Società del Quartetto, tra innovazione e continuità

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Si parte da dove si era terminato, ma non ci si lasci ingannare. La 121ª stagione concertistica della Società del Quartetto di Bergamo apre i battenti lunedì 3 febbraio 2025 con il Quartetto d’archi Adorno, lo stesso che aveva chiuso nel giugno scorso, con un giovanile Webern (Langasamer Satz) ben distante dalle sei Bagatelle op. 9 dello stesso autore, assieme ai più classici viennesi Schubert (La morte e la fanciulla) e il tardoromantico Zemlinsky (Quartetto n. 3 op. 19). All’insegna dei giovani, in senso ampio, è la marca che il nuovo direttore e presidente Marco Mazzoleni, industriale delle costruzioni, che subentra a Giampaolo Rosa, per 19 anni al timone della più antica società musicale cameristica della Bergamasca.

«Senza barriere né pregiudizi»

«La Società del Quartetto riafferma la sua missione di promuovere la cultura musicale, con una programmazione senza barriere né pregiudizi – annuncia il presidente e direttore artistico -. Nel corso della sua storia ha ospitato artisti poi divenuti di fama mondiale». Rinnova la sua vocazione di palcoscenico per i giovani con la nuova, formale collaborazione con il Conservatorio Donizetti e l’Accademia Santa Cecilia di Bergamo. Le due istituzioni sono rispettivamente alla ribalta in due dei 10 concerti in programma: «Due concerti che vedono protagonisti il pianista Daniele Martinelli e la violinista Yuki Hirano» sottolinea Mazzoleni. Si tratta di due giovani di particolare interesse, se poi si libreranno in volo solo il tempo potrà dirlo.

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Schubert e Brahms

Daniele Martinelli, bergamasco, 20 anni, semifinalista del Concorso Viotti 2023 di Vercelli, lunedì 3 marzo, con un mix tra storico e moderno, viaggia con Schubert (Sonata n. 17), Brahms op.116 da un lato e l’inglese Thomas Ades (1971) autore di punta contemporaneo, e Skrjabin (Sonata n. 5) dall’altra. La violinista giapponese, suono, tecnica e carisma sarà protagonista del recital del 31 marzo, con un programma da definire: si è aggiudicata il primo premio del Classic Violin Olympus competition in Dubai lo scorso aprile. Sono all’insegna della «continuità» vari interpreti già noti al pubblico del Quartetto. Lunedì 17 febbraio ritorna (a distanza di due anni) il pregevole Goldberg Piano Trio, composto dalle sorelle Anna e Lucia Molinari e dal pianista Riccardo Bisatti, all’insegna del classico-romantico-viennese doc: il leggiadro Trio n. 45 di Haydn e il monumentale Trio op. 100 di Schubert, impiegato anche dal cinema per la profondità e plasticità sbalorditiva delle idee.

Da Rameau a Skriabin

A distanza di quattro anni torna l’eclettico pianista Alberto Chines, lunedì 24 febbraio, tra la leggiadria francese di Jean-Philippe Rameau (da Les Indes Galantes, opéra-ballet, in una rara trascrizione di Paul Dukas), la celebre Sonata in re maggiore op. 28 Pastorale di Beethoven e una versione originale dello stesso interprete della dirompente Sacre du Printemps di Stravinskij. Maria Grazia Bellocchio, docente di pianoforte al Conservatorio fino allo scorso anno, con la violinista Myriam dal Don, il 10 marzo, si propone tra Beethoven (Sonata op. 14 n. 2), Kurtág (op.14), Schubert e Schoenberg (Fantasia op.47). Artista in residence, il pianista e compositore Paolo Marzocchi sarà di scena con un recital lunedì 17 marzo, tra Berg (op.1), Liszt (le avveniristiche Nuages gris e Bagatelles sans tonalité, e Sonata) e Skrjabin.

Torna il Kanon Trio

Di ritorno, dopo il 2000, il Kanon Trio Lena Yokoyama violino, Alessandro Copia cello e Diego Maccagnola piano – lunedì 24 marzo, con tributo a Šostakóvič, nel 50° anniversario della morte, con due trii e le Sette romanze su poemi di Alexander Blok; serata preceduta da un incontro divulgativo sul compositore sovietico. Tra Seconda Scuola di Vienna e tardomanticismo tedesco si muove anche il recital pianistico di Pina Napolitano, specialista della scuola viennese del XX secolo, lunedì 7 aprile. Da un lato la giovanile e imperiosa Sonata n.2 di Brahms, nel solco «eroico» di Beethoven, dall’altro un album di opere schonberghiane, dall’op.11 all’op. 23, emblema di quella che viene chiamata serialità o dodecafonia, alle origini di molta letteratura del secolo XX. Finale di cartellone destinato alla chitarra con un recital solistico di Marco Minà alle prese con le Tre Sonates op.29 di Anton Diabelli, autore viennese, principale editore di Schubert, autore del valzer su cui Beethoven scrisse le sue monumentali variazioni omonime.

Ingressi e costi

Insomma, classico, certo, ma anche apertura al XX secolo e seguito, compreso quel mondo che con il pubblico non ha mediamente avuto facile rapporto. Abbonamenti: 180 euro, compresa la quota associativa di 75 euro. Giovani fino ai 21 anni gratis, biglietti 20-10 euro. Ingresso gratuito riservato a studenti ed agli insegnanti dei licei musicali e del Conservatorio. Per ulteriori informazioni www.quartettobergamo.it oppure scrivere alla mail [email protected].

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