Allarme nel dolciario per costi elevate delle materie prime. Ecco i dati

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L’analisi dei conti nazionali diffusi dall’Istat lo scorso 1° dicembre delinea la delicata fase congiunturale dell’economia italiana, caratterizzata dalla crescita zero del PIL nel terzo trimestre 2024: nonostante ciò la spesa delle famiglie dà segni di tenuta, con un aumento del 1,4% rispetto al trimestre precedente.

In questo scenario si inserisce il Natale dei pugliesi che scelgono di puntare sull’artigianato: dai regali sino alle specialità della tavola anche le prossime festività saranno all’insegna delle produzioni a valore artigiano Made in Italy, espressione della creatività e della tipicità delle imprese italiane e pugliesi.

Le previsioni di spesa

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Secondo le previsioni elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato, per le feste di Natale gli italiani spenderanno, a dicembre, 26,5 miliardi di euro, vale a dire il 27,6% in più della media annuale. Quasi due terzi degli acquisti, pari a 17,5 miliardi, saranno dedicati ad alimentari e bevande e nei consumi natalizi del 2024 spiccheranno proprio quelli che puntano sulla tipicità, sull’identità territoriale, sulla qualità di beni e servizi.

A livello regionale, Confartigianato stima che si spenderà di più in acquisti natalizi in Lombardia con 4,6 miliardi di euro (17,3% del totale nazionale). Seguono il Lazio con 2,7 miliardi, il Veneto (2,2 miliardi), l’Emilia-Romagna (2,2 miliardi), la Campania (2,1 miliardi), il Piemonte e la Sicilia (entrambe con 2,0 miliardi), la Toscana (1,7 miliardi) e la Puglia (1,6 miliardi, pari al 6% del totale nazionale).

Come sempre, un ruolo di primo piano spetterà all’artigianato alimentare, protagonista delle festività: ben 17,5 miliardi su base nazionale, saranno dedicati ad alimentari e bevande a dicembre. La Puglia in particolare, tra prodotti DOC (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita), conta ben 22 prodotti riconosciuti e realizzati, in massima parte, proprio da piccole imprese.

Allarme nel dolciario

Sotto il profilo dei prezzi, però, tra inflazione e conseguenze del cambiamento climatico la situazione è complessa. Con riferimento ad esempio al settore “principe” della tavola natalizia, quello delle produzioni dolciarie, nei primi 9 mesi del 2024 si sono registrate forti tensioni con riguardo ai prezzi internazionali di alcune materie prime[1] con aumenti superiori del 20% per: cacao con (+128,9%), caffè miscela robusta con (+62,6%), arance (+48,8%), olio di cocco (+30,7%), olio di palma con (+23,3%). Aumenti a doppia cifra si riscontrano anche nei prezzi al consumo[2] per il burro (+14,7% in aumento rispetto a +6,9% di settembre) e olio di oliva (+14,3%). In accelerazione anche il cioccolato (+8,4% vs 5,5% di settembre). A causa dell’aviaria anche il prezzo delle uova è sostanzialmente aumentato: ben +34% da agosto scorso, tenendo conto che già nel 2023 il prezzo era aumentato di oltre il 7% rispetto all’anno precedente.

Nel tentativo di mantenere i prezzi finali in linea con le aspettative di consumatori che, pur più attenti alla qualità, devono comunque fare i conti con un potere di acquisto ridottosi negli ultimi anni, le imprese – specie quelle artigiane, che non possono contare su grandi economie di scala – vanno in sofferenza. Secondo gli ultimi dati elaborati da Unioncamere Puglia[3], nella nostra regione le imprese attive nel settore della pasticceria sono quasi 1.100 e danno lavoro a quasi 5.000 addetti.

“È un periodo veramente complesso per le nostre attività – ha dichiarato Nicola Giotti, presidente della categoria ‘dolciario’ di Confartigianato Puglia. Nel 2024 stiamo toccando con mano le conseguenze dell’incredibile aumento dei costi degli ultimi anni. Per molti prodotti di uso comune in pasticceria l’incremento di prezzo è ormai acquisito. Stesso discorso vale per il costo dell’energia, di cui noi facciamo grande uso tra forni, abbattitori, frigoriferi e congelatori. Sebbene le produzioni artigiane, in forza della loro qualità, riscontrino un crescente apprezzamento da parte dei consumatori, riscontriamo una caduta dei nostri margini di guadagno. Ad esempio – continua Giotti – oggi un panettone artigianale realizzato con ingredienti di buona qualità non dovrebbe costare meno di 35 euro al kg per risultare sostenibile per una piccola impresa di pasticceria. I tradizionali dolci di mandorla pugliesi, invece, dovrebbero partire da un minimo di circa 25 euro al kg e così tutti i prodotti realizzati con le nocciole dovrebbero essere proposti con prezzi sostanzialmente aggiornati, considerato che la varietà ‘gentile di Piemonte’ ha ormai stabilmente superato i 40 euro al kg. Il cioccolato, poi, dopo il crollo della produzione in Africa Occidentale nel corso del 2023 ha visto le proprie quotazioni andare letteralmente alle stelle. Per questo – ha concluso Giotti – invitiamo i consumatori a valutare, in fase d’acquisto, anche questi elementi sapendo che gli aumenti dei prezzi non sono certo dettati dalla volontà delle imprese di aumentare il lucro, ma da ragioni di pura sopravvivenza. 

D’altro canto scegliere prodotti e servizi delle imprese e degli artigiani locali significa scegliere la qualità e la genuinità, sostenendo non solo gli imprenditori e i loro dipendenti, ma preservando il nostro portato culturale e contribuendo al benessere della comunità. Proprio per questo Confartigianato ha voluto lanciare anche quest’anno la campagna “AcquistiAmo locale”: un invito a regalare e a regalarsi prodotti a valore artigiano made in Italy, espressione della creatività e della tipicità delle imprese dei tanti, diversi territori italiani”.

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