«Il mio desiderio più desiderato è che arrivi aprile per rivedere papà», le letterine di Natale dei bambini che chiedono pace e di ritrovare gli affetti lontani

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di
Chiara Sandrucci

Nelle tante letterine si legge cosa sognano di trovare sotto l’albero i bambini delle primarie torinesi: pace, famiglia vicina e genitori che vadano d’accordo

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A Babbo Natale si scrive anche da scuola, negli ultimi giorni prima delle feste. Con l’aiuto delle maestre o senza, nelle tante letterine si legge cosa sognano di trovare sotto l’albero i bambini delle primarie torinesi. Va da sé che chiedano la pace nel mondo, con tante guerre in corso. Ma desiderano pace anche in casa, tra i genitori. Amore, gioia e felicità. Giochi e sorprese. E chi ha origini straniere sogna di riunire la famiglia, più che mai, come confida a Babbo Natale un alunno di 10 anni della primaria Casalegno. «Il mio desiderio più desiderato è che arrivi aprile. Perché, ti chiederai. Perché mio papà viene a trovarmi per la prima volta in Italia, però non verrà a Torino, ma a Napoli. Lo vedrò in estate e anche nelle vacanze. È da 5 anni che non lo vedo. Davvero sarebbe il regalo più grande!».
 
Sono tanti i bambini che arrivano da lontano. «Vorrei una bacchetta magica che mi faccia tornare in Romania dai miei cugini, dai miei zii e dalla mia bisnonna a giocare con loro», scrive una bambina della scuola elementare Don Milani dell’Ic Antonelli Casalegno. «Sotto l’albero voglio trovare la mia nonna e la mia zia, il mio nonno e mio zio, loro sono in Venezuela e in paesi lontani», elenca un alunno dell’Ic Salvemini, mentre una compagna vorrebbe che arrivassero i parenti dall’Ucraina. Famiglie su fronti opposti. «Io sogno di trovare i miei nonni che mi fanno qualcosa da mangiare perché sono in Russia e li vorrei vicino a me», riassume un altro in quattro righe di quaderno all’Ic Regio Parco.
 
La guerra in Ucraina, ma anche in Palestina. Guerre e conflitti nei pensieri dei bambini. «Quest’anno ci sono un sacco di guerre e persone che muoiono di fame, ci vorrebbe una pozione natalizia da spargere sull’albero o uno scettro magico da scuotere», chiedono due compagne di quinta elementare alla Don Milani. «Vorrei che tutte le guerre nel mondo non ci fossero mai più perché tutto il mondo è stanco di queste guerre». Tra litigi e fatiche, i bambini chiedono pace anche in famiglia. Una tregua natalizia. «Quest’anno vorrei che i miei genitori non litigassero», si augura uno di loro nella letterina. «Caro babbo natale in questi anni mia mamma e mio papà litigano quasi sempre per tutto – scrive un’alunna di quinta dell’Ic Regio Parco –. Quindi per Natale vorrei che la mia mamma e il mio papà vadano d’accordo. Ah e vorrei anche la pace nel mondo e che nessuno litighi con nessuno. Grazie da una bambina».

C’è chi sogna di avere una sorella o che i genitori non fatichino troppo nell’occuparsi di loro. «Vorrei che mia mamma potesse non aver più problemi a cui pensare», annota su un foglietto una bambina della elementare Toscanini. «Io sogno che mio padre lavori solo quando sono a scuola perché ogni volta che torno lo vedo lavorare e non posso mai stare con lui», desidera un suo compagno della Da Vinci-Frank. Tra le preoccupazioni dei bambini ci sono anche la crisi climatica e lo smog. «Vorrei un telecomando che faccia andare via le cose brutte del mondo come l’inquinamento», desidera un alunno della Don Milani. «Caro Babbo Natale. Ti scrivo una lettera su questo foglio di carta, ma mi spiace pensare che un albero sia stato abbattuto per crearlo. Ogni notte sogno un mondo dove i giocattoli vengono costruiti con materiali riciclati e la natura non viene violata, ma amata», sostiene un bambino della primaria Casalegno che in dono ha chiesto «un coniglietto da amare e coccolare».
 
In cambio dei regali, c’è chi promette di comportarsi bene: «farò la lavastoviglie, apparecchierò, ritirerò il bucato e, come ogni anno, andrò bene a scuola». Tra le letterine scritte dagli alunni dell’Ic Sandro Pertini ce n’è una composta con le tessere della Comunicazione aumentativa. «È stata scritta da un bambino speciale», spiega la preside Antonietta Nusco che aggiunge: «Il Natale aiuta non solo noi grandi a guardare in sé stessi, con auspicio di pace e serenità. Dovremmo farlo tutto l’anno». E pazienza se il disincanto arriva già alle elementari. «Il problema è che non credo a Babbo Natale, ma che siano i genitori a portare i regali e che quindi non possono darti cose così grandi e complicate».




















































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22 dicembre 2024 ( modifica il 22 dicembre 2024 | 05:46)

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