I nuovi controlli incrociati del Fisco sempre più severi, su cosa avvengono e come funzionano

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I controlli incrociati tra i pagamenti elettronici (bancomat e carte di credito) e l’emissione di scontrini o fatture sono uno strumento nella lotta all’evasione fiscale in Italia. Questa strategia, implementata dal fisco negli ultimi anni, si basa sulla comparazione tra i dati delle transazioni effettuate tramite POS e la documentazione fiscale emessa dagli esercenti, sia per le vendite in negozio sia per gli acquisti online. Di seguito una panoramica su come funzionano questi controlli e quali sono le implicazioni per esercenti e consumatori.


  • Controlli incrociati tra pagamenti e scontrini, come funzionano
  • Contributi e agevolazioni

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  • Ambito di applicazione dei nuovi controlli incrociati, anche online

Controlli incrociati tra pagamenti e scontrini, come funzionano

Il meccanismo di controllo incrociato nasce dall’esigenza di monitorare che a ogni pagamento con carta o bancomat corrisponda un documento fiscale, come uno scontrino elettronico o una fattura elettronica. Grazie alle normative introdotte negli ultimi anni, le transazioni elettroniche vengono trasmesse dai sistemi di pagamento all’Agenzia delle entrate. In particolare, il decreto PNRR 2 obbliga i gestori dei circuiti di pagamento a trasmettere giornalmente le informazioni relative alle transazioni elettroniche.

Il flusso di dati proveniente dai terminali POS viene incrociato con i dati trasmessi dagli esercenti riguardanti l’emissione degli scontrini o delle fatture elettroniche. Se il sistema rileva che per una determinata transazione non è stato emesso un documento fiscale, viene segnalata una potenziale irregolarità. A questo punto, l’Agenzia delle entrate può avviare ulteriori verifiche o procedere con sanzioni nei confronti dell’esercente.

La fattura elettronica è uno degli strumenti principali che permette al fisco di monitorare le transazioni economiche in modo accurato. Introdotta negli ultimi anni, la fattura elettronica obbligatoria è ora lo standard per la maggior parte delle transazioni tra imprese e consumatori.

Garantisce che le transazioni siano tracciabili e trasparenti, facilitando i controlli fiscali e riducendo le possibilità di evasione. A partire dal 2020, l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso anche alle operazioni transfrontaliere, permettendo un controllo ancora più ampio.

Dal punto di vista dei consumatori, i controlli incrociati non hanno un impatto diretto. In ogni caso è consigliato conservare gli scontrini e le fatture ricevuti, soprattutto per acquisti di importo elevato o per beni che richiedono una garanzia, come elettrodomestici o dispositivi elettronici. I consumatori possono anche contribuire al contrasto dell’evasione fiscale richiedendo sempre la documentazione fiscale, sia per acquisti in negozio che online.

 

Ambito di applicazione dei nuovi controlli incrociati, anche online

Questi controlli non si limitano alle vendite effettuate nei negozi fisici, ma si estendono anche agli acquisti effettuati online. Ogni volta che un cliente paga con una carta di credito o un bancomat su un sito di e-commerce, il venditore è obbligato a emettere una fattura elettronica o un documento fiscale equivalente. Anche in questo caso, le informazioni sul pagamento e sull’emissione della fattura vengono confrontate dal fisco per individuare eventuali discrepanze.

Un aspetto coinvolge l’evoluzione del commercio digitale. Con l’aumento delle transazioni online, il fisco ha intensificato i controlli sugli acquisti via e-commerce, soprattutto per evitare fenomeni di evasione legati a venditori che non emettono regolarmente fatture per gli acquisti elettronici. L’impatto è sui marketplace, dove operano numerosi venditori terzi che potrebbero eludere la normativa fiscale.

Nel caso in cui vengano rilevate irregolarità, le sanzioni possono essere pesanti per gli esercenti. In particolare sono previste multe di 30 euro per ogni transazione non documentata da scontrino o fattura elettronica. Ma anche una sanzione aggiuntiva pari al 4% del valore della transazione stessa.

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Oltre alle sanzioni pecuniarie, per i casi più gravi di evasione fiscale è prevista anche la possibilità di ulteriori indagini e, in casi estremi, la chiusura temporanea dell’attività commerciale.

Il vantaggio di questi controlli incrociati è la riduzione dell’evasione fiscale. Le transazioni in contante sono più difficili da tracciare e facilitano l’evasione, mentre i pagamenti elettronici offrono una traccia chiara e immediata delle transazioni. Diventa più difficile per gli esercenti nascondere i redditi o non dichiarare correttamente i proventi delle vendite.

L’aumento della digitalizzazione dei pagamenti e della fatturazione elettronica porta anche benefici in termini di efficienza amministrativa. Per il fisco, l’accesso automatizzato a una grande quantità di dati permette di ridurre i costi e i tempi dei controlli fiscali, concentrandosi solo sui casi più sospetti.

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