Reggina, diamo il giusto valore: a quanto ammontano le pendenze?

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di Paolo Ficara – Appello da raccogliere. L’invito del Dispaccio a liberare la Reggina, ha trovato una prima parziale apertura da parte di Mimmo-bis. Non sappiamo quanto autentica, visti i precedenti. Sta di fatto che la Reggina è stata messa in vendita, seppur da un soggetto che appare bisognoso di un periodo di riposo compreso tra i 6 giorni ed i 7 anni. E se aspetta che glielo dica lo stesso medico che gli ha ordinato di fare calcio…

Mimmo-bis ha chiesto di dare il giusto valore. Motivo per cui soprassediamo, per l’ennesima volta, sui suoi tentativi di buttarla sul personale oltre che in caciara. Pur essendo d’accordo su un punto: la stampa locale ha delle enormi colpe, circa le disgrazie recenti della Reggina. E proprio prevenendo ciò in cui si prodigheranno i suoi tifosi personali, che dall’inizio appaiono attenti a fargli riscuotere una plusvalenza piuttosto che vogliosi di andare in Serie C, forniamo qualche chiave di lettura che può tornare utile a quantificare questo “giusto valore”.

Le somme anticipate dalla Città Metropolitana per il pagamento della corrente elettrica al Sant’Agata, sono state rimborsate? Le procure agli agenti dei calciatori, almeno in riferimento alle transazioni della passata stagione, sono state tutte soddisfatte o esistono dei decreti ingiuntivi? I pagamenti verso squadra e staff, seppur non regolati da scadenze federali, sono da ritenersi in pari o in arretrato?

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Se anche ad una di queste tre voci, specie la seconda o la terza, la risposta è negativa, per stabilire il valore della Reggina in Serie D e senza strutture è sufficiente prendere un foglio, una matita ed un bicchiere di plastica. Qualora la risposta fosse negativa a tutte e tre queste voci, oltre a subentrare gratis, chi fosse disposto a rilevare tale bucherellato fardello dovrebbe essere dotato di particolare magnanimità.

Per quanto riguarda le procure, siamo in grado di fornire una buona notizia. L’agente di Ardit Lika sembra aver rinunciato al proprio credito, e non muoverà azione legale per il recupero della somma che ritiene gli spetti. Ossia, mille euro.

1.000 euro, Mimmo-bis. 1.000 euro…

Circa lo stato di puntualità dei pagamenti ai calciatori, la vicenda Bonacchi ci torna utile. Il giocatore ha ottenuto la rescissione per accasarsi al Cassino. Un tira e molla sfociato poi in una repentina cessione, dopo due giorni, dal Cassino al Siracusa. Cosa può essere accaduto? Ci può stare che il Siracusa, cui è stato fatto il dispetto di non depositare la rescissione di Racine Ba in tempo per la gara di ieri, abbia aggirato l’ostacolo per Bonacchi. Rendendo i dirigenti amaranto zimbello d’Italia. Ma non è questo il punto che ci serve, nel caso specifico.

Ci torna molto più utile l’uscita social di Fabio Bonacchi, parente dell’ormai ex difensore amaranto: “Stanco di sentire tante falsità verso dei ragazzi che hanno creduto a delle favole raccontate da delle persone. Loro sanno bene cosa hanno fatto e firmato. Ragazzi sanno benissimo cosa hanno rinunciato per essere liberati”. Ecco, il punto è ciò a cui hanno rinunciato Bonacchi e supponiamo anche Ba. Perché se da un lato hanno scelto di lasciare qualche arretrato pur di andarsene a gambe levate, può significare che il resto dei compagni (almeno fino a due giorni fa) è al loro stesso livello di corresponsione degli emolumenti.

Fin qui, un primo abbozzo di quelle che potrebbero essere eventuali pendenze. Ovviamente, solo la società può conoscere a menadito la situazione contabile. Noi ci limitiamo a fornire spunti di riflessione a chi legge, non avendo e non volendo avere certezza assoluta. Passiamo adesso ai collie. Chi non è di Reggio, penserà alla razza canina resa celebre dal telefilm Lassie. Gli autoctoni, invece, noteranno una sfumatura vernacolare.

Ci riferiamo infatti a quei contratti biennali agli over 30, a cifre maggiorate rispetto alla stagione in corso. E che agli occhi – e nelle tasche – di un soggetto intenzionato a subentrare a Mimmo-bis, possono rappresentare dei costi indesiderati quanto difficilmente evitabili per la stagione 2025/26. Qui non si sfugge, non c’è granché da verificare.

E arriviamo al dubbio amletico, sollevato dal Dispaccio già dal novembre 2023. Quando abbiamo rimarcato la presenza in organigramma di ben tre membri della famiglia proprietaria, sia come direttore generale – Mimmo-bis – che con altre cariche – le due figlie – e dando per scontato che ricevessero uno stipendio. Il dubbio non è mai stato chiarito. Anche perché urlare, in risposta a quell’articolo: “Lo sa quanto guadagno io? Vergogna, vergogna a chi lo scrive”, nella conferenza immediatamente successiva, a tutto servì tranne che a chiarire la questione.

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Dopo la trasformazione in società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, tutti i ballarini sono spariti dall’organigramma. Ma, se per stabilire il “giusto valore” della Reggina si vogliono far pesare le 400.000 euro a fondo perduto per l’affiliazione – ma Minniti quante ne ha messe? – quel costo cambierebbe prospettiva se, come da cariche in organigramma, risultassero somme auto-elargite dalla mano destra alla mano sinistra. Non è un reato, sia ben chiaro. Anzi, c’è chi lo ha reso prassi. Come Claudio Lotito alla Lazio, mica l’ultimo arrivato. E non va di certo dato conto al Dispaccio o a chicchessia. Offriamo semplicemente uno spunto da produrre in sede di eventuale trattativa, sempre per aiutare a velocizzare le operazioni.

Non possiamo sapere se verrà avviata una trattativa per cedere la Reggina, ma di sicuro sappiamo che non esistono piazze rimaste senza un presidente. Quindi i patetici e risibili discorsi circa l’assenza di alternative societarie, lasceranno il tempo che trovano a prescindere da ciò che accadrà nelle prossime settimane. Un nulla di fatto comporterebbe il dovere di andare avanti, per chi ha il cerino in mano. Sostenere costi. Finanziare trasferte. E magari, a fine stagione, sentirsi chiedere la restituzione dei soldi degli abbonamenti da un pubblico preso in giro dal business plan.

La Cometa di Halley è già calcisticamente passata 6 anni addietro, esattamente in questo periodo, nel 2018. Quando Luca Gallo pagò 600.000 euro una società cadavere, in Serie C. E quelli che l’avevano portata avanti come atto d’amore, pur avendogli lasciato buchi a destra e a manca, fecero anche decreto ingiuntivo per le ultime 100.000 e rotte. Infilando contratti a parenti ed amici, tra Natale e Capodanno.

Oggi al pubblico serve la consapevolezza per capire che il calcio genera debiti, a tutte le latitudini. Tranne qualche mosca bianca, vanno in passivo anche i più bravi. Figuriamoci Mimmo-bis e Peppe IV. Solo che c’è che si indebita e riesce a vincere campionati, e c’è chi si indebita per perdere 0-3 in casa ed in Serie C contro Rende e Sicula Leonzio. A chi è interessato a fare calcio a Reggio, invece, serve un altro tipo di consapevolezza: quella di dover entrare al Sant’Agata con la ruspa, eliminando senza pietà tutti quei saltimbanchi che trovano posto negli uffici chi da tre, chi da quattro e chi da cinque presidenti a questa parte. E che rappresentano una palla al piede per ogni forma di crescita aziendale. Nel pomeriggio, annunceremo gli ospiti per l’ultima attesa puntata di Reggina Talk del 2024.



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