Tra intelligenza artificiale e cambiamenti economici, il futuro delle cooperative sociali verso la Liguria del 2040 – Lavocedigenova.it

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Con l’evento “Valore lavoro e inserimento lavorativo nella Liguria del 2040”, tenutosi questa mattina presso il Museo Diocesano di Genova, Confcooperative Liguria ha concluso un percorso di approfondimento sul futuro delle cooperative sociali di tipo B. L’obiettivo: individuare soluzioni innovative per affrontare le sfide imposte dai rapidi cambiamenti tecnologici, sociali ed economici.

Delle trecentotrenta cooperative associate a Confcooperative Liguria, centosessantuno appartengono alla Federazione della cooperazione sociale, con circa sessanta cooperative di tipo B, 1200 addetti – di cui il 65% soci – e oltre 500 persone svantaggiate inserite (+2,8%). Il 71% dei lavoratori delle cooperative sociali di tipo B ha un contratto a tempo indeterminato.

Le cooperative sociali di tipo B si occupano principalmente dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, tra cui disabili, minori in difficoltà e categorie vulnerabili. Con un modello improntato alla sostenibilità e all’inclusione, queste realtà stanno ampliando le loro attività in settori come turismo e ristorazione, oltre a quelle tradizionali come manutenzione del verde e pulizie.

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Il percorso ha analizzato il ruolo delle cooperative sociali in un mondo del lavoro trasformato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. In un contesto sempre più dominato dalla tecnologia, le cooperative sociali mantengono il valore umano al centro, in linea con i principi sanciti dall’articolo 1 della Costituzione Italiana.

Per garantire competitività e benessere comunitario, le cooperative sociali devono adottare strumenti tecnologici avanzati, costruire reti con altri attori territoriali – come centri di salute mentale e servizi per le dipendenze – e collaborare con istituzioni pubbliche per politiche che valorizzino il loro impatto sociale attraverso incentivi e supporti mirati.

“Le cooperative sociali di tipo B affrontano ancora significative fragilità economiche e organizzative, con una struttura prevalentemente di piccola dimensione, ma la capacità imprenditoriale e il radicamento territoriale offrono loro un potenziale unico per guidare la transizione verso un sistema produttivo più equo e sostenibile” – spiega Anna Manca, presidente di Confcooperative Liguria. – “È fondamentale lavorare insieme con le istituzioni e il tessuto economico per garantire che il valore del lavoro resti centrale, anche in un contesto dominato dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. Solo attraverso un modello di cooperazione sociale rinnovato, in grado di adattarsi ai cambiamenti globali, sarà possibile costruire un futuro inclusivo e sostenibile per le generazioni a venire.”

All’evento hanno partecipato numerosi rappresentanti istituzionali, sottolineando l’importanza della collaborazione tra il mondo cooperativo e le istituzioni per affrontare le sfide attuali e future.

“Quello della cooperazione è un modello economico di sviluppo e di lavoro attento alle persone e alle comunità. Ringrazio Confcooperative Liguria che si conferma interlocutore fondamentale del territorio nell’ottica di un cambiamento attivo che, come amministratori pubblici, abbiamo il dovere di accompagnare. Regione Liguria c’è ed è pronta a dare il proprio contributo anche attraverso l’attivazione di prossimi strumenti finanziari dedicati che possano sostenere i processi di innovazione delle realtà associate” – dichiara Alessio Piana, consigliere delegato allo sviluppo economico di Regione Liguria.

“Oggi, più che mai – afferma il presidente del Consiglio Comunale di Genova Carmelo Cassibba – emerge la necessità di unire le forze per affrontare sfide sociali ed economiche che caratterizzano il nostro tempo. La collaborazione tra istituzioni pubbliche e il mondo cooperativo rappresenta una via privilegiata per costruire un tessuto sociale più forte ed inclusivo. Le cooperative sono strumenti di giustizia sociale, promotori di cittadinanza attiva e alleati nella lotta alle disuguaglianze. Il loro modello produttivo, basato sulla solidarietà e sul rispetto della persona, incarna quei valori che anche le istituzioni perseguono: inclusione, dignità del lavoro e sostegno alle fragilità. Come rappresentanti istituzionali, abbiamo il compito di facilitare questo dialogo e sostenere percorsi condivisi che uniscano il pubblico, il privato e il terzo settore. Solo così potremo generare risposte innovative e concrete ai bisogni emergenti della nostra città e sostenere politiche di formazione e di inserimento lavorativo per le persone più vulnerabili, affinché nessuno venga lasciato indietro. La collaborazione è un’opportunità per lavorare per un futuro più giusto in cui ogni cittadino possa sentirsi parte integrante di una comunità.”

“I dati di oggi ci restituiscono un’immagine incoraggiante del lavoro delle cooperative sociali – dice Enrico Costa, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Genova – l’immagine di un mondo che, nonostante mille difficoltà, riesce a traguardare obiettivi importanti senza lasciare indietro nessuno. Obiettivo quanto mai importante, considerando anche la platea alle quale si rivolgono: persone svantaggiate, minori con difficoltà, persone con disabilità fisiche. È importante affiancare queste persone fragili in percorsi che possano garantirgli una dignità della vita privata e lavorativa, e le cooperative sociali, storicamente, rappresentano il mezzo ideale per raggiungere questo fine.”

“Le sfide contemporanee ci impongono non solo di tutelare le persone fragili, ma anche di avviarle in modo proficuo e soddisfacente nel mondo del lavoro” – aggiunge Mario Mascia, assessore al Lavoro del Comune di Genova – “Un lavoro che le cooperative sociali svolgono ottimamente da decenni e che negli anni hanno saputo ben inserirsi nelle novità del mondo lavorativo: automazione, intelligenza artificiale, aspetti stanno diventando sempre più preponderanti, ma che non devono far perdere di vista la centralità delle persone e delle relazioni personali che sostanziano la comunità lavorativa così come ogni altra comunità familiare, sociale o cittadina. Sono sfide importanti, che gli enti del terzo settore, istituzioni e parti datoriali dovranno affrontare tutti insieme.”

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