20 Dicembre 2024
13:41
Approvata in consiglio comunale la delibera di indirizzo sul destino della struttura ricettiva famosa per lo show Il Castello delle Cerimonie. Gli uffici tecnici faranno una relazione sui costi dell’hotel.
Imma Polese e Matteo Giordano
Il Grand hotel La Sonrisa, meglio conosciuto come “Il Castello delle Cerimonie”, per il famoso show di Real Tv, sarà trasformato o abbattuto. Sarà una relazione tecnica degli uffici del Comune di Sant’Antonio Abate, che ha acquisito la struttura dopo la confisca definitiva per lottizzazione abusiva, ad indicare i costi delle due operazioni. Sulla base di queste informazioni il consiglio comunale potrà decidere cosa farne. È quanto previsto dalla delibera di indirizzo che è stata approvata oggi dall’assemblea cittadina del comune in provincia di Napoli.
A darne notizia è la sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, che afferma: “Il Consiglio Comunale ha preso atto della sentenza della Corte di Cassazione del 15 febbraio 2024, le cui motivazioni sono state depositate il 14 ottobre 2024, e ha chiesto agli Uffici comunali di predisporre una articolata relazione sul compendio immobiliare acquisito a patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate per poter pianificare insieme il futuro, analizzando costi e benefici di una trasformazione urbanistica dell’area o, in alternativa, di una demolizione degli edifici”.
La prima cittadina ha letto la delibera con la quale il Consiglio Comunale abatese pone le basi per pianificare il futuro del compendio immobiliare della struttura denominata “Grand Hotel La Sonrisa”, ora di proprietà dell’Ente, dopo la definitiva irrevocabilità della confisca disposta dalla sentenza emessa per il reato di lottizzazione abusiva. Il primo atto d’indirizzo è stato votato all’unanimità durante l’ultima seduta consiliare che si è svolta questa mattina.
Il 13 dicembre scorso il Comune aveva comunicato alle società che gestiscono la struttura la revoca delle licenze, con la conseguenza dello stop a tutte le attività. Quest’ultima è stata però sospesa dal Tar che ha fissato l’udienza a gennaio. Le cerimonie, con i sontuosi matrimoni napoletani, potranno quindi continuare almeno fino a quella data, in attesa della decisione definitiva dei giudici amministrativi.
Gli uffici tecnici faranno una relazione sul destino dell’hotel
“Bisogna innanzitutto recepire le indicazioni contenute nella sentenza – ha illustrato Ilaria Abagnale – in particolare in ordine alle prerogative del Comune di piena ed incondizionata programmazione e gestione del territorio. Per questo motivo, il Consiglio Comunale ha deciso di demandare al Dirigente del Settore Tecnico di predisporre una articolata relazione, se necessario anche con l’ausilio di professionalità esterne, diretta a consentire al Consiglio Comunale, nell’esercizio delle sue potestà pianificatorie, di individuare le possibili tipologie, destinazioni e modalità di recupero del compendio immobiliare oggetto di confisca”.
La pianificazione del futuro dell’area lottizzata deve essere “funzionale ad un raccordo organico con le circostanti aree, verificando le urbanizzazioni esistenti e da realizzare, con o senza riduzione anche parziale delle aree edificate ed illecitamente trasformate” recita il primo atto deliberato dal Consiglio Comunale sul tema. Gli Uffici comunali dovranno, inoltre, effettuare “una disamina analitica costi-benefici in termini economici, urbanistici e sociali” di eventuali trasformazioni da effettuare. In pratica, vanno ipotizzate possibili destinazioni d’uso dell’area di circa 44mila metri quadrati, con o senza gli immobili presenti, i costi di pianificazione in capo al Comune di Sant’Antonio Abate e i benefici per i cittadini abatesi.
In alternativa, qualora i costi siano troppo elevati e insostenibili oppure venga esclusa “la fattibilità di una pianificazione di recupero” del complesso immobiliare denominato Grand Hotel La Sonrisa, il Consiglio Comunale ha chiesto “al Dirigente del Settore Tecnico di provvedere alla demolizione delle opere insistenti sulle aree lottizzate acquisite al patrimonio comunale”.
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