7 organizzazioni ambientaliste scrivono una lettera ‘Aperta’ al presidente della Regione Toscana per chiedere un ‘tavolo’ di confronto sull’accordo che si sta per sottoscrivere sul raddoppio delle concessioni di sfruttamento geotermico sul Monte Amiata che rischia di far diventare il territorio “desolato e desolante” – Centritalia News

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7 organizzazioni ambientaliste scrivono una lettera ‘Aperta’ al presidente della Regione Toscana Giani e alla vicepresidente Saccardi per chiedere un ‘tavolo’ sull’accordo che si sta per sottoscrivere con la Multinazionale Enel spa sul raddoppio delle concessioni di sfruttamento geotermico sul Monte Amiata. La lettera , firmata a nome di tutte le associazioni da Mario Apicella presidente del biodistretto del Monte Amiata , chiede in particolare di “non lasciare alle generazioni future questo ulteriore scempio. Vogliamo che il futuro del nostro Territorio non venga affidato alle strategia della speculazione finanziaria gestita nel nostro caso specifico da Black Rock e da Covalis Capital, maggiori azionisti esteri di Enel SpA”. Inoltre si ricorda che in Toscana sono già presenti 34 centrali geotermoelettriche ad alta entalpia e che “molte Associazioni e numerosi Comitati argomentano essere gestite in modalità “inquinante e speculativa” dalla multinazionale Enel SpA, partecipata solo per il 23,6% dal nostro Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il restante 76% da colossi finanziari del calibro di Black Rock e Covalis Capital . Essendo tutte le Centrali geotermiche del Monte Amiata costruite e gestite economicamente solo grazie a consistenti contributi pubblici chiediamo che- è scritto nella lettera – si blocchi questa speculazione finanziaria”. Secondo le associazioni ambientaliste “coprendo la Toscana, già dal 2021 il 51 % del suo fabbisogno energentico con fonti di energia definita rinnovabile, più che sufficiente per rispettare l’ambiziosa e costosissima meta del 42,5% che l’UE sta provando ad imporre a tutti gli Stati entro l’ancora lontano 2030, non serve raddoppiare le centrali sul Monte Amiata”. Per tutto questo chiedono “di conferire con i suoi esperti e con l’Enel SpA su un Tavolo Aperto”.La lettera fa anche riferimento al bacino idrico della montagna che ha “una importantissima falda acquifera con oltre 150 sorgenti d’acqua ed una produzione reale di circa 40 milioni di metri cubi di acqua, 25 dei quali per uso domentico utilizzati da un bacino di utenze “fatturate” di 535.000 persone, che con un consumo medio di 128 litri/giorno, pagano le tariffe più alte d’Italia “. Nella lunga missiva a Giani le associazioni in sistono pèoi sulla “esposizione cronica a concentrazioni crescenti di arsenico nelle acque potabili che è risultata associata a incrementi di rischio- rimarca – per numerosi esiti di salute della popolazione amiatina… i residenti nei sei comuni principali (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora, Castell’Azzara) hanno mostrato livelli di metalli nei campioni biologici più alti di quelli che vivono nei comuni di controllo (Castiglione d’Orcia, Radicofani, Cinigiano, Seggiano), soprattutto per arsenico, mercurio (sia urinario che ematico), tallio, cobalto e cromo.” . L’ultima parte della lettera è riservata alle 205.000 presenze sul Monte Amiata nel 2023 legate ad “un turismo che non è e non sarà mai legato alla geotermia, come Enel Green Power prova da 10 anni a far credere. Serve valorizzare un reale e coerente modello di sviluppo economico. Consideri che tutta l’area è ricca di Riserve naturali, Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale e che la presenza di aereosol di origine vulcanica ricchi di metalli pesanti immessi con una densità di 250 tonnellate/ora annuvola artificialmente la nostra Montagna, precipitando dove capita, in aperto contrasto con la normativa sulle Aree Natura 2000. Il nostro Territorio presidente Giani, ha investito tantissimo, come ben sa la vicepresidente dr.ssa Saccardi, in agricoltura biologica ed accoglienza rurale ed è caratterizzato da una biodiversità agraria e da una biodiversità naturale tra le più pregevoli della Toscana”. Le associazioni ricordano infine che “stanno arrivando sul tavolo della Regione Toscana la richiesta di riconoscimento del Distretto Biologico Aldobrandesco, del Distretto Biologico della Val d’Orcia e del Distretto Biologico di Montalcino, dove ormai il 50 % delle superfici coltivate è controllato in base al regolamento UE 2018/848 sull’Agricoltura Biologica e per i quali ogni Piano economico territoriale integrato non accenna a nessuno sviluppo geotermico in un Territorio che se raddoppieranno le centrali geotermiche diventerà – conclude la lettera -desolato e desolante.”.
La lettera è firmata da: Biodistretto del Monte Amiata;Comitato Naturalezza Amiata;Comitato Nazionale di Coordinamento e di Azione per l’Evoluzione Agricola;Comitato Salvaguardia Ambiente del Monte Amiata;Coordinamento Rifugi Naturalistici del Monte Amiata;Rete No Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante; SOS Geotermia.



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