Sulla discarica di Riceci nelle Marche fermata dalla provincia pende un ricorso al Tar. Ma decideranno prima i sindaci

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La questione sembrava essere stata chiusa con la decisione, dello scorso 19 settembre, della Provincia di Pesaro e Urbino di non autorizzare l’impianto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Petriano, in località Ponte Armellina presso il piccolo centro agricolo di Riceci. Con piena soddisfazione delle associazioni ambientaliste, che avevano contrastato la proposta. Le colline suddivise in appezzamenti di terreno delimitati da filari di alberi di una delle vallate del Montefeltro, erano salve. Anzi, no. Forse. Già, perché la società proponente ha fatto ricorso al Tar. Nella speranza di ribaltare il diniego della Provincia. Così la soddisfazione delle associazioni ambientaliste che avevano contrastato il progetto anche chiedendo l’apposizione di un vincolo paesaggistico si trasforma in delusione. “Ci aspettavamo che chi ha sostenuto con noi la contrarietà al progetto, anche se a procedimento già partito, facesse qualcosa di concreto oltre a spendere parole”, ha detto a ilducato.it Francesco Veterani, portavoce del comitato di Urbino per il no alla discarica di Riceci.

La discarica, quella al limite occidentale del comune di Petriano in prossimità del confine con il comune di Urbino, a circa 500 metri dalla zona industriale di Ponte Armellina, a più di un chilometro dall’abitato di Gallo. Estesa complessivamente su circa 473.000 metri quadrati, dei quali 242.000 relativi all’impianto. Che secondo le previsioni progettuali, sarebbe in grado di sostenere un flusso di 200.000 tonnellate all’anno per un periodo pari a 25 anni di vita, con una capacità di abbancamento massima di 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi.

Il progetto era stato presentato a febbraio 2023 al Servizio pianificazione territoriale della Provincia di Pesaro e Urbino Provincia, per l’ottenimento del Provvedimento Autorizzativo unico (Pau). La società proponente Aurora, una neo costituita società di scopo, il cui capitale sociale è per il 60% di Ecoservizi con sede nella Repubblica di San Marino e per il 40% di Marche Multiservizi, società a partecipazione e controllo pubblico per il tramite, nella quasi totalità, dei comuni della Provincia di Pesaro-Urbino e dell’amministrazione provinciale.

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Tra la Conferenza dei servizi istruttoria di febbraio 2024, la prima riunione di marzo e quella conclusiva di agosto, ci sono le proteste del Comitato No discarica, al quale hanno aderito le associazioni Lupus in fabula, Marea verde, EveryOne Group, DiversaMente, Comitato Urbino no discarica Riceci e Marche rifiuti. Tra la prima proroga di 180 giorni concessa dalla Provincia ad Aurora a maggio 2023 e la seconda, di ulteriori 180 giorni, a gennaio 2024, ma anche dopo, ci sono le manifestazione di fronte alla sede di Marche Multiservizi, a Pesaro, a luglio 2023 e poi davanti al Teatro Sanzio, ad Urbino a dicembre 2023. E ancora quelle a Piazza del Popolo a Pesaro a settembre 2023 e a Piazza della Repubblica a marzo 2024. Ma anche il sit-in di fronte alla sede della Provincia, a Pesaro, a gennaio e poi a marzo e ancora a settembre 2024. Oltre al sit-in in Regione, ad Ancona, a settembre 2024. Da febbraio 2024 si aggiungono le audizioni di alcuni protagonisti della vicenda, tra rappresentanti della Regione e degli Enti locali, di Aurora e Marche Multiservizi oltre che delle associazioni ambientaliste, di fronte alla Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, su richiesta del Presidente della Commissione Francesco Emilio Borrelli.

Le diverse criticità evidenziate dalle associazioni ambientaliste, oltre che da Regione e Comune di Petriano, diventano motivazioni per il diniego della Provincia. Che rileva il contrasto del progetto con alcuni criteri localizzativi del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti, a partire dalle “distanze di tutela integrale dal centro abitato e dalle funzioni sensibili”, passando per la “tutela integrale delle aree di pertinenza dei corpi idrici e tutela integrale dei corsi d’acqua”, oltre alla “tutela integrale dei crinali e tutela integrale dei versanti”. Ma anche alla “fascia di rispetto di Rete Natura 2000 a seguito della valutazione negativa di incidenza espressa dall’Ente gestore Unione Montana Alta Valle del Metauro”. La provincia rileva l’“inadeguatezza del progetto rispetto agli standard fissati dalle migliori tecniche possibili di riferimento per le discariche” e l’“inadeguatezza del progetto per quanto attiene la gestione del biogas”. Anche l’Unione Montana Alta Valle del Metauro esprime parere negativo, dal momento che “non è possibile concludere che il progetto non determinerà incidenze significative sui siti Natura 2000”. Parere negativo anche da parte del Settore Genio Civile Marche sud “riguardo gli aspetti idrologici e idraulici”. Parere negativo, poi, in merito alla variante urbanistica da parte del Comune di Petriano e riguardo il progetto dell’antincendio da parte dei Vigili del fuoco.

Invece è arrivato un parere positivo da parte di Marche multiservizi in ordine al nulla osta per allaccio alla pubblica fognatura e all’autorizzazione allo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura. Parere positivo di compatibilità, poi, da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino centrale nell’ambito delle interferenze con le aeree in dissesto tutelate dal piano di Assetto idrogeologico.

Una bocciatura sonora, inequivocabilmente. Alla quale Aurora ha risposto appunto ricorrendo al Tar. Anche perché sulla discarica ha già investito non soltanto per progetto ed integrazioni. A ottobre 2022, quando l’iter autorizzativo deve ancora essere avviato, la società sanriminese procede a versare una caparra confirmatoria ai proprietari dei terreni sui quali avrebbe dovuto realizzare la discarica. Una operazione da oltre 235mila euro. Un investimento che ora rischia di essere a fondo perduto.

Ma intanto c’è da registrare anche altro, come sottolinea Marta Ruggeri, consigliere regionale del M5s. Il 17 dicembre è stata convocata l’Assemblea dei Sindaci che compongono l’Ambito Territoriale della Provincia di Pesaro e Urbino per la gestione dei rifiuti. Fra i punti all’ordine del giorno che i Sindaci saranno chiamati a votare, ci sono le osservazioni al nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che la Regione si appresta ad adottare. In particolare c’è la quattordicesima osservazione nella quale si
si propone di emendare il nuovo piano Regionale, riducendo la distanza minima delle discariche dalle aree residenziali da 1.500 metri a 500 metri, ovvero un vero e proprio emendamento “salva discarica di Riceci”. E a decidere sulla discarica potrebbero essere i sindaci, ancora prima del Tar.



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