Al tradizione appuntamento con i colleghi toscani, mercoledì 18 dicembre 2024, erano presenti, fra gli altri, anche la segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante e il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli.
Difendere la libertà di informazione vuol dire difendere la democrazia: è il messaggio che ha unito i rappresentanti del mondo del giornalismo e quelli della magistratura alla tradizionale festa degli auguri dell’Associazione Stampa Toscana, la cena organizzata da Ast in stretta collaborazione con i gruppi di specializzazione (Ussi, Cronisti, Pensionati, Arga, Fotoreporter) all’Hotel Mediterraneo di Firenze, con la consegna dei premi ‘Giornalisti Toscani 2024‘ e ‘Atleta toscano dell’anno 2024‘.
«Veniamo da mesi e settimane difficili, segnate da vertenze dure e anche dalla repentina scomparsa di non pochi colleghi», ha affermato il presidente dell’Ast, Sandro Bennucci aprendo l’iniziativa.
Per l’Ordine erano presenti il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e il presidente regionale Giampaolo Marchini. Il Sindacato è stato rappresentato dalla segretaria generale Fnsi Alessandra Costante, con il segretario generale aggiunto Matteo Naccari e il direttore Tommaso Daquanno. Fra gli ospiti istituzionali, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca di Firenze Sara Funaro e l’assessora allo sport Letizia Perini, il presidente della Corte d’Appello di Firenze Alessandro Nencini, il Procuratore generale Ettore Squillace Greco, la presidente del Tribunale Marilena Rizzo, il procuratore della Repubblica di Prato Luca Tescaroli, il nuovo questore di Firenze Fausto Lamparelli, il comandante dei carabinieri della Provincia, colonnello Luigi De Simone, e la nuova comandante della polizia penitenziaria, Morgana Fantozzi.
«I cittadini hanno il diritto di essere informati», ha affermato Costante, secondo cui «la revisione dell’articolo 114 del codice di procedura penale non difende il cittadino, difende semplicemente i colletti bianchi, difende la politica, difende chi fa affari sporchi». Inoltre il Ddl Balboni sulla diffamazione a mezzo stampa, ora all’esame del Senato, «crea una situazione gravissima – ha sottolineato la segretaria generale della Fnsi – nei confronti dei giornalisti freelance, dei lavoratori autonomi, perché se la pena edittale è di 50mila euro, e mediamente un giornalista cococo o con una partita Iva guadagna tra gli 11mila e i 18mila euro all’anno, ma chi fa più il giornalista quando basta una querela temeraria per farti chiudere bottega? Questo a noi non va bene, e continueremo ad opporci con tutte le nostre forze».
«Se il giornalismo non gode di buona salute non gode di buona salute la democrazia, e questo è un problema davvero più grave», ha detto Bartoli, spiegando che «le cose che sosteniamo sono condivise da gran parte della magistratura, abbiamo girato l’Italia confrontandoci in tante realtà, e anche da una buona parte dell’avvocatura, perché la pubblicità di ciò che accade nelle aule giudiziarie e anche durante le investigazioni è un elemento di tutela per tutti. La pubblicità in questo ambito, intesa come il diritto a conoscere, è l’elemento che connota la differenza tra i regimi autoritari e i regimi liberali, non c’è nessun’altra differenza così tangibile e così chiara come questa».
I rappresentanti della magistratura hanno condiviso nella sostanza la posizione dei giornalisti. «Imbavagliare l’informazione non è una battaglia di civiltà – ha affermato Nencini -, è l’esatto contrario, anche perché la pessima informazione è facilmente reperibile tutte le sere». Tescaroli, titolare dell’inchiesta sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano, ha rimarcato l’importanza di dare «la possibilità di accedere alla conoscenza dei fatti che hanno un rilievo pubblico», e secondo Rizzo proprio il caso di Calenzano dimostra che «si possono interpretare le norme per fare in modo che comunque il diritto di informazione sia osservato». Del tema delle querele temerarie ha parlato Squillace Greco: «Non ho mai fatto alcuna querela nei confronti dei giornalisti. Non lo ritengo necessario, e non credo che la mia dignità di uomo e di magistrato debba essere difesa davanti a un giudice o con risarcimento dei danni».
Il premio Giornalisti toscani 2024 è stato assegnato a Tahla Muhammad, operaio pakistano picchiato a Quarrata perchè si era rivolto al sindacato, come riconoscimento al coraggio e alla difesa dei diritti; Muhammad è stato accompagnato sul palco da Sarah Caudiero, rappresentante del sindacato Sudd Cobas. A ‘Fuori Binario‘, storico giornale di strada fiorentino, presidio di informazione e di aiuto, anche economico, per chi lo vende in strada con l’obiettivo di emanciparsi dall’elemosina; al giornale è andata una donazione di 1.550 euro. A Luigi Bartolozzi, che da operaio forestale è diventato generale dell’Arma dei Carabinieri e ora è in pensione. A Foglia, unità cinofila dei Vigili del Fuoco, da poco in ‘pensione’, che si è distinta per l’eccezionale capacità di ritrovare persone sotto le macerie, come nel caso del crollo del Ponte Morandi, o disperse in zone impervie.
Il premio Ussi Atleta toscano dell’anno 2024 è stato consegnato al pesista fiorentino Leonardo Fabbri, che ha stabilito il nuovo record italiano con la misura di 22,95 metri, e ha vinto la medaglia d’oro agli Europei di Roma. A Eduardo ‘Dado’ Giustini, pugile fiorentino che a settembre si è laureato campione italiano nella categoria dei pesi massimi. A Irene Ulivi, campionessa di baseball per ipovedenti premiata dalla Lega Italiana Ciechi e Ipovedenti come la miglior battitrice a livello nazionale; un particolare riconoscimento è andato anche Danilo Musarella, presidente della società Blind Fighters dove gioca Ulivi, neonata associazione sportiva dilettantistica per persone con disabilità.
All’evento sono stati ricordati anche alcuni giornalisti scomparsi di recente come Enrico Bosi, Franco Mariani, Marcello Lazzerini, e Franco Picchiotti, storico fiduciario regionale Inpgi. È stata inoltre ricordata, con un messaggio del segretario generale regionale della Cgil Rossano Rossi, la figura di Luciano Silvestri, già leader regionale e dirigente nazionale del sindacato, impegnato a lungo nella crescita del premio Pio La Torre, che da un decennio ormai vede insieme Fnsi, Cgil e Avviso Pubblico.
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