la rivoluzione di Intesa Sanpaolo

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Intesa Sanpaolo fa un deciso passo avanti verso l’incentivazione all’immobiliare sostenibile, cambiando interamente le regole della propria offerta “green”. Una buona notizia per gli aspiranti mutuatari e coloro che stanno valutando una surroga: la nuova classificazione introdotta dall’istituto di credito, scelta per adeguarsi più da vicino agli obiettivi di sostenibilità previsti dall’Europa, allarga potenzialmente di molto il bacino degli immobili eleggibili.

Finora, per quanto riguarda il mercato dei mutui italiani, il discorso era molto semplice: mutui green concessi ad immobili classe A e B (e qualche volta C), senza ulteriori sfumature da prendere in considerazione. La classe energetica viene attribuita calcolando il fabbisogno energetico “assoluto” di un immobile – cioè l’energia necessaria a mantenere una temperatura confortevole d’inverno e d’estate, per riscaldare l’acqua ecc. Nessuna particolare considerazione è stata data, finora, alle differenti condizioni climatiche a cui un immobile viene sottoposto a seconda del luogo in cui è stato edificato.

È facile intuire che riscaldare una casa costruita in quota nelle regioni alpine sia ben diverso rispetto a un immobile costruito in una zona costiera e temperata del centro.

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Nuovi criteri basati sulla Tassonomia Europea

I nuovi parametri adottati da Intesa Sanpaolo sono basati sulla Tassonomia Europea: un sistema di classificazione stabilito dalla Comunità Europea (Regolamento UE 852/2020) che definisce quando un’attività economica è sostenibile dal punto di vista ambientale. Essa include sei obiettivi, come la mitigazione del cambiamento climatico e la transizione verso un’economia circolare.

Al fine del raggiungimento di questi obiettivi, da “premiare” non sono solo gli immobili in assoluto più efficienti, ma anche quelli che, rispetto alla media del luogo in cui si trovano, si dimostrano meno energivori, dando un concreto contributo al miglioramento complessivo dei consumi e delle emissioni.

A questo scopo, Intesa introduce un sistema che in soldoni prende in considerazione tre aspetti fondamentali:

  • Il PED: l’indice di prestazione energetica, che esprime il consumo totale di energia primaria per la climatizzazione (in regime continuo degli impianti, 24h) riferito all’unità di superficie utile (in kWh/mq anno).
  • L’anno di costruzione dell’immobile: prima o dopo il 2020.
  • L’area geografica in cui si trova l’immobile, e quindi la fascia climatica in cui questo rientra.

 

IMMOBILI RESIDENZIALI FASCIA CLIMATICA
A B C D E F
Valori soglia espressi in KWh/mq anno
Anno costruzione
≤ 2020
Classe energetica A oppure TOP 15% PED (indice di prestazione energetica espresso in KWh/mq anno) 65 65 70 75 100 105
Anno costruzione
> 2020
NZEB 10% PED (indice di prestazione energetica espresso in KWh/mq anno) 45 45 50 55 70 70

 Tabella contenente i valori soglia da prendere a riferimento per mutui di Acquisto e Costruzione, fonte: Intesa Sanpaolo

 

L’impatto della novità, nella pratica

Per comprendere meglio il cambiamento, partiamo da una panoramica dei coefficienti energetici e delle fasce climatiche italiane.

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Coefficienti energetici:

  • A+: consumo di 15 kWh/anno per metro quadro.
  • A: tra 15 e 30 kWh per mq.
  • B: tra 31-50 kWh per mq.
  • C: tra 51-70 kWh per mq.
  • D: tra 71-90 kWh per mq.
  • E: tra 91-120 kWh per mq.
  • F: tra 121-160 kWh per mq.
  • G: oltre 160 kWh per mq.

Fasce climatiche del territorio italiano:

  • Verde scuro: Fasce A e B (ad esempio, Sicilia e Calabria).
  • Verde chiaro: Fasce C e D (fascia costiera peninsulare).
  • Giallo: Fasce E ed F (Nord e Appennino centro-settentrionale).

Che sia i coefficienti energetici che le fasce climatiche siano contrassegnati da lettere dell’alfabeto non aiuta certo a orientarsi, ma cerchiamo di fare chiarezza. In base ai nuovi criteri, quali sono gli immobili idonei ad essere finanziati con un mutuo green?

 

Anno costruzione Fascia climatica A e B Fascia climatica C e D Fascia climatica E e F
≤ 2020 Classe A, B e parte della C Classe A, B e C Classe A, B, C, D e parte della E
> 2020 Classe A e parte della B Classe A e B Classe A, B e C

 

Un allargamento significativo del bacino

Intesa, come molte altre banche, partiva da mutui green applicabili solo ad immobili di classe A e B. Siamo pertanto di fronte a un notevole allargamento del bacino di immobili idonei e a un conseguente aprirsi di opportunità impreviste per tantissimi mutuatari in tutta Italia: di fatto, gli immobili di classe C diventano green nella maggior parte dei casi, e per la prima volta c’è spazio anche per quelli di classe D ed E. Questo è particolarmente significativo all’interno di un panorama immobiliare come quello italiano, caratterizzato da un gran numero di immobili di vecchia costruzione ed esclusi dalle classi energetiche più alte. Una casa di classe D di una città del Centro-Nord costruita ben prima del 2020 diventa all’improvviso candidata potenziale per un mutuo green.

 

Intesa Sanpaolo è l’apripista?

Resta da chiedersi a questo punto se altri istituti bancari seguiranno l’esempio. Questo allargamento dei criteri mette Intesa in pole position nel raggiungimento di obiettivi sul sostenibile per il 2025, e le banche che hanno in testa un nuovo anno “green” ambizioso potrebbero essere spinte a rivedere a loro volta i propri criteri.

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