Una centrale di accumulo con maxi-batterie formato da 180 container, presentato il progetto del “Bess”

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Un’area di circa tre ettari sarà occupata da una nuova struttura in supporto alla rete elettrica nazionale. Si tratta di una “Bess”, un sistema di accumulo elettrochimico a ioni di litio (la sigla Bess sta per ‘Battery energy storage system’), una struttura di accumulo, mediante grandi batterie, composto da 180  moduli grandi come container di 6 metri di lunghezza per 2 di larghezza e alti 2,6 metri. Si sommano a questi, altre strutture di servizio, come una stazione di trasformazione, connessa con un elettrodotto.

La struttura nascerà in via Oraziana, a Durazzanino, sulla parte opposta della strada dove già oggi si trova la stazione di Terna, uno dei nodi più importanti della rete elettrica in Emilia-Romagna. Oltre vent’anni fa la stessa area avrebbe dovuto ospitare il progetto Elettra, una centrale energetica da fonti fossili che tuttavia poi non venne mai realizzata, anche per la forte opposizione della popolazione. In questo caso, però, si tratta di un impianto che è strutturale allo sviluppo delle energie rinnovabili, in quanto permette l’accumulo di energie green prodotta da fotovoltaico e eolico, da utilizzare nei momenti di picco di richiesta di energia. 

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Compensazioni ambientali per 600mila euro

L’impianto è in via di autorizzazione da parte del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che è titolare dell’autorizzazione unica. L’iter è partito lo scorso aprile, con il nulla osta già di una decina di enti, tra cui vigili del fuoco e Soprintendenza per gli aspetti paesaggistici. Ed ora arriva la fase di discussione in Consiglio comunale, che tuttavia non deve autorizzare l’impianto ma valutare gli aspetti urbanistici, che sono in variante al piano urbanistico.

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Il progetto è stato dibattuto nel corso della seconda commissione consigliare, martedì pomeriggio, presentato dall’assessore all’Urbanistica Luca Bartolini che ha rimarcato che “come comune abbiamo chiesto una compensazione ambientale, per un valore di 600mila euro per interventi di efficientamento energetico”.  La società proponente Sphera Nordea Srl ha già definito uno schema di convenzione col Comune per trasferire questi fondi compensativi.

Se l’impianto sarà approvato, potrà essere operativo entro la fine del 2027, con la previsione di 18 mesi di lavori, di cui gran parte però sono relativi all’approvvigionamento dei dispositivi, la cui posa a terra sarà invece più breve. I container delle maxi-batterie non saranno impilati uno sopra all’altro, saranno posizionati su unun piano unico, a un metro sopra il suolo mediante pilastrini, per lasciarlo più permeabile e per difendersi dal rischio di alluvioni (il fiume Ronco è piuttosto vicino e quella zona agricola è rimasta alluvionata nel maggio 2023, ndr). 

Paolo Fagnoli, responsabile Sphera Energy, partecipata dal gruppo Combigas di Faenza, ha presentato in commissione il progetto: “Combigas, che si occupa di combustibili, da 15 anni è impegnata nelle anche fonti rinnovabili, in particolare nei sistemi di accumulo di grandi dimensioni che danno  stabilità alla rete”. Sphera Energy spiega che il sito di via Oraziana è stato individuato fin da subito perché adiacente alla stazione di smistamento Terna e i terreni su cui dovrà sorgere l’impianto già opzionati per l’acquisto.

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A cosa servono i Bess

“Nel 2030 circa 50% dell’energia in Italia dovrà essere da energie rinnovabili, oggi siamo al 32%. Queste sono fonti non programmabili, in quanto dipendono dal sole e dal vento. Il fotovoltaico per esempio vede una produzione di giorno, mentre i picchi di richiesta di energia sono di sera, per cui per soddisfare i picchi si utilizzano fonti fossili”, spiegano i tecnici di Sphera Energy. I sistemi di accumulo servono per ovviare a questo problema. 

“Nel 2030 sono previsti 70 Gwh di batterie Bess lungo il territorio italiano, di cui 11 nel nord Italia. La zona della Romagna è critica in quanto punto di arrivo della dorsale adriatica, qui i sistemi di accumulo impediscono colli di bottiglia e permettono di raccogliere l’energia proveniente dagli impianti del sud  Italia”. Con vantaggi anche in bolletta: “Lo storage si carica quando il prezzo è più basso per un eccesso di produzione e scarica quando il prezzo è più alto per l’eccesso di domanda, per cui ci sono vantaggi anche sul prezzo di mercato”.

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La sicurezza e l’ambiente

Dei circa 3 ettari di impianto, 2,2 sono per le strutture vere e proprie, il resto per le mitigazioni ambientali. I progettisti promettono una struttura che non supera i 3 metri di altezza, in quanto sono gli impianti disposti su un piano solo. Sarà nascosta da filari di alberi alti 6 metri e su due lati sono previste barriere acustiche per 5 metri e mezzo di altezza. Le strade di circolazione interna saranno ghiaiate. Non è stato indicato il valore dell’investimento dell’opera.

I consiglieri comunali hanno interrogato sui requisiti ambientali e di sicurezza, tra cui le difese in caso di scoppio delle batterie. “Gli impianti sottostanno a numerose regole europee e nazionali per la sicurezza, e sono già passati al vaglio dei vigili del fuoco, che hanno studiato i vari scenari di rischio. Le distanze tra i componenti sono compatibili a evitare propagazioni a elementi adiacenti. Inoltre ogni singolo container dispone di vari sistemi di sicurezza, con allarmi, ventilazione in caso di uscita di gas e sono di materiali resistenti al fuoco per lunghi periodi”, spiegano i tecnici di Sphera.

Per quanto riguarda i campi elettromagnetici gli studi indicano che si trovano nei limiti di legge. Il Comune ha invece imposto delle prescrizioni per quanto riguarda l’acustica, da valutare a impianto operante, con la richiesta di ridurre la potenza degli impianti al 60% negli orari notturni. 

Il Comune intende utilizzare i 600mila euro di compensazioni ambientali per la riqualificazione energetica degli edifici e degli impianti pubblici, delle case popolari, dell’illuminazione pubblica, e per sviluppare la rete di teleriscaldamento e del campo solare di Fmi, per sostenere le future comunità energetiche e infine per azioni di educazione ambientale.



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