Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58 | Sardegna che cambia

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Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con la rubrica letti da Alessandra Ghiani, dedicata questo mese al cronista cagliaritano Luca Foschi e alla sua opera prima, Al Ghalas. L’ora più buia per il Medio Oriente, edita da Bompiani lo scorso maggio. Come scrive la nostra Alessandra, bisogna avere occhi acuti, cuore grande e parole puntuali per raccontare la sofferenza degli ultimi. Scavare nell’intimità del dolore, raccogliere testimonianze feroci e restituirle ai lettori senza pietismi e con sincera partecipazione non è da tutti, eppure Luca Foschi nel suo libro riesce in questa impresa a rendere realtà e dignità al racconto. Il romanzo è infatti un intenso viaggio nelle periferie geografiche e umane esplorate dal giornalista freelance Ernesto Fiaschi – voce narrante e alter ego dell’autore – nei lunghi periodi trascorsi in Medio Oriente, senza però dimenticare il percorso che ha anticipato quell’esperienza totalizzante, tra cui le serate a lavorare come cameriere nella sua città e altrove e il soggiorno a Londra da allievo squattrinato ma indomito della London School of Journalism. Vi consigliamo di leggere la recensione che trovate sul nostro portale e poi di dedicarvi alla lettura anche di questo romanzo: serve, e non ve ne pentirete

Martedì la nostra Sara Brughitta vi ha raccontato di come attraverso il Secret Santa, ‘linfluencer sarda Claredda trasforma ogni anno la sua community in una rete di connessioni autentiche, tra doni e gesti di affetto, per riscoprire la magia della condivisione. Noto anche come “Babbo Natale segreto”, come scrive Sara quella del Secret Santa è una pratica che ha segnato un nuovo modo di scambiarsi regali, rendendolo anche più accessibile a tutti: di base, non è previsto alcun budget. Il concetto è semplice: un gruppo di persone si scambia regali in maniera anonima, cercando di mantenere il mistero fino all’ultimo momento. In questo modo, il gioco e l’entusiasmo di scoprire chi ci ha fatto il regalo aggiungono un tocco di magia all’esperienza, ma ancor più importante è il concetto del dono totalmente disinteressato perché il ricevente non deve ricambiare in alcun modo, quindi tutto il processo di ricerca del regalo pone la completa attenzione sul prossimo. Ecco, Claredda organizza ogni anno un Secret Santa che nel tempo è arrivato a connettere circa 400 persone, con uno scambio di regali che va oltre la distanza e soprattutto, supera il concetto di consumismo troppo spesso legato alle festività natalizie, proponendo un altro punto di vista: spendere tempo, cura e ascolto, anziché soldi. Un’iniziativa molto carina, anche in questo caso trovate l’articolo raccanto su www.sardegnachecambia.org

Mercoledì spazio invece spazio ai risultati della ricerca sullo stato dell’arte dell’informazione in Sardegna, commissionata dal CORECOM Sardegna all’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la direzione scientifica della Professoressa Mariagrazia Fanchi.  L’indagine ha mappato canali e contenuti e ha ricostruito i processi attraverso i quali i cittadini si informano, con attenzione a includere strumenti e formati innovativi o non convenzionali. L’esito è molto interessante: in breve, in Sardegna il forte valore generalmente dato all’identità locale continua a intrecciarsi con l’informazione giornalistica, creando un panorama che rimanda a uno stato dell’informazione in cambiamento, ma sempre vitale. Fra i dati emersi c’è il fatto che la maggioranza delle persone intervistate si sente sarda, il 57%, e ciò si riflette in un più spiccato interesse per l’informazione locale e regionale, rispetto a quella nazionale o internazionale. Oppure, la propensione dei cittadini sardi verso l’informazione, che emerge anche dalle indagini multiscopo di ISTAT, è confermata dal numero delle testate e fogli regionali e locali: oltre 50, con una diffusione capillare sul territorio, ma cambiano anche i canali di informazione. Per la Generazione Z ad esempio conta anche la divulgazione degli e delle influencer. Una ricerca molto interessante a cui abbiamo scelto di dare spazio perché crediamo in una Sardegna e quindi anche in una informazione sarda che cambia, possibilmente in positivo, con uno sguardo sempre più orientato a garantire una narrazione reale dell’Isola e delle sue peculiarità

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Giovedì abbiamo chiuso la settimana con un articolo della nostra Lisa Ferreli in merito a ciò che resta del presidio degli ulivi dopo lo sgombero di qualche settimana fa. Realizzato quest’estate nell’agro di Selargius interessato dalla costruzione del Tyrrhenian Link, il presidio era simbolo della resistenza non violenta contraria alla realizzazione di maxi opere sovradeterminanti rispetto alle volontà delle comunità locali, ma era anche un luogo che ribadiva la necessità di tutelare i luoghi naturali dal consumo del suolo e dall’antropizzazione. La nostra Lisa ha incontrato due presidianti e lavoratori delle campagne selargine, Emanuele e Roberto, con i quali è nato un dialogo attorno al concetto di transizione ecologica, alle logiche che guardano all’incolto come luogo da piegare al servizio umano, e soprattutto al fatto che le esperienze di lotta collettiva non terminano con uno sgombero. Abbiamo intervistato anche l’avvocata dei presidianti Giulia Lai, per un commento rispetto alla situazione soprattutto dal punto di vista legale. Trovate qualche estratto dell’articolo sulla nostra pagina instagram, il racconto completo su sardegna che cambia.



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