Pensione anticipata 2025 più facile ma nessuno lo dice

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La pensione anticipata 2025 sarà più facile da centrare, e su questo i dubbi non ci devono essere nonostante su tutti i più importanti quotidiani italiani si parla in negativo delle novità introdotte dal governo.

Certo, se si parte dal concetto che si doveva varare una riforma delle pensioni che consente di anticipare il pensionamento a tutti, nulla di tutto ciò è stato fatto. Ma gli stessi che criticano l’esecutivo oggi sono quelli che criticavano la quota 100, che fanno il filo alla legge Fornero considerandola come il decreto che ha salvato i conti pubblici e così via dicendo.

Criticare è più facile che analizzare quanto di buono è stato introdotto per le pensioni nel 2025. Non sarà il liberi tutti auspicato dai lavoratori, ma una flessibilità maggiore è stata introdotta effettivamente. Che serva solo a pochi è vero, ma anche pochi sono meglio di nessuno.

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La pensione anticipata 2025 a 64 anni diventa più facile

Parliamo di pensione anticipata a 64 anni, cioè di quella pensione destinata ai contributivi puri che con 20 anni di contributi possono andare in quiescenza se raggiungono un importo minimo della prestazione.
La pensione anticipata contributiva si completa raggiungendo 64 anni di età e 20 anni di contributi ma a condizione che l’interessato nel 2025 raggiunga una pensione pari o superiore a 3 volte l’assegno sociale. Quindi, con un assegno sociale post rivalutazione 2025 che arriverà a 538,69 euro al mese, significa maturare una pensione pari o più alta di 1.616 euro al mese.
Solo le donne con figli avuti hanno uno sconto su questo importo. Infatti basta una pensione pari a 1.400 euro circa per le donne che hanno avuto due o più figli alle quali è chiesto di arrivare ad un trattamento non inferiore a 2,6 volte l’assegno sociale. Oppure ad una pensione pari o superiore a 1.508,32 euro al mese per la quale hanno avuto un solo figlio e devono arrivare ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Pensione anticipata 2025 più facile ma nessuno lo dice

Evidente che l’importo minimo della pensione anticipata 2025 sia il fardello più complicato da raggiungere per andare in pensione a 64 anni con contributi versati solo dopo il 1995. Sempre per le donne alcune misure di favore ci sono che permettono di andare in pensione più facilmente.
In base ai dettami della legge Dini infatti, le donne con figli avuti a 64 anni di età possono chiedere un calcolo più favorevole della pensione. Arrivando ad uscire a 64 anni con una pensione calcolata con il coefficiente di uno o due anni più alto. Infatti per le donne con uno o due figli si può chiedere l’applicazione del coefficiente dei 65 anni. Mentre con più di due figli il coefficiente dei 66 anni.
Sempre per consentire di raggiungere un trattamento idoneo alla pensione, il governo Meloni ha deciso di rendere utile anche quanto maturato nella previdenza integrativa. Ed è questo l’argomento di critica verso l’operato del governo in materia previdenziale.
Perché si dice che saranno pochissimi quelli che potranno sfruttare questa opportunità. Perché pochi sono coloro che versano alla previdenza integrativa. E soprattutto perché per maturare rendite cospicue di pensione integrativa, servono versamenti cospicui. Che potrebbero costringere gli interessati a destinare il TFR interamente ai fondi pensione pur di raggiungere la soglia della pensione utile.

Ecco tutte le novità per la quiescenza anticipata contributiva

Pochi potranno sfruttare la novità del governo, ma ciò non vuol dire che tutto sia da buttare. Perché in effetti questa è un’occasione in più e ogni occasione in più significa flessibilità in uscita. Per optare verso questa soluzione innovativa del governo, che cerca così di potenziare la previdenza complementare, serviranno 25 anni di contributi e non i soliti 20 anni.
Sempre per le pensioni anticipate contributive 2025 però c’è anche un’altra novità che estende la possibilità di sfruttare meglio la misura.

Infatti anziché uscire a 64 anni nel 2025 c’è chi potrà lasciare il lavoro con questa misura anche prima dei 63 anni.

Sempre nella manovra e sempre il governo Meloni, guardando all’universo delle lavoratrici, ha deciso di introdurre una novità. Ogni figlio avuto continua a valere 4 mesi di taglio sull’età pensionabile per le pensioni dei contributivi puri. Solo che dal 2025 non ci sarà più il tetto massimo di 12 mesi di taglio per lavoratrici che hanno avuto 3 o più figli. Infatti si arriverà a 16 mesi per chi ne ha avuti 4 o più. Significa che c’è la concreta possibilità che alcune lavoratrici nel 2025 possano lasciare il lavoro a 62 anni e 8 mesi di età. E sempre con 20 anni di versamenti. Sempre completando la pensione minima richiesta e prima descritta.



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