Meeting Aiic: l’ingegneria clinica protagonista della corretta raccolta dati per un’efficace programmazione

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Nocco: “Sappiamo guardare i dati, siamo in grado di approfondirli ed analizzarli per fornire strumenti intesi come supporto decisionale per le aziende sanitarie”

- ”E’ stato un evento di successo che ha coinciso con la pubblicazione da parte di AGENAS dei dati sulla distribuzione delle grandi apparecchiature sanitarie in Italia nel 2024. Quindi possiamo dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo primario: riunire nello stesso luogo i professionisti delle grandi tecnologie ospedaliere, i referenti istituzionali regionali e delle centrali di committenza, i rappresentanti delle agenzie nazionali ed il mondo della produzione per interrogarci tutti insieme su come contribuire alla sempre più corretta, vasta e puntuale raccolta dei dati ai fini di una programmazione efficace. Ci sembra che da qui si possa partire verso una nuova stagione della sanità”: è quanto dichiarato da Lorenzo Leogrande (past-president AIIC e presidente dell’evento) alla conclusione del 4° Meeting AIIC, QUALI DATI PER LA GOVERNANCE DELLE TECNOLOGIE IN SANITÀ, tenuto nei giorni scorsi a Verona.

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Il Meeting – aperto dal messaggio di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che aveva inviato il suo plauso all’”incontro che rappresenta un’opportunità per condividere conoscenze esperienze e innovazioni nel campo dell’ingegneria clinica, settore fondamentale per la salute e il benessere della nostra società” e proposto da professionisti impegnati “nel migliorare le tecnologie ed i processi che supportano un sistema sanitario” – ha visto la partecipazione di oltre 300 professionisti da tutta Italia ed ha registrato gli interventi di Simona Ravizza (giornalista e autrice, insieme a Milena Gabanelli, del volume Codice Rosso, dedicato alle criticità, anche tecnologiche, della sanità nazionale), Alessandro Preziosa (Elettromedicali Confindustria), Guido Beccagutti (Confindustria Dispositivi Medici), Massimo Pulin (Presidente Confimi Sanità), Callisto Marco Bravi (AOU Verona), Roberto Toniolo (Azienda Zero Veneto), Adriano Leli (Azienda Zero Piemonte), Nicola Amadori (Regione Emilia Romagna), Marco Niccolai (Regione Toscana), Massimo Di Gennaro (Estar Campania), Carmine Basilicata (Ministero della Salute) ed Enrica Giarmoleo (Agenas).

“L’idea di fondo da cui è partita la nostra Associazione e che abbiamo approfondito nei lavori del Meeting”, precisa Umberto Nocco, presidente AIIC, “è che possediamo un patrimonio di informazioni consistente legato alle tecnologie installate, uno scrigno informativo destinato a crescere.

Sappiamo guardare i dati, siamo in grado di approfondirli ed analizzarli per fornire strumenti intesi come supporto decisionale per le aziende sanitarie: e quindi a partire da Verona la nostra professione si mette a disposizione di tutti gli stakeholder per essere il luogo di raccolta e di lettura di tutti quei dati utili alla gestione strategica e quotidiana della sanità territoriale”. Il commento finale al Meeting è stato proposto da Davide Fasoli (coordinatore regionale AIIC Veneto, insieme a Rudi Coatto, entrambi tra i moderatori delle sessioni dell’evento) “Avevamo lanciato una sfida: fare un passo in avanti come professionisti su un argomento che gestiamo tutti i giorni, il dato relativo alle apparecchiature come occasione per migliorare i processi e le performance. Adesso vogliamo entrare nella fase operativa: mettere in pratica nelle nostre aziende questa responsabilità per garantire efficienza, controllo, razionalizzazione e risparmio”.  

Il prossimo passo, come annunciato nella sessione finale del Meeting, è nelle mani del Centro Studi AIIC: “Abbiamo programmato un lavoro di stesura di un position paper AIIC”, conferma Stefano Bergamasco, coordinatore del Centro Studi, “che avrà come punto di partenza la corretta identificazione delle tecnologie biomediche come piattaforma di riferimento globale di quell’universo di dati che devono essere standardizzati, resi interoperabili ed offerti all’intera comunità della sanità, sia professionale che di governance. Per il documento ci muoveremo partendo dai precedenti testi del nostro Gruppo di Lavoro sulla gestione, ma tenendo conto ovviamente delle novità emerse negli anni, in particolare a livello regolatorio europeo con l’identificativo UDI e la banca dati Eudamed. Con questo approccio crediamo di poter avviare un lavoro utile non solo in chiave nazionale, ben coscienti del fatto che anche negli ultimi anni l’Italia è stata di riferimento in questo ambito, con la sua Classificazione Nazionale dei Dispositivi Medici CND, avviata nel 2005, aggiornata negli anni successivi, ed ora adottata a livello comunitario come Nomenclatore su scala europea”.  





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