Gli 8 bonus e finge benefit per dipendenti privati, tra nuovi e vecchi approvati in manovra finanziaria

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Quali sono e cosa prevedono i bonus disponibili nel 2025 per i lavoratori dipendenti privati e come incidono sugli stipendi: i chiarimenti

Quali sono i bonus disponibili nel 2025 che cambiano lo stipendio dei dipendenti privati?

Sono diversi i bonus, tra vecchi e nuovi, che nel 2025 spettano ai dipendenti privati e che contribuiscono ad aumentare gli importi degli stipendi. Si tratta, per esempio, del nuovo finge benefit per l’affitto di casa fino a 5mila euro insieme agli altri vecchi fringe benefit confermati, del nuovo taglio del cuneo fiscale 2025 applicato come detrazioni, dell’assegno unico per i figli, della Social Card Dedicata a te, della nuova Carta Dedicata a Te fino a mille euro e del Bonus mamme lavoratrici valido anche nel 2025.

 

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Quali sono i bonus per i dipendenti privati disponibili nel 2025 e come incidono sugli stipendi? Sono diversi i bonus di cui possono usufruire i lavoratori dipendenti privati il prossimo anno 2025 e che contribuiranno, direttamente o tramite altre erogazioni, ad aumentarne gli stipendi. Vediamo nel dettaglio quali sono.

  • Il nuovo finge benefit per l’affitto di casa dei dipendenti fino a 5mila euro, a chi spetta
  • Gli altri fringe benefit confermati per i lavoratori privati e gli importi 
  • Il nuovo taglio del cuneo fiscale 2025 e gli aumenti degli stipendi dei dipendenti privati
  • Cosa cambia per l’assegno unico per i figli ai dipendenti e come incide sugli stipendi
  • Social Card Dedicata a te aumenta gli stipendi dei dipendenti privati
  • Microcredito

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  • A chi spetta la nuova Carta Dedicata a Te fino a mille euro
  • Bonus mamme lavoratrici valido anche nel 2025


Il nuovo finge benefit per l’affitto di casa dei dipendenti fino a 5mila euro, a chi spetta

Il primo nuovo bonus che sarà riconosciuto ai lavoratori dipendenti privati e che contribuirà ad aumentarne l’importo dello stipendio è il fringe benefit fino a 5mila euro per le spese di affitto di casa.

In particolare, il governo ha stabilito la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere ai propri dipendenti un aiuto per il pagamento dell’affitto per lavoratori i neoassunti che decidono di spostare la residenza di oltre 100 chilometri. 

La misura varrebbe per i lavoratori dipendenti assunti dal primo gennaio prossimo e con un reddito fino a 35mila euro nell’anno d’imposta precedente all’assunzione.

Il beneficio sarà riconosciuto per due anni, a partire dalla data di assunzione, rientrerà nel calcolo dell’Isee e si applica alle cifre erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento del canone di affitto e per le spese di manutenzione dell’abitazione.

Gli altri fringe benefit confermati per i lavoratori privati e gli importi 

Insieme al nuovo benefit per il pagamento dell’affitto fino a 5mila euro, il governo ha confermato per i dipendenti privati anche la possibilità di usufruire, sempre a discrezione dal datore di lavoro, degli altri fringe benefit già disponibili, come buoni pasto, buoni carburante, cellulari, computer e auto aziendali, polizze e premi assicurativi extraprofessionali, prestiti agevolati ai dipendenti, ma anche buoni regalo e gift card.

Ancora per il 2025 è confermata la soglia di esenzione fiscale fino a mille euro per tutti i dipendenti e fino a 2mila euro per chi ha figli a carico.

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Il nuovo taglio del cuneo fiscale 2025 e gli aumenti degli stipendi dei dipendenti privati

Dal prossimo anno, il taglio del cuneo fiscale sarà applicato agli stipendi sotto forma di detrazioni rapportate al reddito e contribuirà in maniera diversa da quanto accade attualmente agli aumenti degli stipendi dei dipendenti privati.

Le detrazioni cambiano, infatti, in base alla fascia di reddito di appartenenza e sono fissate al 7,1% per stipendi fino a 8.500 euro, al 5,3% i redditi fino a 15mila euro e al 4,8% per chi percepisce stipendi superiori ai 15mila euro e fino a 20mila euro all’anno.

A chi supera i 20mila euro di reddito lordo annuo ma resta entro i 32mila euro, viene riconosciuta una detrazione di mille euro, mentre per chi supera i 32mila euro annui, la detrazione si riduce progressivamente fino ad azzerarsi del tutto per i redditi superiori ai 40mila euro. 

Cosa cambia per l’assegno unico per i figli ai dipendenti e come incide sugli stipendi

Nel 2025 anche l’assegno unico per i figli per i dipendenti cambia: aumenta il suo valore per effetto della rivalutazione annua ma l’importo non rientrerà più nel calcolo dell’Isee.

Ciò significa che potrebbe aumentare per molti lavoratori il cui valore dell’Indicatore potrebbe ridursi e, aumentando l’importo dell’assegno per i figli, aumenterebbe di conseguenza non lo stipendio vero e proprio ma l’importo di soldi comunque disponibile per il lavoratore. 

Social Card Dedicata a te aumenta gli stipendi dei dipendenti privati

Anche la Social Card Dedicata a te è un bonus concesso ai dipendenti privati, lì dove sussistano i requisiti per usufruirne, che contribuisce ad aumentare gli stipendi.

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Si tratta, infatti, di un importo di 500 euro che viene riconosciuto anche ai lavoratori da spendere per fare la spesa di beni alimentari, di prima necessità e di carburanti che permette agli stessi lavoratori di risparmiare quei soldi sul normale stipendio mensile percepito. 

A chi spetta la nuova Carta Dedicata a Te fino a mille euro

I dipendenti privati neo genitori possono avere un aumento di stipendio fino a mille euro grazie alla erogazione della Carta per i nuovi nati al via dal 2025. 

La misura spetta a partire dal primo gennaio 2025, a condizione di avere un valore Isee entro i 40mila euro ed è compatibile con l’assegno unico per i figli. 

Bonus mamme lavoratrici valido anche nel 2025

Aumentano nel 2025 gli stipendi delle dipendenti private mamme che possono ancora beneficiare della decontribuzione se hanno almeno 3 figli o fino al compimento dei 18 anni di età del figlio più piccolo, se avviene prima della fine del 2026 e indipendentemente dal reddito percepito.

Il beneficio vale per le lavoratrici dipendenti pubbliche o private assunte a tempo indeterminato, anche part time, o assunte con contratti di somministrazione a tempo indeterminato o di apprendistato.

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