Il ministro Piantedosi: «I Cpr in Albania sono pronti. La linea dura sui migranti ce la chiedono gli elettori»

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Il responsabile del Viminale: non sarò candidato in Campania. Salvini? Apprezza il mio lavoro

I centri in Albania «sono pronti». E saranno molto utili «per velocizzare la protezione a chi ha diritto e il rimpatrio per chi non ne ha diritto». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista al Corriere della Sera dice che il governo ha intenzione di riattivare i Cpr «e lo valuteremo proprio a partire da questo vertice». Ovvero quello di oggi a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello dell’Ue Tommaso Foti. In attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue. E se deciderà diversamente? «Non credo che questo potrà succedere, almeno non in termini tali da impedire del tutto che il progetto possa decollare ed essere efficace». Infine: «La linea del governo è stata tracciata dal voto degli elettori che ha dato vita alla maggioranza parlamentare di centrodestra a cui, da tempo, gli italiani chiedono di fronteggiare l’immigrazione irregolare ed insostenibile».

Il 2026

E poi «nel 2026 entreranno in vigore nuove regole europee che puntano proprio su procedure e centri di trattenimento come quelli che abbiamo realizzato in Albania, ma anche a Modica e a Porto Empedocle. Io c’ero in quel Consiglio dei ministri dell’Interno europeo nell’estate del 2023 e posso assicurare che all’epoca una scelta simile non era scontata». Sui costi, «adesso c’è solo un piccolo contingente di operatori che vigila le strutture in attesa della ripresa. Lo stanziamento di 650 milioni in 5 anni è una previsione di legge del costo massimo possibile con le strutture a regime, non è detto che corrisponderà alla spesa reale. Comunque è singolare che questa critica ci provenga da ambienti che spesso, al contrario, hanno ritenuto di censurare la presunta inadeguatezza degli stanziamenti e della qualità dei servizi che vengono resi nei centri governativi».

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Uno spreco

E se adesso i Cpr sembrano uno spreco, «quando funzioneranno a pieno regime, i centri in l’Albania, al pari di quelli realizzati in Italia, potranno sul lungo periodo produrre effetti importanti soprattutto per chi viene accolto ma non ha alcuna prospettiva di integrazione. Tengo a sottolineare che per questo aspetto abbiamo ereditato un peso di circa due miliardi di euro e una gestione non accettabile». Sulle Ong che protestano «è falso e offensivo sostenere che vengano impediti i salvataggi in mare, sui quali sono attive le nostre unità navali con un impegno e una professionalità che ci sono riconosciuti nel mondo. Basta guardare dati e numeri. C’è chi si ammanta della presunzione di essere titolare esclusivo delle connotazioni umanitarie di un impegno che, al contrario, per il modo sregolato con cui tende a svolgersi, spesso finisce per favorire l’azione dei trafficanti e incentivare traversate pericolose».

Candidato alle regionali in Campania?

Piantedosi dice che non vuole candidarsi alle regionali in Campania: «Assolutamente no e l’ho già detto più volte. Sono totalmente concentrato nello svolgimento dell’incarico che mi è stato affidato. I positivi risultati che stiamo ottenendo rappresentano uno stimolo a pensare esclusivamente ad andare avanti». Anche perché «mon me lo ha chiesto realmente nessuno e non vedo perché possa chiederlo Giorgia Meloni. Il centrodestra ha molte personalità politiche radicate nel territorio tra cui poter effettuare una scelta sicuramente migliore. La coalizione saprà esprimere un candidato in grado di governare la mia amatissima regione Campania. E poi come ministro dell’Interno ho l’opportunità, e qualche ambizione, di lavorare anche per la mia terra di origine in ambiti e con modalità che meglio mi si addicono».

Salvini

Infine, su Salvini al Viminale: «Salvini, in poco più di un anno, fece un ottimo lavoro al Viminale ed io ho avuto il privilegio di essere stato partecipe di quella stagione. Chi ora, in modo malevolo, vuole insistere a proporre una connotazione divisiva all’esito del processo di Palermo si deve rassegnare: ha prodotto l’effetto delle espressioni di apprezzamento del mio lavoro da parte del presidente Meloni e dello stesso Salvini».



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