«Il futuro di Como? Si decida insieme»

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«Perché a Lecco si respira un’aria di sinergia, ricerca e innovazione mentre nella nostra provincia questo slancio fatica ad emergere?» è la domanda con cui Salvatore Monteduro, segretario di Uil Lombardia, interroga istituzioni, associazioni imprenditoriali, professionali e sindacali del territorio, oltre ai cittadini comaschi, in una lettera aperta indirizzata alla redazione.

L’ispirazione

«L’esempio lecchese è illuminante» è la riflessione di Monteduro, che prende il là dall’esempio di UniverLecco con il coinvolgimento del Politecnico di Milano «radicato nel campus lecchese» insieme alla sinergia tra «soggetti eterogenei», come l’Irccs Medea – associazione La Nostra Famiglia, l’ospedale Valduce, il centro di riabilitazione Villa Beretta e i tanti altri enti lecchesi che si sono saputi riunire in un «ambiente virtuoso», da cui nascerò un centro di ricerca «capace di produrre conoscenza, innovazione e sviluppo per l’intero territorio».

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Il riferimento è alla collaborazione, in particolare, tra l’ospedale Valduce-Villa Berette e il campus lecchese del Politecnico. Ma le parole di Monteduro rapidamente viaggiano da un ramo all’altro del Lario e tornano al capoluogo comasco. «A Como, – scrive – pur essendo un luogo di straordinria attrattività turistica e con una solida tradizione industriale, tessile, manifatturiera, logistica e sanitaria, non si avverte la stessa coesione». Monteduro quindi percorre, uno a uno, gli enti che di questa coesione potrebbero essere protagonisti, evidenziandone potenzialità e obiettivi ancora da sviluppare, per poter contribuire al rinnovamento del territorio. «L’Università dell’Insubria, pur presente, non è ancora il motore di un ecosistema integrato di ricerca e innovazione. La Fondazione Volta, nata dalla fusione di UniverComo e Centro Volta, non sta ancora esercitando un ruolo propulsivo comparabile a quello di UniverLecco». Eppure anche a Como le eccellenze da cui far partire la miccia che potrebbe trasformare i fuocherelli comaschi in un incendio di opportunità e sviluppo non mancano. «Como Next, a Lomazzo, un hub di innovazione e incubatore di start-up di rilevanza nazionale e internazionale» è per Monteduro l’esempio di questa eccellenza.

Le potenzialità

«Il potenziale c’è – conferma quindi riavvolgendo i fili – ma resta spesso non del tutto connesso all’insieme degli attori territoriali. È arrivato il momento di chiedersi: quale futuro vogliamo per la città e la Provincia di Como? Possiamo davvero accontentarci di vivere solo di turismo, ignorando il potenziale creativo e produttivo della nostra comunità? Possiamo permetterci di perdere giovani talenti e competenze che altrove trovano terreno più fertile? Se a Lecco l’ecosistema creato sta generando progetti d’avanguardia, perché non può accadere lo stesso anche a Como?».

Sono domande a cui Monteduro prova anche a rispondere, individuando quella che potrebbe essere la differenza tra ciò che sta accadendo a Lecco e ciò che invece non sta accadendo a Como. «La differenza non sta nell’assenza di risorse, ma nella mancanza di una regia chiara, di un disegno condiviso. Ogni soggetto può e deve portare il proprio contributo, ma occorre un punto di riferimento in cui questo sforzo diventi sistematico e corale».

Ed è un punto che Monteduro ha già ben chiaro: il Tavolo per la competitività e lo sviluppo provinciale. Tavolo che «potrebbe tornare a essere il motore propulsivo che manca», scrive Monteduro. «Questo strumento, che già riunisce tutti gli attori istituzionali e associativi del territorio, deve ritrovare la propria vocazione strategica, ponendosi come luogo dove confrontarsi, definire priorità, coordinare azioni e far nascere progetti comuni». Anche per il Tavolo infatti, secondo il segretario di Uil Lombardia, c’è un percorso ancora da imboccare che va dall’essere un «semplice forum di confronto» a «una vera e propria piattaforma abilitante, catalizzatrice di idee e iniziative, capace di tramutare il nostro potenziale in realtà tangibili».

L’invito

Ma la lettera di Monteduro non si conclude con una riflessione fine a sé stessa, bensì si apre al confronto con l’invito rivolto «alla Camera di Commercio, ai Sindaci, al Presidente della Provincia, alla coordinatrice del Tavolo per la Competitività, all’Università dell’Insubria, a Fondazione Volta, a ComoNext e a tutte le realtà, pubbliche e private, che operano nel nostro territorio». E l’invito è quello a «riconoscere nel Tavolo per la Competitività il luogo ideale per avviare un progetto strategico condiviso, in cui la ricerca, l’innovazione, la formazione, lo sviluppo economico e sociale diventino elementi inscindibili di un ecosistema integrato». Non una «copia passiva» del modello lecchese, ma una via comasca all’innovazione. «Non lasciamo che sfugga un’opportunità così importante».



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