Con Vega C e Sentinel-1C l’Italia è di nuovo in orbita

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Con il ritorno al volo del Vega C, lanciato da Esa lo scorso 5 dicembre dallo spazioporto europeo in Guyana francese, e il rilascio in orbita del Sentinel-1C, satellite del programma europeo Copernicus di Osservazione della Terra, abbiamo assistito a un doppio trionfo per lo spazio: il ritorno in orbita terrestre sia per l’Europa sia per l’Italia.

«Un evento molto importante con il ritorno al volo del lanciatore Vega C, che tra l’altro imbarcava un carico utile italiano, un satellite della rete Copernicus, il Sentinella 1C; Vega C fabbricato da un’azienda italiana, Avio, Sentinella 1C fabbricato da un’azienda italiana, Thales Alenia Space Italia. É quindi un momento importante per riguadagnare dal punto di vista europeo capacità indipendenti e autonome di accesso allo spazio, quantomeno per gli asset strategici», afferma Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.
«Siamo tornati con il ritorno in volo di Vega C ad avere, insieme ad Ariane 6, un’autonomia in prospettiva europea, la possibilità di lanci autonomi dell’Europa nello spazio, che questo ha quindi un valore strategico e non solo economico per l’Europa in generale», afferma Simonetta Cheli, Direttore dei programmi di Osservazione della Terra di Esa.

Questo lancio, il terzo sia per il Vega C sia per un satellite della famiglia Sentinel-1, rappresenta un importante riscatto per due progetti europei di punta, entrambi con la firma del Made in Italy. Da un lato, l’immissione in orbita terrestre bassa del Sentinel-1C riporta il programma europeo per il monitoraggio terrestre alla piena operatività. Dall’altro, il successo nella missione VV25 del lanciatore Vega-C arriva due anni dopo l’anomalia riscontrata durante il volo precedente, la missione VV22 decollata nel dicembre 2022: un problema all’ugello del motore Zefiro 40 del secondo stadio del razzo, risolto come dimostrato prima dai due test a terra di maggio e ottobre 2024, ora dal successo del terzo volo di Vega C.

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«Sostanzialmente l’ugello durante il volo commerciale aveva avuto un problema nella zona sonica, in quella che si chiama gola dell’ugello. Abbiamo sostituito il materiale con un materiale di provenienza francese più resistente e più performante e con la sostituzione del materiale abbiamo anche ridefinito il progetto di questo componente del motore, dell’ugello di scarico, introducendo una architettura più robusta e in grado quindi di resistere meglio ai carichi termomeccanici», afferma Marco Biagioni, Direttore dei programmi di Avio.

Con il successo del terzo volo di Vega C e il lancio del Sentinel-1C si conferma così il connubio vincente tra la famiglia dei lanciatori italiani Vega e carichi utili realizzati dall’industria italiana. Un’accoppiata trionfante inaugurata nel 2012 dal lancio del satellite Lares dell’Agenzia Spaziale Italiana con il primo lancio del Vega, connubio riproposto con successo poi nel 2022 con il lancio di Lares2 in occasione del debutto del nuovo lanciatore Vega C.

«Vega C ha una capacità di carico superiore a quella di Vega, quindi permette non solo la messa in orbita di satelliti più grandi, ma permette anche accoppiamenti di satelliti e rilasci di carichi utili multipli, quindi offre una vasta gamma di possibilità ai nostri ai nostri clienti», afferma Marco Biagioni, Direttore dei programmi di Avio.

In grado di immettere satelliti fino a tre orbite diverse, rispetto alle due di Vega, oppure fino a 20 satelliti sulla stessa orbita, per il Vega C si apre ora una nuova stagione promettente visto che il suo calendario di lanci è già pieno per i prossimi anni, con una cadenza prevista da Avio inizialmente di 4 lanci all’anno per salire a 6 nel 2028. Anno in cui è previsto anche il debutto del suo successore, il Vega E.

«É stato siglato in ambito Esa anche un contratto per gli sviluppi del Vega-E, il Vega Evolution, quindi il futuro lanciatore, che progressivamente incorporerà anche elementi di natura green per quanto riguarda il tema della sostenibilità dei lanciatori stessi. In questo contesto l’Agenzia Spaziale Italiana ha dato un grandissimo contributo sia per quanto attiene il ritorno al volo con la sua expertise tecnica, sia per quanto riguarda, come dire, il supporto dal punto di vista economico per il nuovo lanciatore Vega E», afferma Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.

«Vega E si inserisce nello stesso profilo di sviluppo di Vega e Vega C, aumentando leggermente la capacità di carico ma introducendo, diciamo, un risparmio in termini di numero di stadi, perché viene sostituito il terzo stadio a propulsione solido – il quarto stadio a propulsione liquido del vega C – viene sostituito con un unico stadio a propulsione liquido, metano liquido e ossigeno liquido», afferma Marco Biagioni, Direttore dei programmi di Avio. afferma Marco Biagioni, Direttore dei programmi di Avio.

Con l’immissione in orbita terrestre bassa del Sentinel-1C effettuata ora da Vega C, il programma europeo per il monitoraggio terrestre potrà a breve operare a pieno regime. Il satellite sostituirà, infatti, il Sentinel-1B non più operativo dal 2021 affiancando così il Sentinel-1A, capostipite della categoria lanciato nel 2014.
Le due sentinelle 1A e 1C lavoreranno insieme sulla stessa orbita sorvolando ogni 5 giorni lo stesso punto preciso della Terra.
Con a bordo tecnologia radar in banda C che permetterà di osservare attraverso le nuvole, sia di notte sia di giorno, e con una risoluzione spaziale massima di 5×20 metri, la coppia di sentinel 1 supporterà così una serie di importanti applicazioni nel monitoraggio marino e terrestre.

«Queste applicazioni sono chiaramente applicazioni legate alla deformazione del suolo. Si vedono movimenti millimetrici del terreno con passaggi successivi del satellite sentinella 1C e del radar sulle stesse zone. Questo aiuta anche a monitorare zone a rischio sismico, ad esempio. Sono applicazioni anche legate a tutto quello che è la gestione delle crisi, crisi in situazioni di emergenza come le inondazioni nel caso di Valencia o dell’Emilia Romagna. Infatti abbiamo in questi casi fornito dati radar per vedere l’estensione dell’inondazione su queste zone. Serve anche a vedere tutto quello che è legato al tracking degli iceberg, quindi all’evoluzione di tutto quello che è il contesto in zona artica e antartica e serve anche a vedere la velocità dei ghiacciai, ma anche quello che è legato all’inquinamento marino.», afferma Simonetta Cheli, Direttore dei programmi di Osservazione della Terra di Esa.

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Il ritorno in orbita dell’Italia ha quindi un duplice valore: da un lato, garantisce l’accesso europeo allo spazio grazie al ritorno al successo del Vega C, dall’altro, rappresenta un passo fondamentale per il monitoraggio e la tutela degli ecosistemi terrestri, questo grazie anche alla tecnologia Prima sviluppata per Asi da Thales Alenia Space. Situata a bordo dei 3 Sentinel-1, questa permette di realizzare immagini radar della superficie terrestre per una vasta gamma di servizi scientifici e applicazioni volte a proteggere il nostro pianeta. afferma Simonetta Cheli, Direttore dei programmi di Osservazione della Terra di Esa.



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