di Erika Noschese
Prove d’intesa tra il Pd Campano e quello della provincia di Salerno. A fare da tramite Federico Conte, presidente dell’associazione Cittadino Sudd, ex parlamentari di Liberi e Uguali che lancerà una serie di proposte nel corso dell’incontro in programma venerdì 20 dicembre, alle ore 16, presso la Sala Moka di Corso Vittorio Emanuele che segna l’avvio di un progetto concreto per la Campania.
Conte, la Campania è già in piena campagna elettorale per le regionali. Una sfida particolarmente attesa…
«La Campania per la sua storia è sempre stata un laboratorio politico che ha sempre anticipato o consolidato tendenze nazionali. È successo, prima in sede politica e poi elettorale, per Forza Italia, per il Pd di Renzi, per i 5 Stelle e per Fratelli d’Italia della Meloni. Ora dovrebbe avvenire con Il Pd di Elly Schlein, questo il mio augurio di Natale, con un progetto politico di svolta, autonomo, d’identità e di prospettiva che riconosca la centralità politica della nostra tra regione a livello nazionale ed europeo, nel contesto euro-mediterraneo. La sfida delle prossime elezioni regionali non può ridursi a una conta locale deve svolgersi su una prospettiva alta e valoriale, un “Progetto per la Campania” su cui costruire la coalizione e scegliere il candidato presidente».
Il commissario regionale del Pd Misiani e il segretario provinciale Enzo Luciano allo stesso tavolo per un incontro natalizio. Forse, è l’occasione per provare a trovare una intesa…
«Un grande partito democratico, erede di tradizioni e culture diverse è portato a discutere e a divedersi sulla cosa fare e come farlo, ma ha il dovere di ritrovarsi e fare sintesi, e questo è uno di quei momenti, per rilanciare il proprio ruolo e affrontare la battaglia elettorale. La storia, anche recente, ci insegna che rotture e scissioni esprimono un malessere che va compreso e superato nell’interesse comune: è un dovere dei dirigenti e dei militanti».
Da un lato il Pd di Elly Schlein e dall’altro quello di De Luca. In che posizione si colloca lei?
«La provocazione giornalistica è suggestiva perché si fonda su una vicenda regionale, quindi su una falsa premessa. C’è un solo Partito democratico, guidato saldamente da Elly Schlein».
Il centro sinistra rischia di presentarsi spaccato alle prossime regionali. La segretaria nazionale Dem più volte ribadito il suo no al terzo mandato per De Luca, quale la sua posizione?
«Quella del terzo mandato è una questione ormai superata sul piano legislativo perché il Parlamento si è espresso, chiaramente e da tempo, e, quanto al Pd anche sul piano politico per l’esplicita presa di posizione della segretaria nazionale. D’altronde la Corte Costituzionale, con la sentenza 196/24 del 10 dicembre scorso, ha sancito, in coerenza col sistema delle autonomie, il divieto di terzo mandato finanche per i sindaci dei comuni superiori a 15000 abitanti. Sarebbe paradossale che venisse permesso, invece, per le regioni, con tutto il rispetto per la loro autonomia».
Campo largo con il Movimento 5 Stelle, ipotesi concreta?
«Non credo che il percorso per preparare le prossime elezioni possa partire da una sola alleanza o comunque solo dalle alleanze. Ripartiamo dalla Politica. Il Pd deve lavorare a federare una colazione coerente di alleati su un progetto identitario e di cambiamento, che dica ai campani, partendo dalle tante cose buone fatte, qual’ è la regione che vogliamo realizzare per i prossimi trenta anni, come vogliamo farlo, con quali priorità, quali scadenze temporali e quali mezzi. Riformismo radicale, direbbe un socialista. Su questa tela, ordita su cosa fare, tessere la colazione e insieme scegliere chi meglio può interpretare la nuova stagione politica che ci attende».
Quali caratteristiche dovrebbe avere, secondo lei, il candidato alla presidenza della Regione Campania per battere la destra?
«Il nostro candidato dovrà essere una donna e un uomo capace di cogliere lo spirito del nuovo tempo, per costruire l’identità sociale e politica della Campania, oggi divisa tra l’area metropolitana di Napoli, l’area medio-metropolitana di Salerno e le sue provincie remote e disunite. Bisogna promuovere la sua integrazione sociale e produttiva, le eccellenze, i suoi luoghi e i suoi talenti, assumendo la consapevolezza delle sue drammatiche fragilità ma anche delle sue enormi potenzialità. Con l’obiettivo di favorire in Italia e in Europa il “cittadino campano” come espressione compiuta sia del suo genius loci che della sua identità regionale, orgogliosa e rivendicativa. Questo implica che bisogna selezionare ed eleggere un presidente che esprima la società, non il populismo, un primus inter pares, che abbia l’ambizione di governare insieme a una classe dirigente con i suoi stessi valori e i suoi stessi propositi. Una donna o un uomo che abbia la visione del poi e non si limiti al qui ed ora. Il miglior interprete possibile di una prospettiva collettiva di lungo periodo che ridia orgoglio e sicurezza alle persone».
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