Regione Campania, la sfida della Prevenzione

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Sul territorio un’assistenza diagnostica tempestiva, specializzata e gratuita 

Le statistiche parlano chiaro, un cancro diagnosticato precocemente può essere curato con una probabilità di successo molto alta. Perché la prevenzione salva la vita e allunga il futuro.  Il sistema sanitario regionale campano, dalla Direzione Generale Salute alle ASL del territorio, è impegnato da anni nella sfida contro le patologie tumorali e nel diffondere la cultura della prevenzione. Forte impulso alle attività di prevenzione sul territorio campano è derivato dall’implementazione del D.C.A. n.38 del 2016, attraverso cui la Regione Campania ha avviato il programma “Mi Voglio Bene” per sostenere la prevenzione offrendo un’assistenza diagnostica tempestiva, specializzata e gratuita, ovvero controlli dedicati a donne e uomini residenti e domiciliati nelle cinque province campane.

Tre tipi di screening per la prevenzione del carcinoma alla mammella, al colon-retto, al collo dell’utero

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Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario ha interessato le donne residenti in Campania e garantisce percorsi di qualità gratuiti in tutte le fasi. Si rivolge alle donne: dai 45 ai 69 anni nelle ASL NA1 Centro, NA2 Nord, NA3 Sud, Caserta (D.C.A. 38/2016); dai 50 ai 69 anni nelle ASL di Salerno, Benevento, Avellino. Inoltre, nelle ASL NA 1 Centro, NA 2 Nord, NA 3 Sud e Caserta, la Regione Campania ha destinato alle “Giovani donne” un programma dedicato per promuovere la cultura della prevenzione in epoca prescreening. Lo screening per il cancro del collo dell’utero ha invece interessato le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Lo screening per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto ha interessato la popolazione residente in Campania di età compresa tra i 50 e i 74 anni.

Oltre la campagna “Mi Voglio Bene”, la Regione Campania ha previsto uno studio osservazionale longitudinale retrospettivo specifico, al fine di dotarsi di elementi conoscitivi funzionali alla comprensione delle caratteristiche dell’ambiente oggetto di osservazione e alla previsione di azioni atte al miglioramento del fenomeno in evidenza. Oggi è possibile confrontare i dati alla luce delle analisi fornite da un ente terzo, il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università degli Studi di Torino, che hanno permesso di tracciare un quadro della mortalità generale nei Comuni campani, in particolare nell’area metropolitana di Napoli e di Caserta. Lo studio, tra i vari elementi, ha confermato il nesso diretto tra le condizioni socioeconomiche della popolazione osservata e l’insorgenza del cancro. Il lavoro fatto dalla Regione Campania ha riguardato proprio questo aspetto, indirizzandosi verso la parità delle condizioni occupazionali e il miglioramento sociale, cercando di annullare le variabili socioeconomiche che influiscono sulla mortalità dei cittadini campani.

Ma come si agisce sulle variabili socioeconomiche per salvare vite? Un ruolo fondamentale lo riveste la diffusione della cultura della prevenzione, a cui le istituzioni regionali possono dare un impulso cruciale anche con campagne di comunicazione. Con la campagna “La prevenzione di salva la vita”, ad esempio, la Regione Campania continua ad invitare tutti i cittadini, in relazione alle fasce anagrafiche interessate, a partecipare a giornate di screening sul territorio, attività di informazione che passa attraverso il ruolo attivo svolto da SINFONIA (Sistema INFOrmativo saNità CampanIA), ovvero il Portale Salute del Cittadino.

Tra gli obiettivi centrati grazie anche alle attività finanziate dal D.C.A. n.38 del 2016 c’è un aumento importante degli screening per il cancro al mammella, attività esemplificativa dei risultati ottenuti grazie all’impegno di Regione Campania nella prevenzione: nel 2023 l’adesione agli screening si avvicina al raddoppio. Per quanto riguarda il primo trimestre del 2024, i dati confermano il trend positivo in tutte e tre le attività di screening evidenziando una progressione dei dati che è importante, poiché l’impegno regionale non ha solo una valenza amministrativa, ma serve a salvare vite individuando le patologie, ad approfondire le informazioni sul target della popolazione di riferimento e a migliorare la metodologia in tutte le fasi grazie alla capillare sensibilizzazione da parte delle ASL campane.

Altro dato significativo che vale la pena segnalare è l’attività di pre-screening oncologico che ha coinvolto oltre 50.000 donne, comprese tra i 20 e i 49 anni, assistite dei Medici di Medicina Generale sul territorio delle aziende individuate corrispondente a circa il 7% della popolazione di riferimento delle ASL individuate e al 14% del target di arruolamento che prevede lo screening mammario biennale. Con questa attività si è evidenziata l’importanza dell’attività di diagnosi precoce, tenuto conto che nella suddetta fascia di età, al netto di specifiche campagne di pre-screening, circa il 15% riceve una diagnosi di neoplasia mammaria che, andandosi a sommare al 40%, porta al risultato che oltre la metà dei pazienti ricevono una diagnosi in fase attività di prevenzione, con indubbio impatto positivo sull’esito clinico.

Una significativa rilevanza nella possibilità di incidere positivamente su azioni e risultati del programma è attribuita alla formazione dei Medici di Medicina Generale, orientata principalmente a disseminare informazioni relative all’incidenza del tumore mammario in giovani donne e agli elementi che possono consentire la stima del rischio e il corretto percorso di prevenzione e di gestione clinico assistenziale, anche nei casi di mutazione patogena a carico dei geni BRCA. L’attività di formazione è stata organizzata dalle ASL attraverso corsi specifici per un totale di 174 momenti formativi, ai quali hanno partecipato quasi 900 Medici di medicina generale.



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