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Costretto sulla sedia a rotelle, gli è stato tributato il picchetto d’onore con i fiori dopo aver assistito al giuramento della figlia: è arrivato in nave
«Giovedì (il 12 dicembre, ndr) ho pianto e mi commuovo ogni volta che rivedo il video, perché sa di vita e di bellezza… Pura bellezza». La bellezza, quella «pura» che ha visto il direttore della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda Gianpaolo Trevisi è quella di Lara e di Giuseppe. E le immagini sono quelle del giuramento di Lara, che da quel giorno è un agente della Polizia di Stato. L’agente Lara Latragna. Ha giurato con gli altri 219 allievi, Lara, al palazzetto dello Sport di Verona.
Il ponte di fiori
E a metterle il cappello da divisa in testa è stato Giuseppe. Lui è suo padre. E per vedere Lara è arrivato con la moglie, l’altra figlia e alcuni amici da Enna. Lui come molti altri genitori dei futuri poliziotti. Ma quella di Lara e Giuseppe è un’altra storia, che sta facendo il giro dei social in un video. Una storia alla quale tutti gli allievi del 227esimo corso hanno reso omaggio, facendo un «picchetto d’onore». Un ponte di fiori che ha accompagnato Giuseppe fino alla figlia. Perché Giuseppe non può camminare. E fa fatica in ogni piccola cosa da quando è stato colpito da una trombosi aortica. Dal giorno in cui Lara a casa ha sentito una bottiglia cadere e lo ha trovato per terra. Ma a spronare quella figlia di 26 anni con una laurea in geologia, è stato lui. «Tu vai», le ha detto, quando Lara gli ha raccontato di voler diventare poliziotta. E lei lo ha fatto.
Il lungo viaggio
L’unica cosa che l’avrebbe fermata, sarebbe stata l’assenza di suo padre al giuramento. «Due giorni prima della cerimonia – il racconto del direttore Trevisi – sono venuti da me un ragazzo e lei. Lui mi ha chiesto di poter fare al giuramento la proposta di matrimonio alla sua ragazza, che poi ha fatto. Lara mi ha detto che voleva che suo padre fosse presente. E quando sua madre le ha detto che avrebbero fatto fatica a venire a Verona lei è stata irremovibile. “Se non viene mio padre io non giuro”, ha detto». Un «diktat» perentorio che Lara, però, ha potuto non mantenere. Perché Giuseppe, con la moglie Sabrina e un amico fisioterapista, in quel palazzetto è arrivato. «Mio marito non può prendere l’aereo – ha detto all’Ansa Sabrina – ma la compagnia marittima Grimaldi ci ha risposto, con una mail, che avremmo certamente capito ma non poteva farci viaggiare. Non si assumevano la responsabilità. Così ci siamo rivolti a Grandi Navi veloci e siamo riusciti a partire. Mio marito era così emozionato che temevo potesse svenire». Ma Giuseppe non è svenuto. E ha passato quel «picchetto d’onore» dei colleghi di Lara che alzavano i fiori al suo passaggio. «Io volevo solo dire grazie a mio padre che c’è stato sempre. Tutto quello che sono è merito suo. Mi ha sempre dato la forza di andare avanti, le parole di Lara». E alla fine di quel drappello floreale Giuseppe ha posato sulla testa di Lara il cappello della Polizia di Stato.
A servizio del reparto mobile
Lei ha urlato «presente» con tutti i suoi compagni di corso e in questi giorni ha preso servizio al reparto mobile di Padova. Su Instagram ha postato una foto del giuramento e a quei genitori ha scritto una dedica: «Cari mamma e papà, ammirando il vostro coraggio oggi vivo come meglio desidero senza soffermarmi troppo a pensare, lasciandomi guidare dal vostro esempio percorro le strade faticose di questa vita consapevole che vi ritroverò in ogni mio passo, in ogni mio sguardo, in ogni mio dove. Grazie». Ricalcando quella «Sempre e per sempre» di De Gregori che il direttore Trevisi ha citato durante la cerimonia. «Prima che diventasse la colonna sonora di una pubblicità – ha detto a quei 220 allievi – amavo questa canzone ancora di più, ma sappiate che come canta De Gregori, dovunque voi sarete e dovunque io sarò, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverete». La stessa parte da cui si troveranno sempre l’agente del reparto mobile Lara Latragna e suo padre Giuseppe.
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