presentato a Parma il rapporto annuale

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Emilia Romagna in salita, è al terzo posto tra le destinazioni enogastronomiche più ricercate dagli italiani e al secondo posto nelle preferenze per i viaggi enogastronomici recenti.

Oggi, nello Spazio 51 della Provincia di Parma, è stata presentata la settima edizione dello studio annuale a cura di Roberta Garibaldi – figura di spicco nella promozione del turismo enogastronomico e culturale, con una carriera ricca di esperienze in ambito nazionale e internazionale – e realizzato da Aite – Associazione Italiana Turismo Enogastronomico. Il Rapporto 2024 sottolinea l’importanza di trasformare un settore già consolidato in un elemento chiave per lo sviluppo equilibrato del territorio, dando nuova vita a borghi e aree rurali. Roberta Garibaldi ha dichiarato: “È necessaria una revisione normativa, investimenti pubblici su infrastrutture e musei, formazione mirata e investimento in innovazione tecnologica, insieme a un nuovo modello di governance”.

L’Emilia-Romagna si posiziona dietro la Toscana, con il 30,8% delle preferenze nei viaggi enogastronomici, mostrando un significativo incremento nelle intenzioni di viaggio: dal 16% del 2023 si passa al 25,6% nel 2024, segnando un aumento di +9,6%.

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Roberta Garibaldi e Andrea Guolo

Nonostante i segnali di rallentamento generale nel settore turistico post-Covid, il turismo enogastronomico continua a mostrare una crescita a doppia cifra. Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” presentato oggi ne dà conferma. Questa edizione, come le precedenti, è stata curata da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, in collaborazione con Visit Emilia e Valdichiana Living, sotto il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita e altri partner.

Alessandro Fadda, presidente della Provincia di Parma, ha posto l’accento sulle opportunità offerte dai musei dedicati al cibo, fiore all’occhiello del territorio parmense, mentre Simone Fornasari, presidente di Visit Emilia, ha puntato sul concetto di Food Valley come meta perfetta per il turismo enogastronomico, un vero tesoro culturale con i suoi numerosi prodotti tipici DOP e IGP, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, i Salumi Piacentini, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e i vini, insieme alle esperienze culinarie offerte dai produttori della Rete Food&Wine di Visit Emilia. Infine Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano, ha evidenziato come l’enogastronomia possa essere un potente strumento di sviluppo e tutela per il territorio della Valdichiana Senese.

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I dati confermano un forte legame tra gli italiani e le vacanze a tema cibo e vino: il 70% degli intervistati ha fatto almeno un viaggio incentrato su questi aspetti negli ultimi tre anni, con un incremento del 12% rispetto al 2023 e del 49% rispetto al 2016. Mentre il turismo domestico generale ha subito una flessione nell’ultima stagione estiva, il turismo enogastronomico ha continuato a prosperare, con una potenziale domanda di 14,5 milioni di turisti che scelgono prevalentemente mete italiane (64%).

Le destinazioni preferite dagli italiani rimangono Toscana (39,3%) e Emilia-Romagna (33,9%), seguite dalla Puglia, che si invertirebbero se considerassimo le intenzioni future di viaggio.

Inoltre, l’enogastronomia si conferma una delle esperienze più ambite anche dai turisti europei: il 15,3% dell’Europa (circa 20,6 milioni di potenziali turisti) intende dedicarsi a esperienze enogastronomiche nei prossimi viaggi, indipendentemente dalla tipologia di viaggio. Le destinazioni del Far East e il Brasile destano particolare interesse nei mercati a lungo raggio.

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I NUOVI PROFILI ENOGASTRONOMICI

Si evidenziano cinque nuove categorie di turisti nel campo del turismo enogastronomico:

  • Ricercatori (42,1%): cercano esperienze nuove e interazione con la cultura locale.
  • Festaioli (23%): intendono la gastronomia come un modo per socializzare e divertirsi.
  • Intellettuali (19%): viaggiano per arricchire il proprio bagaglio culturale.
  • Figli dei Fiori (11,5%): vedono il viaggio enogastronomico come un’opportunità per il benessere personale.
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  • Edonisti (4,3%): viaggiano per concedersi una parentesi di lusso.

PAROLE CHIAVE DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Il vino emerge come il prodotto più rappresentativo dell’Italia, seguito da olio extravergine di oliva, pizza, pasta e formaggi. Gli italiani percepiscono la ricchezza e la qualità del patrimonio agroalimentare del paese.

Il Rapporto 2024, in collaborazione con The Fork, ha mappato le cucine più diffuse, privilegiando la cucina toscana seguita da quelle piemontese e siciliana, con una forte presenza anche all’estero della cucina campana.

IMPATTO ECONOMICO DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Per la prima volta, il Rapporto quantifica l’impatto economico del turismo enogastronomico, che ha contribuito per oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana nel 2023, rivelando un rapporto costi/benefici molto favorevole.

AZIONI STRATEGICHE PER IL FUTURO DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

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Il Rapporto 2024 propone dieci azioni strategiche per sfruttare pienamente il potenziale del turismo enogastronomico, dalla promozione di attività turistiche da parte delle aziende agricole, a investimenti in musei del cibo, formazione, digitalizzazione, innovazione nella governance e percorsi di collaborazione tra diversi stakeholders.

“Queste azioni sono i pilastri per trasformare il turismo enogastronomico in un volano di crescita sostenibile,” ha concluso Roberta Garibaldi, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, operatori e comunità locali.

La presentazione, moderata dal giornalista Andrea Guolo, presidente Arga – Associazione Stampa Specializzata Agroalimentare – dell’Emilia Romagna, è stata anche l’occasione per un confronto sul futuro del settore e su come supportare le attività enogastronomiche per sfruttare al meglio il potenziale turistico italiano ed estero.

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