La Direttiva Case Green è l’ultimo aggiornamento della Energy Performance of Building Directive, abbreviata in EPBD, riferimento a livello europeo per ciò che concerne l’efficienza energetica degli edifici. Si tratta, difatti, di uno dei pilastri della strategia per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità posti per il 2050.
Quest’ultima versione nasce a seguito del Green Deal Europeo, con l’obiettivo di dare una spinta maggiore alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, che ancora oggi rappresenta un punto di debolezza, a causa delle sue elevate inefficienze. È soprattutto la vetustità degli edifici a causare questo problema, con il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di gas serra riconducibili al comparto edile. Diviene chiara, pertanto, l’esigenza di intervenire in modo sistematico e strutturato, puntando sul miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. La Direttiva Case Green fa proprio questo e, nel corso dei prossimi anni, pone diversi obblighi, con precise scadenze che i paesi membri dovranno rispettare. La direttiva avrà impatto anche su cittadini, imprese e istituzioni, con sfide significative, ma anche con opportunità da cogliere.
Le prime scadenze del 2025
Per quanto sia recente la pubblicazione del testo della direttiva, le prime scadenze non si fanno attendere, tanto che già dal primo gennaio 2025 devono essere sospesi tutti gli incentivi fiscali eventualmente previsti per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili. Ciò significa che non potranno essere agevolate mediante alcun tipo di bonus le caldaie uniche alimentate esclusivamente da combustibili fossili.
Durante l’anno, però, ci sarà un’altra scadenza da rispettare, dato che entro il 31 dicembre tutti i Paesi membri sono chiamati a presentare il proprio Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, ossia il piano strategico che verrà messo in atto per raggiungere tutti gli obiettivi posti dalla direttiva.
Da fine 2026 gli edifici pubblici e non residenziali saranno obbligati al fotovoltaico
Si passa alla fine del 2026 con la prima scadenza relativa agli impianti solari per la produzione di energia rinnovabile. Sarano gli edifici pubblici e non residenziali a dover fare per primi i conti con l’obbligo di installazione di questi impianti, nei casi in cui la superficie di copertura utile risulti maggiore di 250 mq.
Un obbligo che, entro il 2030, riguarderà tutti gli edifici, anche residenziali e già costruiti. La necessità di aumentare il fotovoltaico nasce dal fatto che, a livello impiantistico, si sta spingendo molto sull’elettrificazione degli edifici, rendendo necessario prevedere dei sistemi per l’autoproduzione. Produrre energia tramite risorse naturali e inesauribili come il sole, riduce le emissioni di gas serra e favorisce l’indipendenza dalle fonti fossili. Oltretutto, genera risparmi a lungo termine sui costi energetici.
Edifici a zero emissioni a partire dal 2028
La Direttiva Case Green introduce novità anche per le nuove costruzioni, visto che da gennaio 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni. Ciò significa che, oltre a essere a consumo energetico pressoché nullo, dovranno essere progettati e realizzati secondo i principi di sostenibilità.
A partire dal 2030 anche tutti gli altri edifici di nuova costruzione dovranno rispettare questo vincolo. Già dal 2027 sarà obbligatorio calcolare il GWP (Global Warming Potential) sul ciclo di vita degli edifici con superficie superiore a 1.000 mq. Ciò permette di integrare il tema delle emissioni già nella fase di progettazione, misurando l’impatto climatico dell’edificio, espresso in tonnellate di CO2 equivalenti. Questo approccio richiede di considerare attentamente i materiali e la loro produzione, le tecniche di costruzione, le fasi di uso dell’edificio e la sua manutenzione, anticipando anche tutte le riflessioni relative al fine vita, con lo smaltimento delle strutture e dei materiali. L’obiettivo è ridurre le emissioni e favorire scelte di soluzioni sempre più green.
2030 e 2033: le soglie delle quote da riqualificare
Le scadenze successive riguardano le riduzioni dei consumi energetici complessivi imputabili agli edifici. L’obiettivo ultimo della Direttiva, infatti, è proprio quello di incentivare la riqualificazione del patrimonio edile, motivo per cui entro il 2030 l’Europa si aspetta che, tramite interventi sugli edifici residenziali e non residenziali più energivori, vi sia una riduzione del consumo medio di energia primaria in kWh/(m2 .a) del 16% rispetto al 2020.
Entro il 2033, invece, si attende un ulteriore taglio del 26%. Inoltre, come riporta la normativa, i Paesi membri devono preoccuparsi che il consumo energetico
“entro il 2040, e successivamente ogni cinque anni, sia equivalente o inferiore al valore determinato a livello nazionale derivato da un progressivo calo del consumo medio di energia primaria dal 2030 al 2050 in linea con la trasformazione del parco immobiliare residenziale in un parco immobiliare a emissioni zero”.
Stop alle caldaie a condensazione dal 2040
Oltre al fatto che dal 2025 non sono più previsti incentivi per i generatori a combustibili fossili, è previsto che dal 2040 si fermi anche la produzione. Ciò significa che dal 2040 non sarà più possibile produrre, commercializzare e installare caldaie stand alone fossil fuel, ovvero caldaie singole non abbinate ad altre tecnologie rinnovabili alimentate da combustibili fossili.
Per tutti i nuovi edifici e in occasione di ristrutturazione e sostituzione, sarà necessario orientarsi su soluzioni sostenibili, efficienti e performanti. Via libera, quindi, a tutte le soluzioni che sfruttano le rinnovabili, come le pompe di calore.
2050: obiettivo decarbonizzazione
Entro il 2050, l’Unione Europea punta a trasformare il patrimonio edilizio e renderlo molto più sostenibile di quanto non lo sia ora. Tutte le scadenze viste finora e inserite nella Direttiva Case Green, infatti, hanno l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica del parco immobiliare.
Gli interventi di isolamento termico, l’installazione di impianti rinnovabili come pannelli solari e pompe di calore, la sostituzione dei sistemi di riscaldamento obsoleti sono le principali azioni che dovranno essere messe in campo per migliorare le prestazioni dell’edificio. La sfida principale resta in ogni caso l’adeguamento delle abitazioni storiche e più energivore, che richiedono soluzioni innovative.
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