Decarbonizzazione, la rivincita del biometano e dei biocarburanti. Il ministero dell’Ambiente guarda oltre l’energia elettrica

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In Europa, la narrativa secondo cui la decarbonizzazione dei trasporti si persegue con un’unica soluzione tecnologica si sta scontrando con fatti incontrovertibili che dimostrano la necessità di un cambiamento. Il clima politico sta cambiando: non solo è già da tempo cambiato nel nostro Paese, ma anche Paesi come Germania e Francia stanno attraversando una fase di riflessione istituzionale – in concomitanza con la crescente preoccupazione industriale relativa al settore – tesa a riconsiderare un approccio ideologico ed astratto alle tematiche del “green”, aprendo a concezioni più razionali e graduali per le politiche e le relative regole da adottare per il conseguimento dei target di decarbonizzazione fissati dalla normativa UE.

L’approccio secondo cui gli obiettivi di decarbonizzazione possano essere raggiunti con un’unica soluzione tecnologica, quella elettrica, che prevede le zero emissioni solo al terminale di scarico, perdendo di vista le emissioni di climalteranti generate dalle fasi di produzione, distribuzione, alimentazione e smaltimento di un veicolo e dei suoi componenti, inizia ad essere considerata del tutto disallineata rispetto allo scopo principale, che è quello di decarbonizzare il sistema dei trasporti nel suo complesso. Ecco perché l’Italia – insieme ad altri Paesi Membri, a partire da Rep.

Ceca, Austria e Polonia – ha elaborato il cosiddetto “non-paper sull’Automotive”, che i Ministri Urso e Salvini stanno promuovendo presso i tavoli istituzionali europei competenti, mettendo in priorità la necessità di promuovere nella normativa europea la centralità dei Bio-Fuels, stressando la strategicità del Biometano e del BioLNG, in ragione della loro vocazione ad essere carburanti a zero impronta di carbonio, immediatamente disponibili, compatibili con le motorizzazioni di ultima generazione, sia autovetture che mezzi pesanti, ad un prezzo decisamente concorrenziale rispetto ai carburanti convenzionali di prevalente fonte fossile. Si tratta di un risultato che ancora deve produrre effetti materiali sulla normativa europea, dal momento che la nuova Commissione e il nuovo Europarlamento si sono appena insediati.

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Credo di poter affermare che questo approccio “con i piedi per terra” (come lo abbiamo definito in NGV Italy ormai da molto tempo) alle sfide della transizione ecologica nei trasporti sia la risultante dell’intenso e costante lavoro di approfondimento ed informazione che NGV Italy, con il coinvolgimento di altre Associazioni di filiera, sta svolgendo alacremente presso le Istituzioni nazionali ed europee. È merito della visione industriale pragmatica di grandi aziende associate a NGV Italy, come Iveco Group e SNAM-Greenture, e di importanti operatori della logistica innovativa, come Maganetti e LC3, a cui si devono aggiungere gli altri Associati, se oggi si è aperto un varco concreto per correggere le distorsioni irrealistiche contenute nella regolamentazione europea sui target di emissione di CO2 per le autovetture (i cosiddetti LDV – Light Duty Vehicle) e i veicoli pesanti (i cosiddetti HDV – Heavy Duty Vehicle). Ed NGV Italy, che ho l’onore di guidare come Presidente da tanti anni, sta rappresentando il soggetto associativo che include e promuove trasversalmente tutte le tecnologie innovative per l’autotrazione, a partire dal Biometano e il Bio-LNG, ma anche l’Idrogeno, gli RFNBO e lo stesso elettrico, avendo tra i suoi consorziati la gran parte delle imprese della filiera dell’Automotive impegnate direttamente nella produzione e nella distribuzione dei vettori e delle propulsioni compatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema.

Nell’ambito del Tavolo Biocarburanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che si è riunito ieri, NGV Italy ha avanzato alcune proposte operative per una Road Map di revisione dell’impianto regolatorio in materia di transizione tecnologica dei trasporti da sottoporre all’attenzione delle competenti Commissione UE. Con l’obiettivo di adeguare, in maniera più aderente alle dinamiche del mercato, la regolamentazione UE sulle tecnologie e i vettori energetici utili per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione. Non vi è dubbio, infatti, che la fase di elaborazione da parte della nuova Commissione UE del nuovo “Clean Industrial Deal” – che dovrà significativamente rivedere il cosiddetto “Green Deal” – dovrà tener conto delle posizioni che un numero sempre più elevato di Paesi Membri stanno assumendo a favore di un approccio più realistico, graduale ed aderente alle reali dinamiche del mercato.

Peraltro in coerenza con le indicazioni del Rapporto Draghi sulla Competitività dell’Unione Europea, chiaramente in favore di una “neutralità tecnologica”. In tal senso, si può capitalizzare al meglio un’immediata e concreta opportunità di decarbonizzazione nel nostro Paese grazie ai Bio-Fuels prodotti sul territorio nazionale di cui il Biometano (anche nella sua forma liquida) è la tecnologia più tangibilmente matura per le esigenze di un sistema dei trasporti sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale. Tenendo conto che già oggi il Biometano in Italia vanta una quota del 70% nel mercato dell’autotrazione alimentata a gas. Di gran lunga superiore alla quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che oggi alimenta l’auto elettrica in Italia.

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