Pinqua e risanamento, le risposte di Basile e Mondello a Scurria

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L’asta per le case a Contesse è solo la miccia di uno scontro politico. Una rottura con il sub commissario che ora sembra irreparabile

MESSINA – Sindaco e vicesindaco rispondono al sub commissario al Risanamento Marcello Scurria. La questione dell’asta contesa, fra Comune e Ufficio commissariale, per le case a Contesse è solo la miccia di uno scontro politico e di una tensione antichi. La sensazione è che Palazzo Zanca sia pronto a dialogare con il commissario Schifani ma che si considerino compromessi i rapporti con il sub commissario, ex presidente di Arisme.

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“Bisogna cambiare rotta” fa pensare a un attacco mirato senza esplicitarne tutte le conseguenze. Si respinge al mittente anche la critica a una mancanza di disponibilità al dialogo istituzionale. “Abbiamo chiesto l’intervento della prefetta Di Stani per aprire un confronto e per invocare l’uso dei poteri derogatori proprio per favorire l’accelerazione nel risanamento”, ha tenuto a precisare il direttore generale Salvo Puccio.

“Il ruolo di De Luca nel risanamento”

In partticolare, ha sottolineato ieri Federico Basile: “Il problema delle baracche è un problema del Comune di Messina. Riguarda la collettività e non ha nulla di personale. Le amministrazioni si sono trovate queste baracche. La legge speciale del 1990 è stata inefficace. Altrimenti non sarebbe stata necessaria una nuova legge regionale su iniziativa dell’allora deputato Cateno De Luca. Quest’ultimo ha voluto fortemente la creazione di una legge per il risanamento. E ha dato una, seppur minima, dotazione finanziaria e dal 2019 ha acceso i riflettori su un problema centenario. E non lo dico per mettere spillette. De Luca ha messo in moto un meccanismo. Le risorse finanziarie, che sono state reperite da Arisme e dalle amministrazioni De Luca e Basile, aprendo i famosi cassetti, risultano pari a circa 200 milioni di euro. In pochi anni, tra fondi Pinqua, Pon, Cipe, e recupero dalla legge regionale 10, l’amministrazione ha messo in campo oltre 200 mln di euro per risolvere un problema che nemmeno doveva esserci all’insediamento del 2018. Questa è storia”.

E ancora: “Quando si riaccendono i fari, la politica ha il dovere d’intervenire. E il governo nazionale ha inteso individuare in una struttura commissariale un sistema che avrebbe dovuto, che deve e dovrà accelerare un percorso fermo da cinquant’anni e da chiudere nel più breve tempo possibile. Il tutto dando un’ulteriore dotazione finanziaria. Altri 100 milioni di euro, dallo Stato. Oggi sul tema del risanamento ci sono più di 300 mln di euro. L’agenzia per il risanamento, Arisme, è nata dal nulla e ha costruito una struttura. E ha lavorato con la prefetta Cosima Di Stani commissaria, prima che il presidente Schifani diventasse commissario, assegnando circa 300 alloggi. Il commissariamento, di conseguenza, deve dare una marcia in più rispetto a un lavoro che è stato già posto in essere. Sono state consegnate 320 case dalle amministrazioni De Luca e Basile. L’attività commissariale, in quest’ultimo anno e mezzo, ha assegnato circa 110 alloggi, dando priorità ai disabili gravi. Un criterio legittimo”.

Ma, in sostanza, qual è il problema? La sensazione è che prevalga una lotta politica tra aree differenti. Il sindaco tiene a precisare: “La struttura commissariale deve parlare con il Comune di Messina. Oggi sento che il modello Messina è reperire gli alloggi vuoti per ridarli al mercato e alla fruizione dei cittadini. Ma questo è quello che è stato fatto dal 2018 in poi. Reperimento di immobili sul mercato e discussioni con le agenzie immobiliari sono stati al centro di tanti confronti a Palazzo Zanca. In questa città si tende a dimenticare il passato e sembra che oggi le cose siano cambiate. Stiamo portando avanti lo stesso modello con due soggetti che devono riprendere un dialogo. Un dialogo che si è probabilmente interrotto”.

“La struttura commissariale deve fare un’attività di programmazione”

Ha aggiunto Basile: “Perché il sindaco si sente di scrivere al commissario di governo? Intanto è lui l’interlocutore, il presidente Schifani, che poi delega al sub commissario, portando avanti un progetto governativo nazionale. Ed è anacronistico che una struttura commissariale non si sieda con tutti i soggetti coinvolti, come si faceva nelle riunioni con la prefetta, e non si faccia un’attività di programmazione. Ed è anacronistico che il Comune di Messina partecipi a un’asta pubblica, per reperire immobili che servono alla sua città, e si trovi accanto il soggetto commissariale che dovrebbe collaborare e coordinare le attività. E allora c’è un problema. Non solo di comunicazione istituzionale ma anche di attività precipua nel territorio. Appare impensabile che il braccio destro non sappia quello che fa il braccio sinistro. Non è un problema di competenze e diritto, o di chi è più bravo, ma di buon senso. Quel famoso comportamento da buon padre di famiglia che deve togliere le persone dalle baracche e utilizzare bene i fondi pubblici”.

Mondello: “La caserma Sabato non è costata 3 milioni, bensì 17 mln”

Anche il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Salvatore Mondello. ha replicato all’avvocato Scurria: “Non sappiamo spendere i fondi Pinqua? La caserma Sabato è costata circa tre milioni e mezzo solo per l’acquisto. Ma ci sono i 9 milioni e 547mila per la ristrutturazione. I lavori sono in corso. Ed è prevista la rcostruzione per un importo di quasi quattro milioni. Costo complessivo? Diciassette milioni. Per quanto riguarda gli altri lotti, si è completata la fase progettuale. La spesa relativa ad attività immateriali non è meno importante perché senza i progetti non si può fare nulla. In questo momento, si sta ragionando sulla bonifica del lotto di Bisconte, sia la parte ambientale, sia quella bellica”.

Aggiunge Mondello: “Una volta per tutte: la caserma Sabato è figlia della rimodulazione del progetto Pinqua. Sono fondi previsti per il rione Taormina. Quest’ultima, tra le aree baraccate, è quella più complessa. In primis, la proprietà: c’è di tutto e di più, con una presenza fortissima di immobili Iacp. Abbiamo chiesto, nei vari tavoli, di non procedere più alla vendita di alloggi all’Istituto autonomo case popolari perché questo favoriva la polverizzazione della proprietà. La conseguenza? Rendere più difficoltoso lo sbaraccamento e la demolizione di eventuali edifici fatiscenti. Ma si è continuato a vendere allo Iacp. Una complicazione a causa della proprietà e non dimentichiamo, altro problema, le differenti tipologie edilizie presenti nell’area: palazzine in cemento armato, baracche e case ultra popolari”.

“Gli 11 miln del fondo Cipe persi per problemi oggettivi e non per inerzia”

E gli 11 milioni di fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) per il rione Taormina definanziati? Precisa il vicesindaco: “Un vecchio progetto Iacp che si è recuperato durante l’amministrazione De Luca. Mancava l’aspetto progettuale e si è realizzato. Dato che senza sbaraccamento non si poteva mettere in atto, ripetutamente abbiamo chiesto alla Regione di rimodularlo e destinarlo da un’altra parte. Ed stato lo stesso sub commissario a chiederlo, come ha dichiarato lui stesso. La risposta è stata che non si poteva rimodulare. Di fatto, la Regione, dato che il commissario è Schifani, lo ha chiesto a sé stessa e la risposta è stata l’impossibilità a recuperare questi fondi. Non si è persa questa possibilità per inerzia di chi amministra ma per fatti oggettivi”.

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Scurria: “Dimostrerò infondatezza accuse di Basile”

“Come preannunciatomi – – ha replicato in una nota nei giorni scorsi il sub commissario Scurria – il presidente della Regione siciliana Renato Schifani mi ha chiesto una relazione sull’acquisto all’asta di alcuni appartamenti a Contesse. Provvederò sin da subito con documenti e atti a dimostrare quanto improvvide e prive di fondamento siano le accuse mosse dal sindaco di Messina sull’operato dell’Ufficio del commissario al risanamento delle baraccopoli di Messina nel partecipare a un’asta pubblica”.

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