CAPUA. La triste storia di Maria Grazia Italiano, cacciata da una casa di via Corte della Bagliva. La solita fregnaccia di Adolfo Villani che ha scritto “sine titulo” sull’ordinanza e un appello all’Acer, ex Iacp, per chiudere questa vicenda di chiara negazione di un diritto di assegnazione ufficiale

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E’ una delle tante incredibili storia di insensibilità vera da parte dei poteri pubblici nei confronti di persone disagiate. Ve la raccontiamo punto per punto allargando il discorso anche ai 18 anni trascorsi dal momento in cui la donna sarebbe dovuta entrare in un appartamento allora Iacp. Per quanto riguarda la sinistra, caliamo un velo pietoso

CAPUA (g.g.) L’amministrazione comunale di Capua, capitanata dal sindaco Adolfo Villani, ritiene di essersi messa l’anima in pace, concedendo, alla signora Maria Grazia Italiano, una piccola somma per essere ospitata in un bed and breakfast capuano dopo lo sfratto subito nelle scorse settimane dai locali, di proprietà del Comune che si trovano in un immobile di via Corte della Bagliva, a un passo dal Comune.

Un immobile che la signora italiano ha condiviso con altri soggetti privati, di cui poi vi diremo, ma soprattutto con i locali che ospitano l’ufficio tecnico comunale.

Adolfo Villani, se non rende ridicolo-patetica la sua consistenza di amministratore della cosa pubblica, ai nostri occhi e davanti agli occhi di chi valuta in maniera imparziale il suo agire, non è lui.

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Nell’ordinanza sindacale definita “contingibile e urgente” con la quale il sindaco Villani ordina lo sfratto della signora Italiano, è testualmente scritto: “di lasciare libero da persone e cose l’immobile di proprietà del Comune, sito in Capua, piano secondo, occupato sine titulo, ad horas dalla data di notifica del presente provvedimento con avvertenza che, in mancanza e decorso inutilmente il termine di 3 giorni, si procederà allo sgombero coatto.”

Va detto che la signora è tale di nome e di fatto e quindi ha preso le sue cose ed ha adempiuto all’intimazione compresa nell’ordinanza.

Ma una cosa non abbiamo capito: l’espressione, ripetiamo “occupata sine titulo” è compresa tra due virgole dunque, si tratta di un inciso, o come ci insegnavano già dalla terza media, di una sintattica proposizione subordinata ciò significa che per Adolfo Villani, sindaco protempore di Capua, la signora Maria Grazia Italiano ha occupato abusivamente l’appartamento di via Corte della Bagliva nell’ex complesso dell’Annunziata.

L’autostima è una cosa, la presunzione è un’altra. La prima si basa sulla dotazione di contenuti costruiti attraverso la conoscenza che si conquista con lo strumento di umiltà dello studio, in questo caso dello studio delle documentazioni del Comune che Adolfo Villani amministra, la presunzione come si evince dalla parola è anti socraticamente presumere di sapere quando in realtà non si sa un tubo o quasi.

Come dire: siccome io sono Adolfo Villani è come dico io ma questo, il sindaco di Capua lo può dire ai suoi tanti reggicoda, a quei consigliere comunali di maggioranza che ormai si sono turati naso e orecchie e, dopo aver incassato un bel po’ di posti di lavoro dal sempre prodigo e generoso ma soprattutto villaniano di ferro, Salvatore di Domenico, all’archivio di Cancello ed Arnone stanno allineati e coperti nonostante la città stia in mano alla famiglia Giacobone-Buglione-Zenga che la comanda, perché questo è il termine giusto da usare, a modo suo con la sua cultura (si fa per dire), con le sue attitudini, col suo colore coatto e con le sue espressioni tipicamente cafonal. Fosse solo questo, basta guardare il famoso video impunito del cognato della vice sindaca Giacobone che conta i soldi in contanti nell’appartamento di proprietà di famiglia, dato al povero Cristo che aveva osato chiedere una regolarizzazione del contratto beccandosi spintoni e anche qualche calcione, basta guardare la pervicace illegalità degli impianti esterni del bar Giacobone o il processo, iniziato a settembre, a carico di Carmine Zenga, marito della vice sindaco per atti di violenza consumati a carico di due vigili urbani che avevano osato ricordagli che lui è un cittadino come tutti gli altri e che non è perché il bar è il suo, questo possa godere e avvantaggiarsi di una vostra selvaggia dei veicoli.

Ma noi non siamo i consiglierei comunali col cappello in mano. Noi siamo gente seria, che si esprime con la dignità del proprio lavoro.

12/02/ 1999: con un documento a firma di un allora dirigente del Comune di Capua, di un impiegato e della stessa signora Maria Grazia Italiano, l’amministrazione cittadina assegna, in via provvisoria, l’appartamento di via Corte della Bagliva di 85 mq consistente in due camere da letto, 2 servizi igienici e da un locale cucina soggiorno alla signora Italiano. Nessun riferimento temporale va a definire in quel documento, che vi pubblichiamo in calce all’articolo, la provvisorietà dell’assegnazione. Nessuna altra amministrazione comunale successiva, men che meno quella di Villani, ha precisato formalmente i tempi dell’assegnazione che resta dunque provvisoria senza una data di scadenza definita.

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Quindi, quale sine titulo. E’ mai possibile che Villani parli a vanvera senza conoscere un atto amministrativo di cui noi siamo venuti facilmente in possesso, per altro erogato da un’amministrazione capitanata dal sindaco Aldo Mariano, collega di partito di Adolfo Villani e che magari possedeva una sensibilità sociale diversa da quella del primo cittadino a cui, invece, piacciono le amicizie con i capitalisti, con Antonio Fiore, il concessionario ormai da 33 anni dei tributi comunali o quella con la famiglia Salafia, autrice di una plusvalenza favolosa ai tempi in cui Villani era vice presidente della Provincia, dopo aver acquistato proprio da questo Ente il palazzo Martucci poi venduto ad una cifra esponenzialmente superiore. A Villani piacciono i rapporti con chi possiede tanto denaro come la famiglia Sessa che ha comprato a prezzo di saldo alla fine di un’asta discutibilissima, per le modalità con cui si è svolta, a nostro avviso, in difformità con il regolamento comunale vigente, un grande appezzamento di terreno a destinazione produttiva nel Comune di Vitulazio.

Antonello Venditti lo avrebbe incubato in una sua famosa canzone nella categoria dei “comunisti al sole”.

Quindi, altro che sine titulo. La signora Italiano si è posta sempre il problema delle infiltrazioni idriche che oggi hanno determinato il suo sfratto. Lo sa il sindaco Villani che nel 2018 la vigilessa Michela Rubino, oggi in servizio a Grazzanise, era entrata, su sollecitazione di chi ci abitava, in quell’ appartamento, notando e verbalizzando le condizioni precarie dell’appartamento dovute a pesanti infiltrazioni di acqua dal solaio tali da aver bagnato anche il pavimento

L’allora sindaco Edoardo Centore che seduto sulla propria sedia faceva il detective e non il primo cittadino, ossia la funzione per la quale era stato designato dal popolo sovrano, se ne fregò altamente. Quell’ingresso nella casa della signora Italiano era avvenuto a febbraio 2018 mentre Centore cessò di essere sindaco di Capua ben 8 mesi dopo ossia a novembre 2018 quando scaddero i canonici 20 giorni che rendono effettive secondo l’articolo 153 comma 3 del Tuel, le dimissioni di un sindaco o del Presidente della Provincia

E mo’ vi diciamo pure perché stavolta il Comune è intervenuto. Non certo per le condizioni pesantemente disagevoli in cui la signora Italiano era costretta a vivere ma semplicemente perché stavolta l’infiltrazione è stata causata dalla rottura di un tubo sottostante alla vasca da bagno.  Siccome una delle stanze dell’ufficio tecnico si trova a perpendicolo proprio sotto quella vasca da bagno. Per cui, l’acqua ha infiltrato anche il soffitto e le pareti dell’ufficio. Apriti cielo, comunicazione al sindaco, chiusura della stanza dell’u.t.c. da parte dell’Asl e ordinanza di sfratto immediato alla signora. Se non fosse stato così, se non fosse avvenuto ciò la donna poteva crepare tranquillamente di polmonite con buona pace degli ultimi e dei diseredati a cui la sinistra, alla quale Villani dice di appartenere, dovrebbe avere come target principale della sua politica di tutela e di perequazione sociale

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La signora Italiano è una vittima della malagestione. Di quella del Comune di Capua, ma anche di quella dell’ex Iacp ora Acer.

Sapete da quanto tempo quella provvisorietà garantita dall’amministrazione Mariano avrebbe dovuto trovare soluzione dalla sua continuità?

Il 13 febbraio 2006 quello che al tempo si chiamava ancora istituto autonomo case popolari assegna ufficialmente alla signora Italiano una casa. La donna non riesce a prenderne possesso perché l’appartamento era già occupato abusivamente. Iacp si muove per cercare di sgombrarlo ma si accorge che all’interno c’è anche un invalido e dunque desiste. Da allora la Italiano, aggiungiamo noi vergognosamente, non riceve più alcuna comunicazione. Non ci sarebbe voluto granchè affinchè Iacp trovasse una casa vuota a Capua per assegnarcela

In questi giorni pare che qualcosa si muova negli uffici Acer, che da quando sono diventati compartimento unico assorbendo tutte le sedi Iacp delle province, si trovano a Napoli

Ma si sa come finiscono queste cose. Riteniamo al limite della fantascienza che Acer riesca a trovare una casa adeguata, e soprattutto vuota, in quanto lo sfratto della famiglia abusiva è sempre di difficile realizzazione, da offrire alla signora Italiano.

Il Comune di Capua che ne ha combinate di tutti i colori a questa donna, non facesse il prezioso e le offrisse un alloggio magari dello stesso B&B senza limitazioni temporali scrivendo che vi sarà ospitata fino a quando il titolo che la Italiano ah come suo diritto, di assegnataria di una casa Acer, non sia esecutivamente soddisfatto

Quindi, non un mese, ma quanto occorrerà alla pessima burocrazia italiana e regionale per assegnare finalmente una casa dignitosa a Maria Grazia Italiano.

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POST SCRIPTUM. Compiendo i nostri accertamenti sulle presenze all’ interno dell’immobile di via Corte della Bagliva abbiamo scoperto che ci sono all’interno un po’ di persone appartenenti a una o più famiglie. Quell’occupazione, manco a dirlo, sarebbe avvenuta nel periodo delle ultime elezioni comunali o pressappoco. Non è che Adolfo villani, sparando il suo “sine titulo” abbia preso fischi per fiaschi e si riferisca a qualche altro occupante, stavolta sì abusivo, di quegli appartamenti?

Siccome questo articolo si chiude con un punto di domanda va da se e CasertaCe si prenderà un po’ di tempo, per rispondere in maniera dettagliata, precisa, a questo interrogativo




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