«Intrappolati, sfollati, in fuga: sono quasi 3,5 milioni e questi tre anni di guerra hanno avuto su di loro un effetto devastante» dice il portavoce di Unicef Italia. Il Medio Oriente? «A un anno dal 7 ottobre la situazione dei più piccoli è indescrivibile»
Andrea Iacomini, Portavoce di Unicef Italia: quale è la situazione dell’infanzia in questo anno che si sta per chiudere?
Nel 2024, la situazione dei bambini nel mondo appare più drammatica che mai, i loro diritti fondamentali sono negati a causa di una vasta gamma di crisi interconnesse. Ad oggi, si stima che più di 460 milioni di bambini vivono o fuggono da conflitti armati devastanti. Le guerre a Gaza e in Ucraina passando per Libano Siria e Sudan sono solo alcune delle tragedie che hanno devastato le infanzie di intere generazioni.
Alcune di queste crisi sono legate al clima, giusto?
È vero, a queste crisi si aggiungono le difficoltà legate alla disuguaglianza sociale e ai cambiamenti climatici, che continuano a minacciare il futuro dei più piccoli. Oggi, più di 1 miliardo di loro, quasi la metà dei bambini del mondo, vive in Paesi che sono ad altissimo rischio per gli impatti del cambiamento climatico. Di conseguenza, sono sempre più esposti a siccità e ondate di calore, tempeste più potenti e inondazioni più estese, inquinamento atmosferico e malattie. I disastri legati al cambiamento climatico stanno interrompendo l’approvvigionamento di cibo nutriente e acqua sicura e stanno compromettendo la fornitura di servizi sociali essenziali.
Tutti fenomeni quelli descritti che portano grandi movimenti umani e numeri incredibili di sfollati…
È proprio così. I cambiamenti climatici e i conflitti sempre più frequenti stanno allontanando i bambini dalle loro case e comunità, spesso più volte. Alla fine del 2023, quasi 50 milioni di bambini erano sfollati a causa di conflitti, violenze e disastri naturali, il 40% di tutti gli sfollati forzati a livello globale. Le condizioni climatiche estreme, tra cui inondazioni, siccità e tempeste, sono all’origine dello sfollamento di 20.000 bambini al giorno. In media, questa condizione di vita precaria dura cinque anni, il che significa che molti bambini trascorrono fino a un quarto della loro infanzia nei luoghi di accoglienza, spesso vedendosi negati i diritti fondamentali.
Torniamo ai conflitti. Gaza, Ucraina, Libano ma di recente anche il cambio di governo in Siria.
La guerra in Siria, dopo 13 anni di conflitto, è stata e continua ad essere una delle crisi più lunghe e devastanti degli ultimi decenni con quasi 17 milioni di siriani in disperato bisogno d’assistenza umanitaria, tra cui più di 7,5 milioni di bambini e con oltre 7,2 milioni di civili sfollati. Una condizione drammaticamente aggravata dai terremoti in Turchia e Siria del febbraio 2023 che ha colpito quasi 9 milioni di siriani, di cui più di 3,5 milioni bambini, con pesanti danni ad infrastrutture già provate da anni di conflitto e dall’ondata di violenze tra Israele e Libano, con 620.000 persone fuggite in Siria dal 23 settembre, di cui circa il 60% bambini. A questa drammatica situazione si aggiungono i nuovi rapidi rivolgimenti nel paese, che hanno già causato la morte di 80 bambini nelle ultime settimane. Nel paese, il 90% della popolazione è ridotta in povertà, un quadro davvero preoccupante.
E Gaza?
Nello Stato di Palestina e Israele, a più di un anno dal brutale attacco del 7 ottobre 2024, la situazione dei bambini nella regione è indescrivibile. I bambini israeliani sono stati uccisi e presi in ostaggio, mentre migliaia sono stati sfollati dalle loro case. A Gaza, la guerra, le incursioni aeree e i bombardamenti hanno devastato interi quartieri, causando la morte di più di 44.000 palestinesi, il 60% dei quali sono donne e bambini, e lasciando migliaia di altri feriti. Tutti i quasi 1,1 milioni di bambini di Gaza hanno bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere, e la maggior parte di loro è ora sfollata in un’area di meno di 50 chilometri quadrati. La fame e la malnutrizione acuta sono diffuse, soprattutto nel nord, e migliaia di bambini hanno subito gravi violazioni dei diritti. Gli ospedali sono sovraffollati, con scorte di medicinali che scarseggiano, e il sistema scolastico è in ginocchio. Le scuole vengono danneggiate o utilizzate come rifugi temporanei, compromettendo l’istruzione di intere generazioni. L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è gravemente compromesso, favorendo la diffusione di malattie, come il ritorno della piaga della poliomielite. Piaga che abbiamo prontamente combattuto con una campagna vaccinale a tappeto nonostante le condizioni proibitive dovute all’intensificarsi del conflitto. Molti bambini, che hanno vissuto tutta la loro vita sotto il costante rischio di morte e distruzione, soffrono di disturbi psicologici. La mancanza di un ambiente sicuro e protetto mina gravemente il loro sviluppo fisico, emotivo e cognitivo. In un contesto di estrema povertà e incertezza, i bambini di Gaza rischiano di essere condannati a una vita di sofferenza e privazioni.
Lei è appena tornato da una missione in Ucraina.
Si, ho visitato dei progetti dell’Unicef a Mykolaiv, Dnipro Kryyi Ryv e potuto constatare il grande lavoro dei nostri team sul campo. È stata un’esperienza molto forte, di quelle che lasciano il segno. Bambini che vivono per 18 ore al giorno senza corrente elettrica durante il periodo invernale, e che all’inizio del conflitto passano 6 ore di media al giorno nei rifugi. Mi hanno molto colpito quelli più piccoli fare disegni in cui scrivono che il loro sogno più grande è “dormire”. Un bambino non dovrebbe mai sognare di dormire ma dormire per poter “sognare”, c’è una grande differenza. È una guerra che dopo quasi 3 anni ha avuto un impatto devastante sui quasi 3,5 milioni di bambini, intrappolati o sfollati nel paese, in fuga o rifugiati. I bambini ucraini vivono in un costante stato d’incertezza, con difficoltà di accesso ad un’istruzione continua e ad ambienti sicuri per giocare e crescere. Le cicatrici psicologiche lasciate dalla guerra saranno un fardello che queste future donne e questi futuri uomini dovranno portare per tutta la vita, con impatti negativi sulle loro future prospettive di vita. Assurdo.
Se dovessimo fare un bilancio finale del 2024 potremmo concludere che viviamo in un mondo sempre più ostile ai bambini.
Nel 2024, la condizione dei bambini nel mondo è segnata da un mix di progressi e regressi, ma il bilancio complessivo rimane negativo. Nonostante i passi avanti in alcuni ambiti, come l’accesso universale ai vaccini, la riduzione della mortalità infantile e i miglioramenti nei tassi di iscrizione scolastica, il contesto globale resta segnato dalla violenza, dalla povertà e dalle disuguaglianze. Circa 1 bambino su 5 vive in condizioni di estrema povertà, con poco o nessun accesso a risorse fondamentali come cibo, acqua pulita e cure sanitarie. Inoltre, i cambiamenti climatici di cui ho già parlato stanno amplificando i rischi per i bambini. Il sistema sanitario globale, seppur migliorato in alcune regioni, non è ancora sufficiente a garantire a tutti i bambini un accesso equo alle cure. La malnutrizione, la mortalità neonatale e le malattie infettive continuano a rappresentare una minaccia per la vita di milioni di bambini, soprattutto nei paesi più poveri. Il 2024 segna un anno di grandi difficoltà per i più piccoli nel mondo, con le guerre come quelle già citate di Gaza, Libano, Siria e dell’Ucraina, oltre agli altri 56 conflitti che infiammano in varie parti del pianeta, che continuano a mietere vittime e a privare intere generazioni del diritto a una vita sicura e prospera, questo è il vero fallimento di noi adulti, dovremmo chiedere scusa alle nuove generazioni.
Cosa fare?
Il mondo deve diventare più a misura di bambini. Un futuro migliore per le nuove generazioni è possibile solo se i leader mondiali e le organizzazioni internazionali si impegnano a fermare le guerre, a proteggere i bambini dai cambiamenti climatici e a garantire loro un accesso equo a salute, educazione e sicurezza. L’umanità non può permettersi di ignorare il grido di aiuto di milioni di bambini.
E l’Italia vista da un bambino, che Paese dovrebbe essere?
Un’Italia più giusta per i più piccoli. È inaccettabile che ancora oggi in Italia, la vita dei bambini sia segnata da dove nascono, dalle condizioni della famiglia d’origine, e quindi è importante, fuori dalle polemiche, offrire maggiori opportunità fin dai primi mesi di vita, per poi garantire educazione e servizi di qualità che possano fare la differenza, per la corretta alimentazione, le cure sanitarie adeguate, il sostegno gratuito per i problemi di salute mentale, la prevenzione sull’impatto sulle loro vite dei cambiamenti climatici. Tutto senza alcuna discriminazione.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link