Le ambizioni della Russia sono l’occasione per parlare dell’energia nucleare in Italia

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Secondo un articolo del Norwegian Institute of International Affairs, il crescente portafoglio nucleare estero della Russia – che include la costruzione di reattori, la fornitura di combustibile e altri servizi – si estende su 54 Paesi

La Russia sta costruendo più di 10 unità nucleari all’estero, nel tentativo di sfruttare la crescente domanda di energia guidata dall’intelligenza artificiale e dai mercati in via di sviluppo. Lo ha dichiarato un inviato del presidente russo Vladimir Putin. Mosca sta raddoppiando gli sforzi per aumentare la sua influenza globale espandendo la sua flotta nucleare, con impianti in costruzione in diversi Paesi, tra cui Bangladesh, Cina, Egitto, India, Iran e Turchia.

LA RUSSIA RAFFORZA IL SUO RUOLO NELL’ENERGIA NUCLEARE

La Russia ha rafforzato il suo ruolo di importante fornitore di energia nucleare anche se, dopo l’invasione dell’Ucraina, il settore del petrolio e del gas ha dovuto affrontare pesanti sanzioni. Secondo Boris Titov, rappresentante speciale del Cremlino per la cooperazione internazionale in materia di sostenibilità, Mosca intende consolidare la sua posizione come “uno dei maggiori costruttori di nuove centrali nucleari al mondo”. Titov ha detto che la Russia si aspetta una forte domanda di energia nucleare dai Paesi in via di sviluppo, desiderosi di fonti di energia più pulite, oltre che dalle aziende tecnologiche che sfruttano l’intelligenza artificiale nei data center.

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L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica prevede che entro il 2050 la capacità di generazione nucleare mondiale aumenterà del 155%, a 950 GW. “Stiamo costruendo più di 10 unità diverse in tutto il mondo, abbiamo bisogno di molta energia. Non saremo in grado di fornirla senza usare il nucleare. Sappiamo che è sicuro, non emette gas serra, è molto pulito”, ha spiegato Titov al Financial Times.

I PIANI DI MOSCA E LE CONTROMISURE DEGLI ALTRI PAESI

Secondo un articolo pubblicato l’anno scorso dal Norwegian Institute of International Affairs, il crescente portafoglio nucleare estero della Russia – che include la costruzione di reattori, la fornitura di combustibile e altri servizi – si estende su 54 Paesi. Titov ha indicato l’impianto Paks 2 dell’Ungheria e le unità in Bangladesh e Turchia. Si prevede inoltre che la Russia costruirà un impianto con piccoli reattori modulari in Uzbekistan, mentre lo scorso anno ha firmato un accordo con la giunta al potere in Burkina Faso. Il FT ha riferito che la Russia quest’anno è stata coinvolta in oltre un terzo dei nuovi reattori costruiti in tutto il mondo.

I governi occidentali hanno tentato di contrastare la preminenza nucleare della Russia, con gli Stati Uniti che nel maggio scorso hanno vietato le importazioni di uranio arricchito nel Paese. Ad eccezione dell’Ungheria, la maggior parte dei Paesi dell’Europa orientale ha firmato contratti per il combustibile sviluppato per adattarsi ai reattori dell’era sovietica dalla statunitense Westinghouse sin dall’invasione dell’Ucraina.

Come parte di una spinta più ampia per raggiungere un obiettivo indicativo di liberazione dalle importazioni di carburante russo entro il 2027, il nuovo commissario Ue per l’Energia, Dan Jørgensen, ha dichiarato di voler esaminare “l’intera filiera nucleare”. Il premier ungherese Viktor Orban e il primo ministro slovacco Robert Fico hanno detto però che avrebbero bloccato qualsiasi misura volta a limitare l’industria nucleare civile russa. Dopo aver incontrato Putin domenica scorsa Fico, in un post su Facebook, ha scritto che delle potenziali sanzioni contro la Russia “sarebbero finanziariamente dannose e metterebbero a repentaglio la produzione di elettricità nelle centrali nucleari in Slovacchia, il che è inaccettabile”.

I TIMORI PER L’UE E IL MERCATO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Secondo un alto funzionario dell’Unione europea, però, i timori che la Russia possa creare carenze critiche di combustibile nucleare per l’Ue – come è successo per il gas nel 2022 – sono esagerati. “Rosatom ha un interesse personale ad essere affidabile”, ha spiegato. Un problema più immediato sono le sanzioni statunitensi su Gazprombank, un importante canale per i pagamenti energetici alla Russia. Le misure hanno esentato il nucleare civile, ad eccezione dell’impianto ungherese Paks 2. Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjarto ha definito l’individuazione del nuovo impianto “una decisione interamente politica”.

Molti Paesi in via di sviluppo stanno prendendo in considerazione il nucleare per soddisfare i requisiti di energia pulita, offrendo più potenziali mercati per la Russia. Intervenendo al vertice sul clima COP29 in Azerbaigian del novembre scorso, Jake Levine, direttore senior per il Clima e l’Energia del Consiglio per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha affermato che Washington è preoccupata per i Paesi che si rivolgono alla Cina o alla Russia per l’energia nucleare e che la competitività globale nel settore “è un problema enorme”.

IL PERCORSO PER IL RITORNO DEL NUCLEARE IN ITALIA

E in Italia? Il governo ha capito ha deciso di elaborare un piano che va dal 2030 al 2050, stimato intorno ai 46 miliardi di euro, per riportare nel Paese l’energia nucleare ad uso civile attraverso i reattori di piccole dimensioni (SMR) e gli AMR, impianti di ultima generazione.

L’esecutivo sta valutando la creazione di una nuova società a guida Enel (51%), con Ansaldo Nucleare (39%) e Leonardo (10%), che dovrà studiare la fattibilità dei progetti.  Si tratterebbe della prima newco (new company) pubblica, gestita dalle principali aziende statali del settore. Nella nuova azienda Enel avrebbe la quota di maggioranza (51%), Ansaldo Nucleare una quota del 39% e Leonardo il restante 10%. Inizialmente l’attività della newco si limiterà allo studio e alla ricerca sugli SMR (small modular reactors), con l’obiettivo finale di rilanciare l’atomo e, con esso, l’interesse degli operatori.

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Un ruolo nella newco potrebbe averlo anche Newcleo, la startup del nucleare pulito lanciata nel 2021 da Stefano Buono, che ha già raccolto oltre 530 milioni di euro. Di recente il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che la newco dovrebbe partire entro la fine di quest’anno e che potrebbe essere costituita anche prima di Natale.

GLI ACCORDI TRA LE AZIENDE ITALIANE SUL NUCLEARE

Webuild e Ansaldo Nucleare, nei prossimi 5 anni, collaboreranno invece per lo sviluppo, la commercializzazione e l’implementazione di tecnologie nucleari all’avanguardia: mettendo insieme le competenze complementari dei due gruppi industriali, puntano a sviluppare ed espandere la presenza e l’adozione degli SMR e degli Advanced Modular Reactor (AMR), reattori a fissione nucleare derivati dalle tecnologie di quarta generazione, attualmente in fase di studio, che utilizzeranno nuovi sistemi di raffreddamento, per offrire prestazioni migliori e nuove funzionalità.



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