Chi sono i 7 nuovi sostituti procuratori della Direzione nazionale antimafia

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Il Csm ha eletto nuove figure per la Dnaa. Il plenum si era diviso sul nome di Eugenio Albamonte, ex segretario dell’Anm

Arrivano, non senza polemiche, i sette nuovi sostituti procuratori per la Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo (Dnaa), guidata da Giovanni Melillo. La selezione del Consiglio superiore di Magistratura, basata sull’assegnazione di punteggi, ha visto un acceso dibattito che ha diviso il plenum.

Si tratta di: Ida Teresi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli; Antonella Fratello. Paolo Sirleo e Antonio De Bernardo che provengono dalla procura di Catanzaro, mentre Federico Perrone Capano esercitava presso il Tribunale di Bari. Giovanni Musarò, invece, è sostituto procuratore della Repubblica a Roma; infine Eugenio Albamonte, ex segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati. Incarichi che riflettono una pluralità di esperienze.

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LE PROPOSTE A CONFRONTO PER L’ANTIMAFIA

Le candidature si sono divise tra due proposte presentate dalla Terza Commissione del Csm. La “Proposta A”, sostenuta da Area e Magistratura Indipendente (MI), includeva Albamonte e Fratello, mentre la “Proposta B”, promossa da Unicost, proponeva al loro posto Maurizio Giordano (pm di Napoli) e Giovanni Musarò. Alla fine, il plenum ha approvato la maggior parte dei nomi della Proposta A, includendo però anche Musarò, considerato uno dei magistrati più qualificati della Proposta B. Restano invece esclusi Stefano Luciani e Maurizio Giordano.

LA NOMINA CONTESTATA DI EUGENIO ALBAMONTE

La nomina di Eugenio Albamonte è stata particolarmente dibattuta. Storico esponente della corrente Area, Albamonte non ha mai ricoperto incarichi presso una direzione distrettuale antimafia, un’esperienza non obbligatoria ma comunque rilevante per la Dnaa. Tuttavia, il consigliere Edoardo Cilenti (MI) ha difeso la scelta, sottolineando le competenze di Albamonte nel contrasto al crimine informatico e al terrorismo, due ambiti centrali per l’evoluzione della Procura nazionale antimafia.

GIOVANNI MUSARO’: IL MAGISTRATO DELLE INCHIESTE DI PESO

Tra i nuovi nomi figura invece, come scritto, anche Giovanni Musarò, magistrato di grande esperienza, noto per il caso Cucchi e per la sua attività decennale contro la ‘ndrangheta. Ha lavorato presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, dove ha guidato operazioni contro il clan Casamonica, ottenendo il riconoscimento della loro natura mafiosa. La sua nomina è stata vista come un riconoscimento alle sue capacità operative e strategiche, valorizzate da tutte le correnti del Csm. A suo sostegno era intervenuto il togato di Unicost Marco Bisogni il quale, pur rammaricandosi per il clima di contrapposizione, aveva definito “inspiegabile” la possibile esclusione di Musarò. Alla fine si è optato quindi per un approccio democristiano, un mix di nomine tra continuità e rinnovamento.

DNAA, COMPOSIZIONE E COMPETENZE

La Dnaa è composta dal Procuratore nazionale antimafia e da 20 magistrati del pubblico ministero che sono i sostituti procuratori nazionali antimafia. Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo esercita le funzioni di coordinamento delle indagini condotte dalle singole Direzioni distrettuali antimafia (DDA) nei reati commessi dalla criminalità organizzata. Tale coordinamento è finalizzato, soprattutto, ad assicurare la conoscenza delle informazioni tra tutti gli uffici interessati e a collegare le Dda tra loro quando emergano fatti o circostanze rilevanti tra due o più di esse. Il Procuratore nazionale può esercitare le sue funzioni direttamente o delegare singole attività ai Sostituti.

COSA FANNO I SOSTITUTI PROCURATORI NAZIONALI ANTIMAFIA

I Sostituti procuratori nazionali lavorano in più direzioni:

  • esplicano l’attività di coordinamento presso ciascuna DDA, dove si recano periodicamente per seguire le indagini e riportare le informazioni in Dnaa;
  • esprimono i pareri nei casi previsti dalla legge e in particolare sui collaboratori di giustizia, sull’applicazione dell’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario (regime carcerario particolarmente severo), sul gratuito patrocinio per gli imputati di reati di mafia non abbienti;
  • seguono le Materie di interesse loro delegate, assumendo le necessarie informazioni sia direttamente, che attraverso le Forze di Polizia o altri organismi che istituzionalmente operano nel medesimo ambito. I risultati di questo lavoro vengono portati alla conoscenza di tutto l’Ufficio nelle riunioni plenarie mensili e, quando ve ne è l’utilità, a conoscenza delle Dda per l’inizio di indagini specifiche;
  • curano l’inserimento degli atti processuali delle Dda nella Banca Dati Nazionale;
  • curano i rapporti con le autorità giudiziarie di alcuni Paesi particolarmente sensibili nelle materie di nostra competenza, secondo singole deleghe impartite dal Procuratore nazionale.

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