Export, cresce nell’Alto Piemonte ma Biella frena – Newsbiella.it

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Le differenze tra le attività economiche si riflettono anche a livello territoriale: la provincia di Vercelli, che in valori assoluti incide per il 27% sulle esportazioni di quadrante, ha evidenziato l’incremento più significativo, con un aumento del +9,1% rispetto allo scorso anno, il miglior risultato tra tutte le province piemontesi.
La provincia di Novara, che esprime il 51,8% del valore delle esportazioni del Piemonte Orientale, ha registrato un aumento del +4,4%, posizionandosi al terzo posto nella classifica delle performance regionali.
Il Verbano Cusio Ossola ha riscontrato una sostanziale stazionarietà, con una variazione pari al +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (quarto posto nella classifica piemontese), a fronte di un peso sull’export di quadrante del 6,7%.
La provincia di Biella, che copre una quota del 14,5% dell’export dell’area, ha registrato la contrazione maggiore, anche a livello regionale, pari al -12,2%, con un calo di tutti i principali comparti.
Allargando lo sguardo al contesto regionale e nazionale, il dato complessivo dell’Alto Piemonte, pari a +2,6%, si colloca al di sopra della media totale sia piemontese (-3,5%) che italiana (-0,7%). Le vendite all’estero delle quattro province rappresentano nel complesso il 20,6% del totale delle esportazioni del Piemonte, quarta regione esportatrice d’Italia.
Guardando ai principali mercati di sbocco, Germania e Francia si confermano i principali partner commerciali per tutte le realtà provinciali, con alcune importanti differenze a livello locale.

«Nei primi nove mesi del 2024 le esportazioni hanno continuato a mostrare risultati molto differenti nelle province di Biella, Novara, Vercelli e VCO, anche se il risultato complessivo del territorio, superiore alla media regionale e nazionale, è incoraggiante» commenta Fabio Ravanelli, presidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte. «Le difficoltà che interessano i nostri principali partner commerciali, in primis Germania e Francia, influiscono certamente sull’andamento delle vendite all’estero, sebbene lo scenario internazionale rimanga complesso e mutevole a livello generale, con il perdurare di difficoltà per alcuni comparti, come il tessile. Quest’anno l’Ente camerale ha destinato per micro imprese e PMI 150mila euro di contributi a fondo perduto con il Bando Internazionalizzazione, risorse innalzate a 250mila euro per far fronte all’elevato numero di domande presentate, dando così un sostegno concreto alla ricerca di nuovi mercati e alla competitività delle nostre imprese».  

PROVINCIA DI BIELLA
Nei primi nove mesi del 2024 Il valore delle esportazioni biellesi registra una contrazione del -12,2% rispetto al corrispondente periodo del 2023.
La frenata dei prodotti tessili (-13,4%), principale settore delle vendite provinciali all’estero (di cui rappresenta quasi il 60% del totale), è generalizzata a tutti i diversi comparti, con la sola eccezione degli altri prodotti tessili che, alla luce di valori assoluti comunque di minore peso, registrano un dato positivo del +3,2%. I tessuti appaiono in sensibile calo (-21,3%) mentre i filati registrano un -10,2%. In forte discesa anche gli articoli di abbigliamento (-26,7%), la cui variazione deve tuttavia essere valutata su valori assoluti bassi rispetto gli altri comparti, così come la meccanica, in diminuzione del -15,5%.
Per quanto riguarda i mercati di sbocco l’Unione Europea, con il 46,4% delle vendite all’estero, ha perso ormai da oltre un anno il ruolo di destinazione principale dell’export biellese, registrando una contrazione del -17,2%.
Il netto calo delle vendite verso la Germania (-21,7%) porta il Paese al secondo posto della graduatoria dei principali mercati di destinazione, mentre la Francia diviene momentaneamente il primo mercato di riferimento, nonostante un sensibile calo delle vendite (-10,1%).
Le destinazioni extra-UE coprono il 53,6% dell’export provinciale, con un calo comunque marcato, pari al -7,5%: diminuiscono le esportazioni verso la Cina (-6,6%), terzo mercato di riferimento.

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FOCUS NOVARA
Nel corso dei primi nove mesi del 2024 l’export provinciale risulta in aumento del +4,4% rispetto al corrispondente periodo 2023 in termini di valore, con forti differenze tra i diversi settori.
Considerando le variazioni dei comparti con maggiore peso in valori assoluti, i macchinari, che rappresentano il 25,2% del totale delle esportazioni, registrano una diminuzione del -3,9%. La chimica, secondo comparto per incidenza sull’export novarese, segna una lieve diminuzione del -0,9%. In lieve affanno anche l’alimentare
(-1%), mentre il tessile-abbigliamento esprime una decisa vitalità, con un aumento del +29,2%, grazie alla componente abbigliamento e accessori.
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea ha coperto nel corso del periodo in esame ben il 66,7% delle vendite all’estero, registrando nel contempo un aumento del +7,9% rispetto al corrispondente periodo del 2023, mentre la quota dell’export extra-UE si attesta al 33,3%, con un andamento negativo (-1,9%).
Principale mercato di sbocco è la Francia, con un aumento del +3,5%, seguita dalla Germania, verso la quale l’incremento dell’export si attesta al +7,9%.
Notevole l’incremento del +23,6% verso la Spagna che diviene il terzo mercato di riferimento.
Il dato sulle esportazioni extra-UE risente della scarsa dinamicità dell’export verso molti Paesi e della contrazione con la Svizzera (-15,7%).

FOCUS VERBANO CUSIO OSSOLA
Nel corso dei primi nove mesi del 2024 l’export provinciale risulta in sostanziale tenuta (+1,8%) in termini di valore rispetto al corrispondente periodo 2023, con marcate differenze tra i diversi settori.
I dati e le percentuali devono essere valutati in riferimento a valori assoluti piuttosto bassi in alcuni settori. Guardando ai comparti di maggiore importanza, quello dei metalli di base e prodotti in metallo, che rappresenta il 22,4% dell’export provinciale, registra un calo del -16,4%. Anche l’industria della gomma-plastica vede un dato al ribasso pari al -6,9%. Bene, invece, la chimica, così come i macchinari (in crescita rispettivamente del +6,3% e +7,8%) e, in misura più evidente, l’alimentare (+19,5%).
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, l’Unione Europea assorbe il 64,3% delle vendite all’estero, registrando una crescita rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+7,1%). La quota dell’export extra-UE si attesta al 35,7%, registrando una decisa contrazione (-6,5%).
La Germania ha perso il ruolo di principale mercato di sbocco causa la forte contrazione delle esportazioni, pari al -16,2%, a favore della vicina Svizzera, che registra comunque un calo pari al -7,6%. Crescono del +8,8% le esportazioni verso la Francia, terzo mercato di riferimento.

FOCUS VERCELLI
Nel corso dei primi nove mesi del 2024 l’export provinciale risulta in aumento del +9,1% in termini di valore rispetto al corrispondente periodo 2023, con forti differenze tra i diversi settori.
Tra quelli di maggiore peso il tessile-abbigliamento segna un deciso incremento, pari al +26%, sostenendo la crescita complessiva registrata a livello provinciale, sebbene nel suo ambito il tessile, decisamente minoritario in valore assoluto, registri una tendenza diametralmente opposta (-25,1%). Segna, invece, una battuta di arresto il secondo comparto provinciale, quello dei macchinari (-3,3%), così come l’alimentare (-2,5%). In lieve ripresa la chimica che evidenzia un aumento del +1,4%.
Nel periodo in esame il mercato extra UE prevale (54,8%) rispetto a quello UE (45,2%), registrando nel contempo una dinamica di crescita sostenuta (+17,7%) mentre quella verso l’Unione appare decisamente più orientata alla stazionarietà (+0,3%).
Con un aumento del +3,1% del valore delle esportazioni la Germania riprende il ruolo di primo mercato di riferimento, seguita dalla Francia, verso la quale il calo dell’export è stato pari al -5,3%.
In sensibile aumento (+24,6%) appaiono gli Stati Uniti che si attestano come terzo Paese di riferimento, seguiti dalla Cina, che evidenzia un aumento del +16,6%. Sensibile la crescita dell’export verso il Regno Unito (+41,1%).





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