Stangata per il distretto delle caldaie, respira l’automotive. Continua la battaglia per Venezia
Se quella regionale è andata, la legge di bilancio nazionale è in dirittura d’arrivo. In comune c’è una ridotta capacità di manovra. Colpa del deficit, dei vincoli Ue, del Superbonus. I parlamentari veneti confermano che c’è da stringere la cinghia. «Nel 2025 ci sono sacrifici da fare – conferma Luca De Carlo, FdI – ma con l’obiettivo del rilancio l’anno successivo». Così, la consueta messe di finanziamenti legati ai singoli territori risulta ben più esigua del passato. L’impatto della manovra sul Veneto è un mosaico di norme nazionali che qui incideranno di più soprattutto per la vocazione imprenditoriale della nostra regione. Ma ci sono anche alcuni riferimenti specifici al Veneto.
Fondi ad hoc e richieste
Ci sono 50 milioni di euro per il 2025 e altri 57,8 milioni per il 2026 per «garantire la sostenibilità delle Olimpiadi invernali 2026 sotto il profilo ambientale, economico e sociale»: i soldi sostengono le opere di infrastrutturazione e l’accessibilità agli impianti di Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige e quindi sono cifre che vanno distribuite fra i territori dei Giochi, non solo Verona e Cortina. Il capitolo di finanziamento della Legge speciale per Venezia è molto ridimensionato rispetto alle aspettative del Veneto (il Consiglio comunale aveva chiesto 150 milioni…): si stanziano «per gli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna risorse pari a 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025». Una goccia nel mare. E per restare in laguna, l’altro tasto dolente è il rifinanziamento (già esiguo) della Zls di Venezia e Rovigo in scadenza a fine mese. Tanto che anche ieri la Camera di Commercio e tutte le associazioni datoriali hanno chiesto al governo un emendamento last minute. Richiesta che, pare, non potrà essere accolta. Se ne riparlerà , spiegano al governo, così come per la Legge speciale, a inizio 2025. Tornando alle prebende venete, 300 mila euro del ministero della Cultura vanno a rimpinguare il fondo per la Casa Museo Matteotti a Rovigo: l’obiettivo è «promuovere e valorizzare, in ambito nazionale e internazionale, la conoscenza e lo studio dell’opera e del pensiero di Giacomo Matteotti». Dai Fratelli veneti arriva anche una tripletta su aree prealpine di collina, pedemontane e della pianura in ambito agricolo (obiettivo incentivare le infrastrutture per l’agricoltura), moratoria sulla pesca e calendari venatori «cacciatori friendly». In serata arriva poi una buona notizia (slegata dal bilancio ma comunque attinente alle risorse nazionali) sulla Sanità : il Cipess riconosce al Veneto 380 milioni in più sul 2024.
Enti pubblici e scuole
Il blocco del 75% del turnover era la misura più contestata dalle amministrazioni locali (enti con più di 20 dipendenti): significava abbattere il tetto di spesa del 25%, riducendo quindi la possibilità di assumere nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, già a corto di personale, e anche nelle Camere di Commercio. Rischio cancellato da un emendamento in manovra e quindi ogni ente potrà assumere in proporzione alle entrate correnti, secondo il principio di sostenibilità finanziaria. In Veneto, negli ultimi dieci anni i Comuni hanno perso tremila dipendenti, passando da 26.456 a 23.233. Nel 2022 le cessazioni dei rapporti lavorativi sono state 1.720 nei Comuni, 131 fra Province e Città metropolitana. Per dire, a parità di numeri, una cessazione su quattro non sarebbe stata coperta. Resta la soglia massima di spesa, ma senza il limite del 75%, garantendo quindi la capacità di programmazione degli enti. Restano invece i tagli per i Comuni: 20,2 milioni nel 205, poi altri 12,4 l’anno successivo e 14,4 nel 2027. A cui si aggiungono 22 milioni per la Regione nel 2025 e 60 milioni nel 2026 come contributo di finanza pubblica. Festeggiano le scuole paritarie, invece, con incentivi fino a 1.500 euro annui a studente per famiglie con un Isee fino a 40 mila euro. Un sostegno che vale soprattutto in Veneto, terra d’elezione delle scuole paritarie, a partire dalle materne. E per restare in ambito scolastico, la deputata trevigiana Pd Rachele Scarpa strappa fondi per la figura dello psicologo nelle scuole: 10 milioni.
Imprese e infrastrutture
Per sostenere le imprese, spiccano gli ulteriori 200 milioni per l’automotive che aprono anche alla componentistica e quindi all’intera filiera che in Veneto ha una delle sue teste di ponte. È stata accolta con favore, poi, la decurtazione dell’Ires dal 24 al 20% a patto che si reinvesta l’80% degli utili, anche sotto forma di assunzioni. In legge di bilancio si dà nuovo ossigeno ai Confidi per il mondo artigiano (previste contro-garanzie fino a 100 mila euro) e alle Pmi in generale con il rifinanziamento del fondo dedicato alle piccole e medie imprese (garanzie complessive per 170 miliardi). Un riverbero importante ce l’avrà anche il miliardo aggiuntivo trovato per la Tav. Il quadruplicamento dei binari lungo l’asse dell’A4 è una delle opere più attese fra i corridoi europei ancora da completare, opera messa a rischio dal caro materiali. Pesa in negativo, invece, il taglio degli incentivi sulle caldaie a gas dato che il Veneto vanta un comparto termotecnico di primo piano nel panorama nazionale. C’è un altro comparto, quello del trasporto pubblico locale, in cui privati e Regione, hanno rischiato di trovarsi a corto di 34 milioni dal fondo nazionale, pericolo scampato grazie a un emendamento della Lega. Quanto al turismo, infine, spunta una detassazione delle mance nei bar e nei ristoranti dal 25 al 30%. Una buona notizia nella Regione più turistica d’Italia.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link