L’impianto, sito a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno. Quasi 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame saranno recuperati ogni anno nel nuovo polo dell’economia circolare
Estrarre metalli preziosi tramite il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, grazie all’impianto, il primo in Europa, realizzato in Toscana dal gruppo Iren. Lo stabilimento, che si estende su una superficie di circa 2.400 metri quadrati, permetterà l’estrazione, la selezione e il recupero di: oro, argento, palladio e rame. Si tratta di un unicum a livello nazionale, in un Paese in cui solo il 30% dei rifiuti elettronici viene recuperato correttamente.
La tecnologia innovativa
Si tratta di un processo innovativo di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico progettati dall’azienda proprio per estrarre i metalli non nobili per poi recuperare quelli preziosi insieme alle materie prime critiche (tracciati e certificati tramite blockchain). Il sito permetterà di trattare oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, che permetterà un recupero medio minimo settimanale di circa 1 chilo di oro, 2 chili di argento, 0,5 chili di palladio, 500 chili di rame metallico puro e tra i 600 e 700 chili di rame in polvere, arrivando quindi a quasi 200 chili di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame all’anno.
Metalli preziosi, addio all’esportazione delle schede elettroniche
Scopo dell’impianto è ridurre la percentuale di questo materiale che viene esportata, oltre il 90%, che invece oggi potrebbe essere avviato ad un percorso di economia circolare e prossimità territoriale; oltre a contribuire allo sviluppo economico dell’area, le attività del gruppo potranno essere molto utili all’importante distretto orafo della zona, visto che gli artigiani potranno utilizzare le materie recuperate senza alcuna ulteriore lavorazione.
“Con questo impianto di recupero di metalli preziosi, il gruppo Iren introduce in Italia un nuovo paradigma di sostenibilità che siamo convinti possa aiutare il nostro Paese a ritagliarsi un ruolo di indipendenza e competitività nel panorama internazionale – ha dichiarato Luca Dal Fabbro, presidente di Iren – Questo traguardo, raggiunto grazie alla vicinanza e supporto degli enti nazionali e locali, risponde agli obiettivi delineati dalla strategia industriale, che individua i suoi pilastri negli investimenti sostenibili e nella creazione di valore per il territorio. In questo senso, la scelta di puntare su quest’area per un impianto di trattamento dei metalli preziosi permette di valorizzare le specificità del Valdarno e del suo tessuto economico e conferma come la Toscana sia per Iren un territorio strategico dove investire“.
Come funziona l’impianto
Attraverso analisi spettroscopiche si misurerà la qualità delle schede elettroniche da trattare, dei prodotti intermedi e dei metalli riciclati, dopodiché avverrà la prima fase di separazione termo-meccanica, in cui le schede elettroniche vengono riscaldate fino a 220 °C per facilitare il distacco dei vari componenti. L’impianto è in grado di lavorare 1 tonnellata di schede elettroniche per volta, per cui è possibile certificare le quantità di metalli estratte puntualmente superando le modalità di campionamento utilizzate negli impianti di incenerimento tradizionali.
Il secondo passaggio prevede il recupero e l’affinazione chimica dei metalli, dove i componenti elettronici triturati passano attraverso due fasi importanti:
- Nella prima fase chiamata di Leaching (Lisciviazione) attraverso una reazione chimica con due diverse soluzioni acide, vengono estratti i metalli non nobili come ferro, piombo, stagno, alluminio e rame.
- Nella seconda fase i componenti triturati vengono trasferiti in sei reattori, dove entrano in contatto con soluzioni acide specifiche per estrarre argento, oro e palladio. Il rame viene purificato tramite un processo elettrolitico, l’argento viene trasformato in cloruro di argento e poi fuso in lingotti, mentre l’oro viene purificato e trasformato in lingotti 24 carati. Infine il palladio viene recuperato sotto forma di sale disciolto in una soluzione liquida.
Un bene anche per l’ambiente
Sappiamo che il trattamento dei Raee sia un bene anche per l’ambiente, in quanto riduce il consumo energetico, producendo una quantità di CO2 circa tre volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali. Inoltre, non sono previsti scarichi idrici di acque industriali: l’acqua usata verrà trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate tramite sistemi di filtrazione e depurazione.
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