Tenute del Cerro. Investimenti per valorizzare un vino sostenibile

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CINQUE DIVERSE tenute e un lungo elenco di Doc e Docg. È l’identikit di Tenute del Cerro Spa, fondata nel 1978, oggi società d’investimento agricolo del Gruppo Unipol. Partita con le prime acquisizioni di Montecorona a Umbertide (Pg) e della Fattoria del Cerro ad Acquaviva di Montepulciano (Si), si è estesa successivamente acquisendo le tenute La Poderina a Montalcino (Si), Còlpetrone a Gualdo Cattaneo (Pg) e Villetta di Monterufoli a Monteverdi Marittimo (Pi). Con 12 milioni di euro di fatturato e 65 dipendenti, negli ultimi anni l’azienda ha perseguito una strategia di valorizzazione dei vini autoctoni puntando specificamente sulle Docg, alle quali ogni anno vengono assegnati numerosi premi dalla stampa italiana ed estera. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello dei 5 grappoli assegnati dalla guida “Bibenda” all’Antica Chiusina, Vino Nobile di Montepulciano di Fattoria del Cerro (annata 2020 in questa edizione della guida). Un premio che consolida l’immagine della Tenuta quale realtà di riferimento nell’ambito della denominazione Vino Nobile di Montepulciano. Abbiamo parlato di Tenute del Cerro Spa con Antonio Donato (nella foto in alto), managing director e responsabile delle società agricole di UnipolSai Assicurazioni.

Qual è il fulcro della vostra attività?

“Siamo la parte vitivinicola del Gruppo Unipol e contiamo cinque diverse realtà (di cui quattro vitivinicole): tre in Toscana e due in Umbria. L’estensione complessiva aziendale è di circa 4.500 ettari e il fulcro della nostra attività è il vino, pur operando in misura minore anche nel settore di cereali, olio e frutta. Le nostre tenute sono collocate in aree particolarmente vocate, riconosciute e apprezzate nel mondo e questo rappresenta uno dei nostri plus. La produzione annuale si attesta nel complesso su 1,5 milioni di bottiglie, rappresentate dalle denominazioni del Vino Nobile di Montepulciano e Chianti Colli Senesi a Fattoria del Cerro, del Brunello di Montalcino a La Poderina, del Montefalco Sagrantino a Còlpetrone e del Vermentino a Monterufoli”.

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Quali sono i vostri mercati di riferimento?

“L’Italia è sicuramente un mercato molto importante. Siamo presenti nella ristorazione, nella Gdo e nel canale on line, con un nostro sito dedicato. Il 55% della nostra produzione è comunque destinato all’export, grazie alla nostra presenza in 25 Paesi diversi. I principali sono Usa, Paesi Bassi, Taiwan, Cina, Germania e Russia”.

Quali strategie di crescita avete messo in atto negli ultimi anni?

“Ci siamo concentrati molto sul mercato interno, per il quale abbiamo due linee con filosofie e logiche diverse. Per l’HoReCa puntiamo sulla valorizzazione delle singole tenute, ciascuna con una propria etichetta; per la Gdo invece il nostro ‘umbrella brand’ è ‘Tenute del Cerro’. Passando all’estero, gli investimenti hanno seguito due direttive: presenza sul campo, grazie al rafforzamento commerciale con nostri responsabili nei vari Paesi e rapporti in esclusiva con gli importatori. Un altro segmento della nostra attività è quello dell’incoming. Puntiamo molto sul portare i nostri partner a vedere e toccare con mano ciò che facciamo. Per questo stiamo investendo in modo importante in ambito ricettivo con i relais di Montepulciano, Montalcino e Monterufoli per accogliere estimatori e wine lover. A tutti loro proponiamo degustazioni e percorsi enogastronomici creati dagli chef nei nostri ristoranti”.

Come affrontate le sfide dell’ecosostenibilità e della digitalizzazione?

“Facendo parte di un gruppo come Unipol siamo molto sensibili al tema. Già otto-nove anni fa abbiamo analizzato il tema del cambiamento climatico e abbiamo avviato un progetto di irrigazione di soccorso sulle nostre tenute che oggi copre più di 200 ettari di vigna. Per l’approvvigionamento, non volendo intaccare le falde acquifere né tantomeno gli acquedotti, abbiamo realizzato a Montepulciano due bacini di raccolta delle acque piovane da 98mila e 50mila mc che approvvigionano tutto l’impianto in materia autonoma. Cerchiamo poi di fare molta attenzione ai territori in cui siamo: per questo abbiamo sviluppato un protocollo che va oltre il biologico standard, lavorando su temi ambientali, sociali e su un limitato sfruttamento del suolo. Abbiamo diversificato le produzioni non pensando solo alle grandi estensioni, ma anche con provvedimenti puntuali, per esempio schermando i vigneti con colture mellifere e siepi per richiamare gli insetti impollinatori. Rispettiamo il più possibile l’orografia del terreno e cerchiamo di non snaturare il paesaggio. Non usiamo da anni glifosato e diserbanti, privilegiando sostanze organiche; abbiamo sviluppato sensori digitali che ci dicono di cosa la pianta ha bisogno, ottimizzando e limitando gli impatti. Riserviamo grande attenzione anche all’aspetto sociale: abbiamo la certificazione SA8000 e consideriamo i lavoratori come un valore”.

Quali saranno le prossime novità?

“Puntiamo da sempre sulla valorizzazione dei vini autoctoni Doc e Docg. Abbiamo investito nel nuovo hub logistico di Montepulciano e, sempre a Montepulciano, inaugureremo la nuova cantina di Fattoria del Cerro a giugno 2025”

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Che fase stanno affrontando il mondo agricolo italiano in generale e il mercato del vino in particolare?

“Non è un momento facile, perché il mondo del vino sta registrando una contrazione importante dei consumi. Nonostante questo, abbiamo registrato +7% del fatturato nei primi sei mesi del 2024, in controtendenza rispetto all’andamento del mercato. In questo momento sono molto apprezzati Nobile, Brunello e Sagrantino. Ai più giovani piacciono poi il Vermentino e i rossi che si avvicinano maggiormente ai loro gusti”

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