Macerata Opera Festival 2025 Lucia Chiatti nuova sovrintendente e Marco Vinco nuovo direttore artistico

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Scambio di auguri e presentazione del nuovo management questa mattina, lunedì 23 dicembre, nella Gran Sala Cesanelli dello Sferisterio a Macerata: il sindaco e presidente dell’Associazione Sandro Parcaroli ha accolto ufficialmente la nuova sovrintendente Lucia Chiatti e il nuovo direttore artistico Marco Vinco scelti per guidare l’istituzione e il Macerata Opera Festival nel prossimo triennio. Saluti e ringraziamenti anche per coloro che sono stati in carica sino ad ora e cioè Flavio Cavalli e Paolo Gavazzeni (quest’ultimo presente all’incontro e autore della programmazione 2025), e ancora a tutto il Consiglio di amministrazione, agli sponsor, ai Cento Mecenati e agli Eredi dei Cento Consorti.

«Buongiorno a tutti e grazie per essere qui in questa giornata che segna un nuovo corso per il MOF. Con grande soddisfazione – ha dichiarato il presidente Sandro Parcaroli, Sindaco di Macerata – accolgo la nuova direzione e ringrazio il lavoro fatto fin ora dai precedenti direttori. Dopo un lungo percorso di revisione dello statuto, ottenimento di un importante finanziamento nazionale e riorganizzazione dell’Associazione siamo pronti ad affrontare un nuovo anno. Mi auguro che la collaborazione tra l’Associazione Arena Sferisterio e la Fondazione Pergolesi Spontini sia da esempio per tanti e dimostri come la cultura possa essere gestita in maniera efficiente e che i benefici vadano a vantaggio di tutta la comunità e non solo agli appassionati. Da sempre sostengo che lo Sferisterio è un bene di tutti, che in un territorio come le Marche, unico sotto questo punto di vista, le risorse per la cultura debbano necessariamente essere messe in comune affinché la nostra unicità possa essere valorizzata e sostenuta per non sprecare il suo potenziale. Auguro a tutti buon lavoro e buone feste e vi aspetto questa estate allo Sferisterio!».

«Ringrazio il CdA di Macerata ed anche di Jesi – ha sottolineato la nuova sovrintendente Lucia Chiatti – per la fiducia che mi è stata accordata e per la ricreata collaborazione fra le città di Jesi e Macerata, che ha segnato la storia dei due Teatri di tradizione. Luoghi questi, non solo dall’incommensurabile valore artistico, ma anche fucine per la nascita di maestranze e professionalità di valore che ancora oggi contribuiscono al successo delle attività proposte. Desidero quindi svolgere il mio incarico oltre che in stretta collaborazione con il Direttore Artistico e nel continuo confronto con il CdA, nell’ascolto e nella valorizzazione delle competenze di cui lo Sferisterio è dotato, per un lavoro di insieme e a servizio della comunità tutta».

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«Entusiasmo e responsabilità – ha infine evidenziato il nuovo direttore artistico del MOF Marco Vinco – sono le due parole che dominano il mio sentire dal momento in cui ho ricevuto la nomina di Direttore Artistico del Macerata Opera Festival: da una parte l’entusiasmo di poter dare il mio contributo alla crescita di una delle maggiori eccellenze artistiche del nostro Paese, dall’altra il senso di responsabilità nell’affrontare la grande sfida culturale che lo Sferisterio rappresenta. In un’epoca in cui il teatro musicale, e in particolare l’opera lirica, sta vivendo un progressivo distacco dal sentire comune, è urgente recuperare sintonia con mondo reale. Aprire lo Sferisterio alla contemporaneità significa innanzitutto ascoltare il suo territorio e il suo potenziale pubblico, in particolare quello giovane, pieno di desideri e di inquietudini, e accompagnarlo nel viaggio entusiasmante verso quella bellezza che tanto può migliorare le nostre esistenze».

Com’è noto, il 61° Macerata Opera Festival 2025 si svolgerà allo Sferisterio dal 18 luglio al 10 agosto. La rassegna si aprirà con un titolo per la prima volta in scena allo Sferisterio, La vedova allegra di Franz Lehár (venerdì 18 e domenica 27 luglio, sabato 2 e sabato 9 agosto), pagina simbolica del passaggio storico e artistico tra Ottocento e Novecento, naturalmente in una nuova produzione; seguiranno poi due capolavori di Giuseppe Verdi come Rigoletto (sabato 19 e venerdì 25 luglio, domenica 3 e venerdì 8 agosto) e Macbeth (sabato 26 luglio, venerdì 1, giovedì 7 e domenica 10 agosto), che saranno messi in scena nei celebri allestimenti dell’Associazione Arena Sferisterio, firmati rispettivamente dai registi Federico Grazzini ed Emma Dante.

I biglietti sono già in vendita, sia in biglietteria a Macerata (piazza Mazzini 10) che online su https://sferisterio.vivaticket.it
Invariato, rispetto al festival 2024, il prezzo dei singoli biglietti, che hanno un costo da 15 a 200 euro. Sono previste le consuete riduzioni under30 e Over 65; per gli under14 biglietto a 1 euro se acquistato insieme ad un biglietto a prezzo intero.

Sino al 12 gennaio sarà inoltre attiva un’offerta natalizia per acquistare biglietti scontati secondo precise combinazioni, a data e posto “aperti” (in modo tale che il destinatario di un eventuale regalo possa decidere autonomamente tra il 2 gennaio e il 28 febbraio):

Sarà inoltre possibile acquistare anche un solo biglietto, sempre con data e posto aperti.

La vedova allegra (Die lustige Witwe) è il capolavoro del compositore Franz Lehár, operetta che risale al 1905, anno in cui Vienna era crocevia di generi musicali e di ogni altra forma d’arte e cultura all’insegna del modernismo e della più sottile raffinatezza, in questo caso messa al servizio di un genere teatrale in cui l’alternanza di musica e parlato intonano argomenti in elegante equilibrio tra la commedia e il sentimentalismo. Eseguito tradizionalmente anche in italiano, questo titolo è al contempo banco di prova per la bravura canora e attoriale degli interpreti ma anche occasione di soave divertimento per il pubblico di ogni età.

Frutto della passione di Verdi per Shakespeare, Macbeth è la decima opera del compositore di Busseto, completata nel 1847. Sembrerebbe impossibile contribuire ulteriormente allo scavo psicologico e alla complessità caratteriale già delineate dal Bardo, eppure Verdi riesce nell’impresa e lo fa pur restando vicino alla forma del melodramma romantico, “dipingendo” uno scenario fosco abitato da personaggi d’inaudita complessità, capaci di tenere il pubblico dell’opera col fiato sospeso dalla prima all’ultima nota.

Rigoletto è sinonimo di opera italiana e, insieme al nome di Verdi, costituisce un binomio che supera la popolarità per costituire un’icona potente della cultura nazionale. Dal 1851, anno del suo debutto (cui avrebbero fatto seguito altri due titoli celeberrimi come “Il trovatore” e “La traviata”) è presenza fissa nel repertorio eppure continua ancora a stupire per la mano felice con cui le melodie sono state disegnate così come per una certa apparente semplicità che tuttavia è sorretta da un trattamento dell’orchestra, del coro e dei solisti fra i più minuziosamente calibrati della storia musicale.

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