La storia e i prodotti di Fattoria Fazzuoli in Valdarno di Federico Fazzuoli

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I meno giovani ricondurranno automaticamente il suo volto, i suoi baffi e il suo sorriso alla domenica mattina di Linea Verde, Rai 1, con l’agricoltura (non certo di moda, a quei tempi) che entrava nelle case degli italiani. “Agricoltura legata all’idea di cibo, consapevolezza alimentare, benessere, ambiente, cultura”. Un programma epocale. Eppure Federico Fazzuoli, in Tv, ci era giunto per caso. “1968, invasione della Cecoslovacchia, la Rai voleva intervistare i ragazzi della squadra di pallacanestro di Brno, in trasferta a Porto San Giorgio. Io mi trovavo lì in vacanza e fui rintracciato dai carabinieri, perché un mio amico voleva che fungessi da tramite. Ai tempi le cose funzionavano anche così”.

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Agricoltura

 

Federico si mise all’opera, allacciò il contatto, l’intervista si fece e funzionò, la puntata di Europa Giovani fu un successo. Le porte della TV si aprirono, scompaginando i piani, “per me che da ragazzo volevo fare il dottore, che mi ero diplomato al liceo classico, iscritto a scienze politiche e poi a lettere moderne, alla Sapienza”.

Da Linea Verde al giro del mondo

Lavorò in Rai come sceneggiatore, quindi ereditò da Giovanni Minoli la rubrica domenicale Agricoltura Domani. “Anni in cui la gente fuggiva dalle campagne, i contadini faticavano persino a trovare moglie. Il cinema li tratteggiava come macchiette”. Fazzuoli li avrebbe portati nelle case di tutti. Dal 1981 avviò e condusse Linea Verde, portandolo ad ascolti record (9 milioni di telespettatori), circondandosi di personaggi amati dal grande pubblico come Gigliola Cinquetti e Paola Perissi, Catherine Spaak, Marta Flavi, Isabel Russinova, Sandro Paternostro; si inventò quella tavola finale imbandita di eccellenze locali e circondata dalle persone del posto, a chiudere la trasmissione come un conviviale pic-nic di famiglia. Nel 1993 passò a Telemontecarlo per far nascere il terzo polo televisivo (ricordiamo Verde Fazzuoli), tornò in Rai nel 1997 a condurre quattro stagioni di Made in Italy, tutto dedicato al patrimonio artistico culturale italiano. E ancora trasmissioni, scritture, interviste, documentari, tanta TV e tanto viaggiare. “Eppure, più andavo lontano e più sentivo di dovermi riavvicinare alla mia campagna toscana”.

Le balze immortalate da Leonardo

La vista dall'alto di Fattoria Fazzuoli

La famiglia Fazzuoli era originaria di Cortona, a metà ‘800 arrivò in Valdarno (sul confine tra le provincie aretina, fiorentina, senese) acquistando la terra e fondando Fattoria Fazzuoli, cominciando a produrre vino e olio. “Nel corso degli anni abbiamo piantati nuovi ulivi, nuove vigne, ristrutturato le coloniche che ospitano l’agriturismo, rinnovato l’azienda a partire da orciaia e cantina, ora aperta a visite e degustazioni. Ma il patrimonio più importante rimarrà sempre la nostra terra”.

Siamo sulle balze di Terranuova Bracciolini, immersi in un paesaggio più unico che raro, dove i corsi d’acqua, scendendo giù dai monti del Pratomagno, hanno scavato borri e strapiombi, dai quali si elevano queste strisce di terra fertile. Nutrienti anche per lo sguardo, “non a caso Leonardo da Vinci le ha immortalate sullo sfondo dei suoi dipinti”. Federico Fazzuoli è nato qui, ha fatto le scuole elementari nel vicino borgo di Montemarciano, è cresciuto “perlopiù all’aria aperta, in campagna, andando in giro con il cane, aspettando la primavera per giocare nei campi, per raccogliere le fragole”. Poi la famiglia si trasferì a Roma e a lui “sembrò quasi di entrare in una sorta di carcere”.

Le bottiglie di Fattoria Fazzuoli dentro la barricaia

Ritorno alla campagna natia in Valdarno

Passano gli anni, la vita diventa un’altra, il lavoro domina su tutto, la tenuta toscana rimane luogo di soggiorni occasionali. Finché la scomparsa del padre non impone di scegliere, vendere tutto oppure impugnare il timone. Federico ha pochi dubbi e la storia riconduce alla fotografia di oggi, scattata nel luogo “tanto amato da me e da mia moglie Anita, dai miei figli, adesso anche dalla mia nipotina”. La crescita è ponderata ma importante, così come gli investimenti messi in campo.

Vino e olio di Fattoria Fazzuoli in zona colli aretini

Le vigne di Federico Fazzuoli in Valdarno

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Dal 1995 la produzione segue i dettami del biologico, a partire dall’olio extravergine di oliva, “per il quale il conto economico non va guardato, altrimenti smetteremmo di farlo. C’è un problema culturale, nella nostra epoca si bada molto alle apparenze e non si cura l’essenza della persona, dunque neppure l’alimentazione. In pochi sono disponibili a spendere per una bottiglia di olio buono, sano”. Dal 2006 si comincia a imbottigliare il vino, alzando l’asticella della qualità. Siamo in piena DOC Chianti Colli Aretini (di cui si produce un’ottima riserva) come in quella Valdarno di Sopra (protagonista un sangiovese di nerbo ed eleganza), già protagonista del famoso bando del Granduca Cosimo III, anno 1716, dove si stabilivano i confini e le prime norme per la produzione vinicola.

Pugnitello sugli scudi

Le viti di Fattoria Fazzuoli

Il bianco si chiama Chia (uve di trebbiano, malvasia, altri antichi vitigni), come la cagnolina che dopo varie peripezie è approdata in famiglia Fazzuoli. Ma il vino di cui Federico va più orgoglioso è il rosso Pugnitello, recentemente premiato con la medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles. “Il Pugnitello è un antico vitigno autoctono, storicamente utilizzato per migliorare il Chianti e in seguito abbandonato in quanto difficile, poco produttivo. Abbiamo voluto recuperarlo per scoprire che sulle balze del Valdarno abbandona la sua durezza e diviene morbido, senza perdere in potenza. Lo vinifichiamo in purezza e lo attendiamo nell’evoluzione”, tanto che si commercializza adesso l’annata 2012, “così da valorizzarlo al meglio e offrire un prodotto unico, davvero particolare”. Che sembra racchiudere in sé tutta la storia di questi posti e di questa famiglia.

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