Direzioni creative maison perché la moda cambia direzione?

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La moda è ciclica ma a quanto pare i direttori creativi delle Maison lo sono ancor di più: cosa sta succedendo tra stilisti e fashion brand? Questo rapporto, tra direzioni creative  e Maison, un tempo ritenuto imprescindibile ed essenziale, sta vacillando giorno dopo giorno e gli appassionati del settore si chiedono: la creatività sta svanendo? La situazione sembra essere giunta a un punto di non ritorno, non solo perché a cadenza mensile, se non settimanale, vediamo direttori creativi andarsene dalle più prestigiose case del settore, ma perché sappiamo già che il loro successore dovrà farsi carico di un senso di incertezza che potrebbe mettere in dubbio il suo ruolo da un momento all’altro.  

John Galliano La stabilità: è questo ciò che oggi manca alla moda, e le sue ripercussioni iniziano a farsi sentire. Se pensiamo al considerevole aumento dei prezzi, che si contrappone a un calo della produzione, a una crisi generale del comparto tessile e manifatturiero, e aggiungiamo i continui “cambi di poltrone” tra direttori creativi e Maison, tutto si complica ancor di più. 

L’addio di John Galliano a Maison Margiela 

Questi giorni non si parla d’altro: John Galliano ha lasciato Maison Margiela. Dopo 10 anni il suo contratto non è stato rinnovato, e la liaison creativa è finita nonostante il grande successo di cui stava godendo. Perché parliamo di una direzione creativa che oltre ad aver dato vita a collezioni d’alta moda sognanti, ha rappresentato anche una redenzione stilistica e personale. Galliano, l’enfant prodige della moda, arriva da Maison Margiela nel 2014 con la volontà di rinascere. Da un lato uno dei migliori creativi del settore, dall’altro uno dei brand più rivoluzionari e all’avanguardia della storia della moda, la cui eredità lasciata dal fondatore aveva bisogno di un degno erede. 

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E chi meglio di John Galliano?

Eletto per la prima volta designer dell’anno dal British Fashion Council nel 1987, arriva da Givenchy nel 1995 prendendo il posto dello stesso Hubert e diventando il primo inglese a capo di una Maison francese. Poi gli anni da Dior creano uno spaccato: come designer dà il meglio di sé e diventa insuperabile, eppure i suoi anni migliori sono anche i peggiori. E dopo essere sparito dalle scene per molto tempo come una fenice è rinato dalle sue ceneri. Da Maison Margiela ha conquistato tutti. Le silhouette destrutturate, i tagli, il massimalismo, la teatralità.

john galiano maison margiela - Life&eople Magazine john galiano maison margiela - Life&eople Magazine Una visione onirica culminata con la collezione Artisanal SS24 presentata lo scorso gennaio. Una collezione che aveva fatto pensare che almeno questo rapporto tra direttore creativo e Maison non si sarebbe chiuso, e invece. Dunque, se Galliano è stato in grado di rappresentare un perfetto erede di Martin Margiela, ora ci domandiamo: chi sarà il suo? E soprattutto: chi riuscirà a eguagliare ciò che lui ha realizzato in questi ultimi 10 anni?

Il prima e il dopo di Bottega Veneta: arriva Louise Trotter

Altra Maison altra direzione creativa: passiamo a Bottega Veneta. Negli ultimi anni il brand è diventato tra i più acclamati e desiderati del fashion system, sia dagli insider che dalle it-girl e influncer. L’estetica del marchio veneto spopola durante gli anni del giovane designer Daniel Lee, in carica dal 2018 al 2021, che riesce a dare nuova vita alla Maison, si parla di una vera e propria “New Bottega”. 

louise trotter bottega veneta - Life&People Magazine louise trotter bottega veneta - Life&People Magazine Eppure, anche in questo caso nonostante l’acclamato successo, Matthieu Blazy, che fino a quel momento era direttore del design creativo, prende il suo posto. Collaborazioni d’eccezione e capi elaborati che diventano subito di tendenza, ma che al loro interno celano lavorazioni artigianali degne di nota, come l’intrecciato, molte volte impercettibile. Ha reinterpretato il guardaroba quotidiano conferendogli un’identità estremamente forte, il famoso quiet luxury che oggi piace tanto lo dobbiamo anche a Maison come Bottega Veneta. E a Matthieu Blazy.  

Anche qui, nonostante tutto sembrasse in perfetto equilibrio,

i rumors che circolavano da mesi si sono avverati. Fuori Blazy (o meglio, da Chanel) e dentro Trotter. Parliamo di Louise Trotter, ex direttrice creativa di Carven da febbraio 2023. Un nome per molti sconosciuto. Designer inglese che durante la sua carriera è passata per brand come Calvin Klein e Tommy Hilfiger, fin quando nel 2014 debutta alla London Fashion Week come direttrice creativa della Maison Joseph. Ma è con Carven che dà il meglio di sé e convince il pubblico, riuscendo a presentare le sue collezioni alla settimana della moda francese. Uno stile sensuale, ricercato e minimale, dove la femminilità appare delicata ma estremamente forte. Una caratteristica che la direttrice creativa ora dovrà conferire a Bottega Veneta, continuando il lavoro iniziato da Blazy: puntare sulla desiderabilità e creare un sogno dall’estetica quotidiana che, però, non può avverarsi per chiunque. 

La rinascita di Chanel inizia dalla direzione creativa

È il 6 giugno 2024 e viene comunicata una notizia, per molti, attesa da tempo: Virginie Viard è fuori dalla Maison Chanel. E ora che siamo a dicembre, dopo ben 6 mesi, abbiamo il suo successore: il già citato Matthieu Blazy. Viard ha collaborato con la Maison per quasi 30 anni, è stata al fianco di Karl Lagerfeld durante il periodo della sua direzione creativa e poi, dopo la sua scomparsa nel 2019, è stata lei a ricoprire questo ruolo per 5 anni.

Anni in cui la designer ha rappresentato i codici stilistici più classici della Maison,

quelli che tempo fa portò alla ribalta la stessa Coco, e che oggi hanno bisogno di vivere attraverso una nuova forma. Insomma, siamo certi che il tweed rimarrà sempre il cavallo di battaglia della Maison, così come le camelie, i giri di perle e i tailleur con pencil skirt, ma ora sarà Blazy a dare nuova linfa vitale al marchio.  Parliamo, infatti, di uno stilista che durante la direzione creativa di Bottega Veneta è stato in grado di portare a termine grandi obiettivi, tra cui, uno dei più difficili: elevare lo status del brand. Perché sì, Chanel sarà sempre Chanel, ma ora il mondo della moda ha bisogno di viverne di nuovo il sogno. E dopo le innumerevoli critiche rivolte alla Maison per il continuo aumento dei prezzi, ora l’ideale della garçonne francese ha bisogno di rinascere attraverso una nuova direzione creativa. 

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