“Non possiamo tornare agli anni bui del passato”

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


LECCE – Ci sono gli affari con la droga dietro al delitto di Giuseppe De Giosa, il 43enne di Bari freddato a Lecce, in via Papini, a colpi d’arma da fuoco. Il ritrovamento di 7 chilogrammi di hashish nell’auto accanto alla quale è stato scoperto il cadavere, sono una sorta di timbro su tutta questa inquietante faccenda. E questo mentre resta da capire perché sia arrivato nel capoluogo salentino. L’idea è, ovviamente, quella di un “corriere”, un soldato del narcotraffico. Ma perché si arrivi addirittura all’assassinio a sangue freddo resta il nodo principale della vicenda, sul quale si stanno indirizzando le indagini della squadra mobile.

Diverse le reazioni a margine del caso che ha scosso la città. Per la sindaca Adriana Poli Bortone si tratta di “un episodio che rivela quanto il mondo dell’illegalità connesso agli stupefacenti sia presente e diffuso, una realtà che deve continuare ad essere combattuta con un’azione senza quartiere e senza indulgenza. È necessario quindi un impegno corale, interventi sinergici e decisi ai quali tutti, dalle istituzioni ai cittadini, devono contribuire”.

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“Il prefetto – ha ricordato la prima cittadina –, sin dal suo insediamento, ha immediatamente dimostrato grande attenzione all’aspetto della sicurezza e del contrasto all’illegalità. Il suo intervento potrà essere decisivo nel far emergere circostanze e responsabilità e nell’attuare un piano di interventi e controlli per la sicurezza del territorio. Sin da ora confermo la mia totale disponibilità ad essere parte attiva, secondo le mie funzioni, per garantire anche da parte del Comune di Lecce il massimo impegno per arginare e debellare questi gravi fenomeni e i rischi che ne derivano per la nostra comunità”.

Intanto, in prefettura, anche su richiesta della sindaca, è stata convocata per domani mattina alle 10 una riunione di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

“Piantedosi si svegli”

Dal canto suo, il deputato Claudio Stefanazzi del Partito democratico non usa mezze misure sul ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Si svegli”, è il suo monito.

“Un omicidio in pieno pomeriggio, in un quartiere popoloso come il Santa Rosa, ci fa tornare in mente quel passato buio che speravamo di esserci lasciati alle spalle”, commenta Stefanazzi. Che aggiunge: “È superfluo rimarcare la gravità di quanto accaduto oggi. L’unico auspicio è che un’esecuzione in pieno stile mafioso convinca il ministro Piantedosi a intervenire approfondire in maniera seria la preoccupante escalation di violenza che denuncio da tempo con un’interrogazione parlamentare dopo l’altra. Domande a cui puntualmente il ministro non risponde”.

“Le nostre comunità sono spaventate”, prosegue. “Il Salento non può tornare a essere un luogo di minacce, aggressioni, estorsioni, omicidi. Qualcuno al Governo deve rendersi conto che questo stato delle cose non è più sostenibile, che il nostro territorio non può tornare preda delle organizzazioni mafiose nonostante il lavoro straordinario delle forze dell’ordine. Bisogna intervenire duramente e il prima possibile”, conclude il deputato dem.

“Indietro agli anni bui”

Sul caso, il primo a esprimersi ancora a caldo, quando ancora non si conoscevano molti dettagli del delitto, è stato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli. “Quello che è accaduto in pieno pomeriggio nel quartiere Santa Rosa a Lecce ci lascia tutti sbigottiti e ci riporta indietro di alcuni anni, molto bui a dire la verità. L’omicidio di un uomo che pare una vera e propria esecuzione, in pieno pomeriggio e in una strada abitata, per ragioni al momento ignote è un fatto grave che, come mi è chiaro dalle numerose chiamate che sto ricevendo da comuni cittadini e residenti della zona, allarma Lecce tutt’intera e ci impone di capire cosa stia realmente succedendo”.

“Solo pochi mesi fa – ha aggiunto Delli Noci –, lo stesso quartiere è stato scenario di un altro fatto grave che ha visto colpire con alcuni proiettili le vetrine di un bar. Certo che le forze dell’ordine siano già al lavoro, invito tutte le istituzioni a collaborare al massimo per restituire sicurezza e tranquillità ai leccesi. Da parte mia e dell’ente regionale – la sua conclusione – si garantisce la totale presenza e collaborazione”.

“Serve una reazione”

Per la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, “quello che è accaduto oggi al quartiere Santa Rosa a Lecce desta una grande preoccupazione. C’è una recrudescenza della criminalità che sta minando la sicurezza del nostro territorio. Non possiamo permettere che l’illegalità rialzi la china, serve una reazione forte dell’intera comunità. Una collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini per fare fronte comune contro la violenza e le infiltrazioni criminali nella nostra società. Come presidente del Consiglio regionale della Puglia assicuro il pieno sostegno dell’assise regionale a sostenere iniziative che possano garantire la sicurezza delle nostre città”, conclude Capone.

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