“La cooperazione si fa sempre così, sulla base dei bisogni delle persone e delle comunità”. Sono trascorsi 75 anni dal quel 1949, quando venne fondata Confcooperative Piacenza, è oggi lo spirito di allora, figlio dell’immediato dopoguerra quando le persone avevano la necessità di mettersi insieme, unire le energie e le volontà, e per rialzarsi, ritorna attuale. In un mondo radicalmente mutato ma ancora attraversato da crisi, guerre e da incertezze profonde. La centrale più importante delle cooperative piacentine ha celebrato il proprio compleanno il 16 dicembre con una cerimonia nella sala concerti del Conservatorio Nicolini e una riflessione incentrata sul tema dell’economia sociale. Lo ha fatto insieme a diversi ospiti, con il presidente regionale di Confcoop Francesco Milza, il preside di Economia e Giurisprudenza della Cattolica Marco Allena, il presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale che si è collegato in diretta per un saluto, il suo vice Vincenzo Colla intervenuto di persona, e anche il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi, che ha inviato attraverso un video messaggio la sua esortazione a fare più comunità e più impresa. A moderare l’incontro la giornalista Nicoletta Bracchi.
“Comunità che si fanno imprese” è il titolo dell’iniziativa che si è aperta con i canti del coro dei bambini della Casa del Fanciullo (cooperativa di Confcoop) e si è conclusa con la premiazione dei tre consorzi cooperativi aderenti, Terrepadane (presidente Marco Crotti), Sol.co delle coop sociali (presidente Paolo Menzani) e Con.cop.ar (presidente Mario Spezia). Nel corso della sua prima uscita pubblica come neo vice presidente della Regione, Vincenzo Colla ha fatto un annuncio importante: sarà il titolare della delega all’economia sociale, fortemente voluta proprio dal mondo cooperativo. “Nel momento in cui si festeggiano i nostri 75 anni – ha rimarcato Francesco Milza – vogliamo confrontarci rispetto al futuro. Abbiamo una strada da percorrere verso un importante obiettivo, quello dell’economia sociale. E’ un tema che viene dall’Europa ed è stato proposto a tutti i paesi membri per il 2025, e noi pensiamo che sia il momento per rifletterci rispetto ai tempi che stiamo vivendo: perchè certo è importante la crescita economica, ma è importante che ci sia una crescita sostenibile. La cooperazione ha sicuramente le basi per poter essere protagonista rispetto a tutti questo tema”. “La sussidiarietà non è più una terza via – ha proseguito – ma è diventata la prima via, non è una ruota di scorta ma una parte arriva di un percorso economico e sociale”. E rivolto alla Regione, ha ricordato: “Il 70 per cento dei servizi socio educativi in Emilia Romagna sono cooperativi, mi auguro che si innalzi il livello di collaborazione nella direzione della coprogettazione in maniera veramente efficace. L’economia sociale può inoltre estendersi in settori relativamente nuovi, come quello delle cooperative di comunità a supporto delle aree interne”. “Per questo abbiamo chiesto anche durante la campagna elettorale – ha aggiunto – un riconoscimento di quello che è il tema dell’economia sociale con una delega ad hoc”.
Galleria fotografica75 anni Confcooperative
E la risposta di Colla è arrivata in senso positivo. “Questa delega all’economia sociale l’ha voluta con forza tutta la cooperazione e sono molto contento che quella istituita in Emilia Romagna sia la prima in Italia. Una delega da intendere come un nuovo modo di concepire tutto il nostro sviluppo. Non è solo un fatto di welfare, ma è una nuova idea per cambiare i modelli esistenti, per mettere in atto una ricucitura sociale ovviamente sempre guardando anche le figure più deboli, ma nello stesso tempo valorizzando tutto il tema di chi lavora nel sociale, dell’impresa sociale, delle strutture che operano nel sociale che a volte le trascuriamo un po’, mentre lì c’è anche tanta passione tanta tanta qualità e una risposta importantissima”. “Non credo che Stato e mercato non bastino più nel contesto in cui viviamo,- ha rimarcato – è necessario che la comunità riempia un vuoto che si va ampliando. C’è uno spazio allora molto importante per la cooperazione nell’economia sociale, perché è naturalmente predisposta alla sussidiarietà e alla mutualità”. Tra gli esempi portati dal vicepresidente regionale quello della denatalità: “In una situazione a demografia piatta il valore aggiunto della nostra regione diventa asfittico, dobbiamo per questo aprire un nuovo cantiere per essere in grado di accogliere e integrare. In questa regione già quest’anno avremo 5mila ragazzi e ragazze in meno iscritti alla prima elementare, ma se questo è il nostro destino, ci dobbiamo rassegnare a meno lavoro, meno produzione e meno consumi. Abbiamo un problema di redistribuzione e di rigenerazione delle persone per farle sentire davvero dentro alla propria comunità, questo è uno dei compiti dell’economia sociale”.
Nel suo intervento Daniel Negri, presidente Confcooperative Piacenza ha sottolineato: “Abbiamo deciso di festeggiare questa ricorrenza perché nonostante cambino le imprese, cambino le modalità di lavoro, ovviamente ne sono nate di nuove e altre che hanno chiuso, altre invece hanno resistito nel tempo durando per decenni. Celebrare i 75 anni in questo momento è importante perché si vanno intrecciare due aspetti, accanto alla ricorrenza c’è il tema dell’economia sociale che la Commissione Europea ha posto diciamo come tema principale. E non s’intende solamente l’economia generata dal privato sociale o socio assistenziale, ma in generale quella che deve vedere come capisaldi la ridistribuzione degli utili, la democrazia partecipativa, la centralità del lavoro delle persone rispetto a quello che è il capitale”. Ha sottolineato per il territorio piacentino l’esigenza di puntare di più su due modalità concrete di economia sociale, quello delle comunità energetiche rinnovabili e dei workers buyout per rilanciare le aziende senza un futuro.
Una definizione di economia sociale è stata proposta da Marco Allena, il preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Piacenza: “L’economia sociale è un modo diverso di fare l’economia, che si colloca in una posizione intermedia tra quella pubblica e quella meramente privata. L’economia sociale, oramai nel nostro paese è di antica data e Confcooperative la porta avanti da tempo, da più di un secolo a livello nazionale, e da 75 anni qui a Piacenza. Con le crisi che abbiamo vissuto negli ultimi tempi, dalla pandemia alle guerre attuali, è emersa più che mai l’esigenza di tornare e comprendere appieno quello che è l’economia sociale, cioè un nuovo modo di fare economia. Forse è arrivata finalmente la volta buona che approfondiremo a dovere questi temi e intraprenderemo questa strada che, d’altra parte, corrisponde in pieno anche a quanto la dottrina sociale della Chiesa ci insegna”.
E di dottrina sociale della Chiesa naturalmente ha parlato nel suo video messaggio il presidente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, che ha ripreso il filo della ricorrenza: “I 75 anni di Confcooperative sono occasione per ringraziare anche di tanta storia, di tanta speranza, di tanta solidarietà, di quell’uno più uno uguale tre che sta alla base del vostro sforzo, della vostra visione e così è vicina alla dottrina sociale della Chiesa, anzi che cerca di viverla, una dottrina bellissima di cui c’è un bisogno enorme e forse ancora dobbiamo scoprire quanto sia sorprendentemente importante e attuale. Avete scelto un tema molto curioso anche importante comunità che si fanno impresa. Sì, la comunità deve trovare anche forme per pensarsi insieme, per affrontare insieme i tanti problemi e tante necessità. Penso anche a chi è più fragile a chi resta indietro, chi non ce la fa, al lavoro povero che non può non preoccuparci, a una crisi e a un’inflazione che comunque producono tante sofferenze e tante preoccupazioni in molte famiglie e che riducono anche tanti spazi di solidarietà. Quindi a maggior ragione le comunità che si fanno impresa, per rispondere insieme perché il vostro è nostro tema di fondo, è che soltanto insieme se ne esce. Grazie per il vostro lavoro e dunque sì, più comunità e più impresa”.
Collegato da Bologna in diretta, il presidente della Regione Michele De Pascale ha portato il suo saluto: “Siamo all’avvio della legislatura e abbiamo iniziato a lavorare dal patto per il lavoro per il clima. Questo anniversario come altri in giro per il territorio ci dice quanto sia importante per gli emiliano-romagnoli l’idea di fare insieme. Lo abbiamo imparato e oggi lo dobbiamo fare in modo nuovo, abbiamo previsto una delega specifica all’economia sociale e l’ho assegnata all’assessore Colla. Dovremo intavolare questo confronto in maniera costante come sui temi della coprogettazione in tema di welfare. La Regione dovrà aggiornare il proprio progetto e stiamo lavorando anche per le sfide del territorio di Piacenza. Per essere più presenti e più aderenti alle esigenze dei piacentini”.
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