Robilant+Voena, la nuova galleria d’arte a Milano dopo la chiusura della causa a New York

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I due hanno appena aperto uno spazio espositivo nella centralissima via della Spiga. E si sono messi alle spalle una spiacevole vicenda negli Usa, con l’ex curatrice che li aveva accusati, tra le altre cose, di razzismo, antisemitismo e molestie sessuali. Chiedendo 3 milioni di dollari. Salvo poi ritirare l’esposto in seguito a un accordo di conciliazione confidenziale.

Robilant+Voena, la nuova galleria d’arte a Milano dopo la chiusura della causa a New York

Nell’ovattato mondo del gossip milanese ha fatto rumore il ritorno in città di uno dei marchi più conosciti nel dorato mondo delle gallerie d’arte. Dal 20 novembre infatti Robilant+Voena, dopo solo un anno dall’addio al capoluogo lombardo, ha reimpiantato le tende a Milano, aprendo una nuova sede al numero 1 della centralissima via della Spiga, inaugurata da Jordan Watson con Octavia’s Butler, il titolo della mostra visitabile fino al 17 gennaio 2025. Lo spazio milanese si va così ad aggiungere a quelli di Londra e New York. Ma è proprio nella Grande Mela che di recente la galleria è incappata in uno spiacevole episodio che ha destato scalpore, prima di concludersi a livello legale. E di cui in Italia si è parlato poco. Tutto è nato da un esposto contro i titolari da parte di una loro consulente, Virginia Brilliant, che dal 2019 al 2023 ha collaborato con la galleria in varie forme, tra cui quella di curatrice di mostre.

Robilant+Voena, la nuova galleria d'arte a Milano dopo la chiusura della causa a New York
L’inaugurazione della nuova galleria d’arte a Milano di Robilant+Voena (Getty).

Le accuse: antisemitismo, molestie sessuali, razzismo, omofobia e body shaming

Brilliant, come riportato in un dettagliato articolo di The Art Newspaper uscito a giugno, aveva denunciato quello che a suo dire era il clima tossico che regnava negli uffici, sciorinando contro i due titolari (Marco Voena ed Edmondo di Robilant) una serie di accuse che andavano dall’antisemitismo alle molestie sessuali, passando per razzismo, omofobia e body shaming. E lamentando inoltre una lunga lista di inadempienze: spese mediche non pagate, compensi per il suo incarico e provvigioni su compravendite mai incassate. Per tutto questo la professionista aveva presentato un esposto alla New York State Supreme Court chiedendo un indennizzo di almeno 3 milioni di dollari. Ma poco prima della nuova apertura a Milano, dove i due galleristi sono tornati rivendicando anche orgogliosamente quello che sono sempre stati, cioè italiani, è arrivata la parola fine sulla vicenda: un accordo di conciliazione confidenziale a cui tutte le parti sono vincolate, come riportato a fine settembre dal sito ArtsLife.

Robilant+Voena, la nuova galleria d'arte a Milano dopo la chiusura della causa a New York
Edmondo di Robilant e Marco Voena in una foto del 2014 (Getty).

Il commento: «Una sfortunata questione ormai alle spalle»

Robilant e Voena hanno voluto dare la loro versione dei fatti tramite una dichiarazione rilasciata da un portavoce: «Siamo lieti che la dottoressa Brilliant abbia ritirato la causa contro di noi, anche se ci dispiace che sia stata presentata in primo luogo. Abbiamo sempre augurato solo il meglio per Virginia e continuiamo a farlo. Siamo lieti che questa sfortunata questione sia ormai alle spalle».

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Visitatori alla mostra “Octavia’s Butler”, evento di apertura del nuovo spazio milanese di Robilant+Voena (Getty).

Nella causa anche le cure oncologiche che i due si sarebbero offerti di pagare alla donna

La causa era stata presentata a maggio e includeva pure il rimborso per le cure oncologiche di cui Brilliant necessitava, che Robilant e Voena si sarebbero offerti di pagare. Senza che però quei soldi fossero mai arrivati alla donna. I due però hanno sempre negato le accuse, presentando a luglio una mozione alla Corte Suprema dello Stato di New York per respingere la denuncia. Secondo i galleristi la causa era «piena di informazioni false, in quello che sembra essere un bizzarro tentativo di danneggiare la loro reputazione impeccabile». Chiuso quello sgradito capitolo, Robilant e Voena si sono lanciati nella nuova avventura milanese di via della Spiga.



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