di Vincenzo Brunelli
Il Consiglio di Stato ha ribaltato una sentenza del Tar del Lazio dell’aprile scorso, e accolto gli appelli proposti dal Procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, e dal giudice Rosa Volpe
È nulla la nomina di Filippo Spiezia, ex rappresentante dell’Italia e vicepresidente presso l’Ufficio Eurojust (l’agenzia dell’Ue per la cooperazione giudiziaria penale) quale Procuratore capo di Firenze. L’ha deciso il Consiglio di Stato, ribaltando una sentenza del Tar del Lazio dell’aprile scorso, e accogliendo l’appello proposto dal Procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, con l’avvocato Gianluigi Pellegrino.Â
Una vicenda complessa, con numerose novità procedimentali, che mirava a contestare la sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso proposto da Liguori per sollecitare l’annullamento della delibera del Csm di assegnazione dell’incarico a Spiezia, nonostante lo stesso non abbia mai ricoperto incarichi direttivi o semidirettivi, e attribuendo un eccezionale rilievo allo svolgimento dell’attività nell’ambito dello Eurojust.Â
Il Consiglio di Stato, in premessa, si è detto «pienamente consapevole della peculiarità e novità della vicenda in esame, poiché non constano precedenti nei quali lo svolgimento dell’attività presso organismi internazionali come l’Eurojust sia stata valutata come decisiva e prevalente nel giudizio comparativo per il conferimento di incarichi direttivi»; ma è «altrettanto indiscutibile che la valutazione spettante al Csm deve svolgersi all’interno dei parametri e dei vincoli stabiliti in generale dallo stesso organo, codificati nel T.U. sulla dirigenza giudiziaria».Â
I giudici di Palazzo Spada hanno quindi ritenuto «palese» la violazione dei parametri stabiliti «nella parte in cui la delibera impugnata ha affermato la “equipollenza” tra gli incarichi direttivi e le attività svolte presso Eurojust, ai fini del riscontro degli indicatori specifici».Â
Ecco che allora, per il Consiglio di Stato è da considerarsi «illegittimo l’operato del Csm nella misura in cui l’incarico fuori ruolo presso Eurojust svolto dal controinteressato viene qualificato equivalente, ovvero equipollente, quale “funzioni di fatto assimilabili alle funzioni direttive di cui all’art. 18 lett. a) Tu”».Â
Fondato è stato ritenuto inoltre anche il motivo di appello con il quale si censurava il giudizio di prevalenza del Procuratore Spiezia rispetto al Procuratore Liguori con riferimento alla sua maggiore capacità organizzativa. In definitiva, per i giudici «l’appello va accolto e, in riforma della sentenza impugnata, vanno annullati gli atti impugnati, fermi gli ulteriori provvedimenti nei limiti dell’effetto conformativo e nel rispetto dei vincoli derivanti dal presente giudicato». Â
L’altro appello accolto: Rosa Volpe
Ma anche l’appello del giudice Rosa Volpe è stato accolto dal Consiglio di Stato, sempre per quanto riguarda la carica di procuratore capo di Firenze. La giudice, difesa dall’avvocato Andrea Di Lieto, aveva proposto ricorso al Tar anche lei ad aprile scorso e ora i giudici di Palazzo Spada hanno accolto le sue tesi.
La delibera del Csm impugnata ha errato a motivare il giudizio di equivalenza fra i due candidati, (Volpe e Spiezia) in quanto la ricorrente è in possesso di apposito titolo di formazione, avendo partecipato nell’anno 2019 al corso di perfezionamento in management degli uffici giudiziari istituito presso l’Università Federico II di Napoli, conseguendo, all’esito, il relativo attestato di frequenza con profitto.
Cosa succede adesso
Ora Filippo Spiezia rimarrà in carica ma solo come facente funzioni in attesa di una nuova delibera del Csm che dovrà tenere conto delle indicazioni del Consiglio di Stato, e decidere nuovamente tra i tre candidati in corsa: Spiezia stesso, Volpe e Liguori.
Nei giorni scorsi, il 16 dicembre, la giudice Rosa Volpe si è insediata come procuratore generale presso la procura generale d’appello di Salerno, un incarico dunque superiore a quello di procuratore capo di Firenze, ma il suo avvocato, Andrea Di Lieto, ha sottolineato che «spetterà poi casomai a lei decidere ma è comunque in lizza».Â
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