Rifiuti elettrici? Metà degli italiani non conosce l’acronimo Raee

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Solamente un italiano su due sa cosa significhi l’acronimo Raee, ovvero Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Rimane ancora troppo bassa, al 53%, la consapevolezza del valore dei Raee come risorsa per l’economia circolare grazie alla presenza di materie prime recuperabili, tra cui spiccano le terre rare. Dal 2022, questa conoscenza strategica ulteriore è passata dal 47% al 48%. Ciò dimostra che la strada segnata dall’Osservatorio Conoscenza Raee, realizzato da Ipsos per Erion Weee a distanza di due anni dalla prima rilevazione, è ancora lunga.

Acronimo Raee e come gestirlo: serve comunicazione

A livello territoriale, le regioni del Nord Italia registrano la maggiore conoscenza dell’acronimo Raee, con una percentuale del 56%. Seguite da Centro (54%) e Sud (49%). Al Sud, però, si collocano i territori che hanno mostrato la crescita più significativa su questo punto, passando dal 46% di novembre 2022 al 49% di luglio 2024.

Comportamenti scorretti

Nonostante la complessità del tema e l’ampio spettro di apparecchiature che vi rientrano (es. spazzolini elettrici, giocattoli elettronici, smartwatch, ecc.) la media dei potenziali conferimenti scorretti si mantiene su livelli relativamente contenuti. Si passa dal 13% di novembre 2022 all’11% di luglio 2024.

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Tuttavia, chi commette errori nel differenziare i rifiuti elettrici ed elettronici, si dichiara convinto di seguire una procedura corretta. Ed è una quota “preoccupante”: l’87% secondo la rilevazione di luglio 2024. Fortunatamente, gli italiani mostrano comunque un’elevata conoscenza dei rischi derivanti dalla scorretta dismissione. Sebbene da novembre 2022 a luglio 2024 la percentuale sia leggermente scesa, dall’80% al 78%.

Appello per la pubblicità progresso

I dati raccolti su un campione di 1.000 cittadini italiani, accompagnati da un focus su 500 giovani 18 – 26 anni, dimostrano la persistenza di comportamenti errati e situazioni eterogenee. L’unica via per migliorare l’approccio dei cittadini ai Raee sembra essere nella comunicazione. “Diventa urgente individuare strategie comunicative più efficaci – spiega Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee -. Il piano di comunicazione “DireFareRaee”, lanciato due anni fa, ha dato un contributo significativo per sensibilizzare i cittadini. Bisogna fare ancora di più, soprattutto verso le generazioni più giovani, la cui consapevolezza è strettamente legata agli stimoli comunicativi. Ci auguriamo che anche altre realtà operanti nella filiera del riciclo decidano di affiancarci in questo percorso, e che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica promuova una campagna di Pubblicità Progresso sui Raee, finora mai realizzata”.

Servizi per lo smaltimento Raee

Il servizio “1 contro 0” mostra una crescita contenuta ma costante, dal 42% al 48% tra novembre 2022 e luglio 2024. Tuttavia, ancora 1 cittadino su 2 non conosce questa opportunità gratuita. Livelli soddisfacenti invece per la conoscenza del servizio “1 contro 1” che passa dal 66% al 69%. In calo dal 32% al 28% chi dichiara di essersi rivolto agli “svuota cantine” per disfarsi dei propri Raee. Un passo in avanti nel contrasto al “mercato parallelo”, spesso illegale, che intercetta i rifiuti unicamente per il proprio tornaconto, catturando le materie più facili da estrarre senza curarsi dell’aspetto ambientale. Continuano a verificarsi, purtroppo, gli episodi di cittadini che si recano nei centri di raccolta e vengono avvicinati da soggetti non autorizzati che richiedono indebitamente le apparecchiature destinate al riciclo. Siamo intorno al 30%, in calo rispetto al 34% del 2022.

La Gen Z conosce l’acronimo Raee e i servizi di raccolta

Notevole, seppure altalenante, la ricettività dei giovani della generazione Z rispetto all’acronimo Raee. Dal 39% di novembre 2022 è arrivato il record del 50% di luglio 2023, scendendo poi al 40% a luglio 2024. Non dimentichiamo dunque il divario del -13% tra i giovani e il dato nazionale (53%).

Risultati sopra la media nazionale, invece, per il servizio “1 contro 0”, al 52% rispetto al 48% totale. Questo dimostra che la Gen Z è molto attenta alle tematiche ambientali, soprattutto in relazione a piccoli dispositivi come cuffie wireless, smartphone, tablet, smartwatch e joypad. Buona la conoscenza anche del servizio “1 contro 1”: il 67% dei giovani a fronte del 69% nazionale.



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