono le condizioni per far tornare la pace?«Assolutamente sì, anzi è inevitabile. Il centrodestra deve essere unito. E lo è già al di là di alcune periodiche frizioni. È necessario che nel centrodestra si faccia una riflessione. In Campania dobbiamo recuperare terreno. Possiamo ottenere risultati migliori rispetto a quelli che abbiamo ottenuto nelle ultime tornate elettorali. Soprattutto guardando alle elezioni locali, i numeri indicano che c’è un margine di miglioramento notevole. Prima delle ambizioni individuali dei singoli partiti ci deve essere questa consapevolezza da affrontare in maniera unitaria».
Alcuni dei protagonisti del centrodestra campano hanno individuato nel ministro dell’Interno Matteo Piantedosi un nome di sintesi. Lei è d’accordo?
«Sono molto amico di Piantedosi. Lo considero talmente bravo ed esperto nel suo lavoro da ministro dell’Interno da essere meno entusiasta rispetto ad altri su una sua possibile candidatura in Campania. La mia prudenza è dovuta alla stima che nutro per Matteo nel ruolo che ricopre oggi. Capisco che potrebbe essere un ottimo candidato e non mi sfugge l’importanza di avere un profilo di qualità per la Campania, ma da dirigente politico nazionale so anche quanto sia importante avere un uomo delle sua capacità nel Dicastero più complicato da gestire. Ovviamente bisogna capire cosa ne pensa lui e la coalizione, ma io non mi unisco al coro, preferirei che restasse lì. D’altronde il centrodestra ha anche altri nomi, sia politici che civici, da poter mettere in campo. Fratelli d’Italia ha la bandiera Edmondo Cirielli, noi abbiamo Fulvio Martusciello, ho letto di Gianpiero Zinzi per la Lega. E poi ci sono anche profili imprenditoriali. Sarebbe una sciagura se il centrodestra non avesse 7-8 ipotesi, sia civiche che politiche».
Una candidatura di De Luca contro il centrosinistra, con la spaccatura del fronte avverso, sembra uno scenario realistico. Uno scenario che favorirebbe il centrodestra.
«Dobbiamo ancora capire dove si fermerà la pallina di questa roulette. De Luca era quasi tentato dall’abolizione dell’elezione diretta del presidente della Regione attraverso la modifica dello Statuto. Mi pare che si sia fermato su questa decisione. Ma ha modificato la legge elettorale facendo approvare la norma che gli consentirebbe di effettuare il terzo mandato. Al di là dei profili giuridici su questo tema, mi pare di capire che De Luca vada su una sua rotta, in rotta di collisione con il Pd. Poi non so se alzerà il pedale dell’acceleratore alla fine e accetterà altre condizioni indicate dal Pd. Di certo una spaccatura ci avvantaggerebbe. Ma non possiamo solo confidare sui guai altrui. Dobbiamo puntare sulla validità delle nostre proteste. È vero che le elezioni a volte si vincono anche per errore dell’avversario, ma non dobbiamo avere questo come programma. Altrimenti la facciamo troppo facile e non è facile».
A proposito di programma, quale deve essere la priorità del centrodestra ovemai tornasse alla guida della Regione?
«Sicuramente la sanità. È un dramma generale del Paese. Il Governo ha fatto lo stanziamento massimo della storia. In Campania il problema è ancora più grave. Il nuovo presidente dovrà essere rifondatore della sanità che in Campania è catastrofica, anche perché per la sinistra è stata soltanto terreno di nomine e spartizioni. Già se facesse questo passerebbe alla storia. Poi bisogna sviluppare le infrastrutture per sfruttare le potenzialità del territorio, ma la priorità è la sanità».
Il nuovo presidente dell’Anci, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, sta spingendo per ridurre i tagli ai Comuni in manovra. Lei è anche responsabile Enti Locali di Fi, si può andare incontro alle richieste dei Comuni?
«Ho incontrato varie volte il nuovo presidente dell’Anci e abbiamo stabilito dei cordiali e costruttivi rapporti. Manfredi ha ragione, ma se ci sono dei tagli che colpiscono anche i ministeri, in qualche misura li avranno anche gli enti locali. Però contenerli per garantire i servizi è una priorità non solo per l’Anci ma per tutti noi. Vedremo ora, nella stretta finale sulla manovra in questo fine settimana, a che livello riusciremo a far salire l’asticella. Forza Italia ha già rimosso la riduzione del turn over per gli enti locali. Siamo stati protagonisti di questa scelta e vedremo di fare ancora di più».
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