PAT * AGGRESSIONI: COMMISSARIO PETRONZI, «NON BASTA AUMENTARE IL LIVELLO DI VIGILANZA E REPRESSIONE, OCCORRE MITIGARE I CONTRASTI»

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18.53 – venerdì 20 dicembre 2024

Aggressioni ai lavoratori, unità di intenti per contrastare il fenomeno. Il 42% dei professionisti sanitari italiani dichiara di essere stato vittima di un aggressione. Nel 2023 sono state segnalate oltre 16.000 aggressioni nei confronti degli operatori sanitari su tutto il territorio nazionale, con un aumento del 38% negli ultimi 5 anni. Il 42% dei professionisti sanitari in Italia dichiara di essere stato vittima di almeno un’aggressione, fisica o psicologica. Dati emersi oggi nel corso di un seminario organizzato da TSM – Trentino School of Management con la Provincia autonoma di Trento nell’ambito del progetto “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: questione di cultura”.

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“Qualcosa è cambiato, qualcosa si è rotto nella società, nel nostro modo di interpretare il lavoro degli altri – ha detto in apertura l’assessore provinciale al lavoro Achille Spinelli. Dobbiamo studiare e cercare di comprendere il fenomeno per affrontarlo in maniera efficace. Per questo è davvero importante il momento di approfondimento di oggi che rientra nell’ambito delle azioni previste dal Piano di promozione e prevenzione provinciale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2023-2025”, con il quale vogliamo supportare lavoratori ed imprese nell’impegno per una maggiore tutela e prevenzione sui luoghi di lavoro”.

“La violenza nei confronti dei lavoratori rappresenta una sfida complessa e urgente che coinvolge numerosi settori e figure professionali – ha evidenziato l’assessore alla salute, Mario Tonina. Le violenze sul lavoro non sono soltanto un’offesa alla dignità della persona, ma mettono a rischio il benessere, la sicurezza e la qualità del lavoro stesso. Comprendere a fondo il fenomeno, avere strumenti operativi chiari, garantire luoghi di lavoro sicuri, disporre di adeguati sistemi di sicurezza, condividere e diffondere strategie per riconoscere e affrontare le situazioni a rischio, sono tutti elementi fondamentali per contrastare il problema, che va affrontato in maniera trasversale. Per farlo – ha aggiunto Tonina – è necessario agire su più livelli: strutturale, operativo, formativo, in modo integrato anche con le forze dell’ordine, su questo è già attiva l’interlocuzione con il Commissariato del Governo. Come istituzioni, abbiamo il dovere di ascoltare, intervenire e collaborare con tutti gli attori coinvolti, affinché nessuno si senta solo o indifeso di fronte a queste situazioni”.

Per il Commissario del Governo, Giuseppe Petronzi, è evidente come vi sia una crescente aggressività della quale è necessario comprendere le radici. Il fenomeno va affrontato con l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, non basta aumentare il livello di vigilanza e di repressione, ma occorre anche, per mitigare i contrasti, avvicinare chi eroga i servizi e chi li fruisce”.

“Ci troviamo di fronte a un mondo del lavoro che è in continua evoluzione e trasformazione tecnologica e organizzativa – ha detto il presidente di TSM, Francesco Barone. Queste trasformazioni vanno governate e nel farlo non si può mettere da parte la salute e la sicurezza dei lavoratori, che hanno invece un ruolo centrale. Da questo punto di vista è fondamentale andare a ricercare nuovi paradigmi, trovare delle soluzioni adeguate alle problematiche vecchie e nuove. Da questo presupposto nasce il progetto biennale “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: questione di cultura”, ideato da TSM insieme al Dipartimento sviluppo economico e lavoro e ricerca della Provincia autonoma di Trento. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma non può esistere un diritto al lavoro senza una tutela effettiva della sicurezza e della salute dei lavoratori, pubblici e privati – ha concluso il presidente di TSM”.

Ma quali sono le cause del fenomeno? Secondo il professor Adriano Zamperini, dell’Università di Padova, con il passaggio da un modello paternalistico a un approccio più partecipativo, i pazienti e i familiari hanno acquisito maggiore autonomia e consapevolezza. Questo, però, ha anche portato a un aumento delle aspettative nei confronti del personale sanitario. Quando tali aspettative non vengono soddisfatte possono nascere frustrazione e conflitti, talvolta sfociando in episodi di aggressività. Inoltre, l’accesso a informazioni mediche tramite internet e social media, spesso di qualità discutibile, ha alimentato il fenomeno dei “pazienti esperti” che talvolta mettono in discussione il parere degli operatori sanitari. A tutto questo si aggiunge il sovraccarico del sistema sanitario che porta a tempi di attesa prolungati e percezione di inadeguatezza nell’assistenza.

L’evento è strato organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di Trento e con la Direzione provinciale dell’INAIL.

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