Nella classifica del Sole 24 Ore le città del Veneto sono «promosse» ma il nodo sicurezza che blocca Venezia
Quattro province su sette nelle prime 25 posizioni. Due di queste addirittura nella top ten italiana della classifica delle città in cui si vive meglio e dove si segnala però l’assenza totale delle grandi aree metropolitane.
Cultura e tempo libero
Sul podio ci sono da tempo due habitué del Nordest, Trento e Bolzano, mentre quest’anno Verona e Vicenza, spiccano rispettivamente al 7° e all’8° posto sbaragliando la classifica veneta. In particolare il capoluogo berico scala 14 posizioni ed entra per la prima volta nella top ten. A riportare questi dati la trentacinquesima edizione della classifica del Sole 24 Ore, redatta sulle 107 province capoluogo d’Italia secondo 90 indicatori, alcuni dei quali aggiornati al 2024. Sei le macro aree tematiche: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia e società, cultura e tempo libero, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza. Verona è in testa in particolare sul fronte «Cultura e tempo libero» e la performance migliore si registra inevitabilmente all’indicatore «ingressi a spettacoli» dove è prima in Italia.
Le reazioni
«Pur senza indulgere in trionfalismi, il risultato ottenuto non può che renderci orgogliosi — dicono dal Comune — In particolare, spicca la performance del numero medio di oltre 200 spettatori per evento, a fronte di una media nazionale di 68. Verona dimostra la forza del suo sistema dello spettacolo dal vivo con la Fondazione Arena di Verona che nel 2024 ha raggiunto i quasi 420 mila spettatori complessivi. Da non sottovalutare, in questo senso, il contributo dato dai concerti pop ospitati in Arena». A fare enormi passi avanti è stata anche Vicenza, che con un salto di quattordici posizioni si è collocata quest’anno all’ottava posizione, un semi-podio finora mai raggiunto dalla città berica. «La nostra città ha i dati migliori proprio sui fronti sui quali abbiamo investito come Comune e ci impegniamo di più come cultura e tempo libero, e ambiente e servizi — spiega Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza — un piccolo orgoglio che permette di pensare che la direzione che abbiamo preso sia quella giusta». Tra le novità legate alla cultura nel Vicentino c’è da segnalare l’apertura dell’ala Roi a palazzo Chiericati, operazione con cui verrà incrementata di 300 opere l’esposizione della collezione permanente del museo. «Sono tutti segnali — dice Possamai — di una città che ha voglia di crescere, di creare una condizione di vita migliore per i suoi cittadini».
«A Rovigo c’è voglia di vita»
Tra le province a segno più, anche se continua ad essere l’ultima tra le venete c’è anche Rovigo, salita di 14 posizioni e quest’anno al 53esimo posto. «E’ un importante segnale di ripresa — dice Valeria Cittadin, sindaca di Rovigo — i cittadini dimostrano di avere una grande voglia di ritrovare un’identità. A Rovigo c’è voglia di vita. La sfida per noi sarà dare nuova aria alle nostre frazioni».
Il problema sicurezza
Tutto bene dunque? Non esattamente. C’è un parametro tra quelli analizzati che non trova pace in (quasi) nessuna provincia: il dato sulla sicurezza. Nessuna provincia svetta nella top ten. E la prima ad arrivare è Rovigo al sedicesimo posto. Non se la cavano male neanche Vicenza, in 22esima posizione, Treviso in 25esima nonostante le problematiche recenti delle baby gang e Belluno in 31esima. Per tutte le altre è una débâcle: Padova è al 57esimo posto (con la città 18esima per il resto), Verona addirittura al 70esimo senza considerare la Città metropolitana di Venezia che scivola al 102eismo posto. «Alcuni parametri dal 2023 sono cambiati e quelli nuovi penalizzano le città metropolitane — dice Elisabetta Pesce assessore alla sicurezza del Comune di Venezia — va inoltre evidenziato che l’analisi non tiene conto dei milioni di visitatori che arrivano a Venezia sia in centro storico che sul litorale. Di certo non possono essere analizzati come se fossero i normali visitatori delle altre città. Che poi ci siano delle zone complesse in città è indubbio. In particolare quelle intorno alle stazioni. Incrementeremo i controlli del territorio». «Al netto degli episodi che riguardano la sicurezza possiamo dire che gli indicatori veneziani sono buoni — dice Simone Venturini, assessore alle politiche della residenza di Venezia — continueremo a investire sui giovani per rendere sempre di più Venezia un luogo abitabile per tutti».
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